La fondatrice dei Blondie spegne le candeline, tra musica e battaglie civili
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Coniglietta, attrice, cantante ma soprattutto icona sexy del punk. Debbie Harry (al secondo Deborah Ann Harry) festeggia 70 primavere, ma la carica trasgressiva della fondatrice dei Blondie è ancora quella di una ragazzina. Era il 1975 quando, in coppia con l'allora compagno Chris Stein, sconvolse la scena underground newyorkese con un sound eclettico ed innovativo che conquistò in poco tempo un'intera generazione.
Debbie divenne subito un'icona del punk femminile e negli Anni Settanta scandalizzò l'opinione pubblica affermando che "soltanto le donne e i gay avevano qualcosa di nuovo da dire nel rock". Quasi contemporaneamente alla sua carriera musicale iniziò quella cinematografica, che prosegue ancora oggi. Nel corso degli anni ha sempre rifiutato i ruoli più commerciali da 'bambola bionda', per calarsi in interpretazioni complesse e ambigue.
A cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta i Blondie raggiunsero il successo internazionale, ma l'eccessiva attenzione mediatica su Debbie logorò i rapporti tra i membri del gruppo. Nell'autunno del 1982 la band cancellò parte del tour, per annunicare lo scioglimento. Da quel momento la cantante si concentrò sulla sua carriera fuori dal gruppo, pubblicando in tutto cinque dischi da solista.
Nel 1999, vent'anni dopo la sua battaglia contro la discriminazione sessuale, la cantante si trovò ad affrontare quella contro la discriminazione di età e nello stesso anno entrò nel Guinness dei primati come donna più matura al numero uno in classifica. Pioniera in molte battaglie civili, nel 2014 ha rifiutato di esibirsi con i Blondie a Sochi, in Russia, per le discriminazioni contro gli omosessuali in atto nel Paese.