Il terzo disco della (super)band musicale che fa divulgazione scientifica si intitola "Dna", un suggestivo viaggio nell'evoluzione. Al loro fianco Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista
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I Deproducers, supergruppo con Vittorio Cosma, Gianni Maroccolo, Max Casacci e Riccardo Sinigallia, tornano in scena con il nuovo disco "Dna", per raccontare le cellule e l’infinitamente piccolo, dopo avere esplorato il cosmo con "Planetario", nel 2012, e la vita segreta delle piante in "Botanica", nel 2016. Il terzo capitolo del loro progetto di "musica per conferenze scientifiche" reralizzato con il sostegno di AIRC, li vede affiancati al filosofo ed evoluzionista Telmo Pievani, che ha prestato voce e competenze scientifiche per raccontare il percorso che accomuna ogni essere umano dalla formazione delle prime cellule, fino alle più recenti conquiste della genetica. Tgcom24 ne ha parlato con Vittorio Cosma.
Dopo "Planetario" e "Botanica" perchè "Dna"?
Il viaggio che abbiamo fatto è partito da "Planetario", l'infinito, i confini dell'universo e siamo tornati indietro a qualcosa vicino a noi come la "Botanica" e le piante. E poi abbiamo continuato toccando l'infinitamente piccolo. La cosa diversa dagli altri due capitoli è che il Dna non lo puoi vedere. Tutte le cose di cui parliamo sono più filosofiche che visibili. Come l'evoluzione, uno dei temi che affrontiamo. Abbiamo scoperto una cosa quasi commovente e quasi politica: la differenza, la diversità, l'errore è la chiave dell'evoluzione della vita sulla terra. Qualsiasi errore di trascrizione ha reso ogni cellula che popolava la terra 3 miliardi di anni fa diversa dalle altre. Questa diversità l'ha resa più mobile, resistente, intelligente. E via via in miliardi anni queste differenze hanno generato nuove forme di vita più complesse, adatte ed efficienti nel vivere.
Ma Dna è anche un gancio e un punto di riflessione sulla situazione socio-politica attuale?
Sì. Si scopre ad esempio che lo scopo della vita è quella di replicarsi. Tutti gli esseri viventi hanno uno stesso progenitore. Non solo noi umani, o gli animali, gli insetti, le piante e tutte le fonti di vita. Abbiamo un unico padre ancestrale, Last Universal Common Ancestor (come la nostra canzone "L.U.C.A."), cioè l'ultimo antenato comune universale. Questa definizione scientifica è più forte di ogni proclama politico. La scienza è inopinabile e in questo senso per noi è bellissimo intraprendere questo viaggio di musica per la scienza.
Come è nata la collaborazione con Telmo Pievani dopo l’astro-fisico Fabio Peri e il neuro-biologo Sterfano Manciso?
Insieme all'Airc abbiamo pensato che Telmo fosse una persona autorevole e un grande comunicatore. Poi conduce trasmissioni alla radio, fa spettacoli ed è rispettato in tutto il mondo.
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Come è scaturita la sonorizzazione della narrazione di Pievani? Come vi siete ritrovati voi quattro, con background diversi, intorno a questi suoni?
Siamo quattro identità molto forti e strutturate. Il punto d'incontro è stato fare un passo indietro e lasciare sul tavolo solo le cose indispensabili. Quelle che sono le caratteristiche di ognuno di noi. E lo senti nel disco: ci sono parti più colonne sonore, tipiche mie, quelle più cantautoriali di Riccardo, le più elettroniche di Max o più rock di Gianni. Ma tutte le parti si pongono con un'apertura alla sperimentazione e vengono ibridate dagli altri. Sulla parete dello studio di registrazione metto i fogli con scritto gli argomenti. Per una magica casualità (anche detta serendipità), mentre stiamo liberamente cercando le parti musicali, avviene un rapporto immediato tra la tematica da affrontare e la suggestione musicale che a turno viene proposta e magicamente si lega.
La sfida è rendere digeribili a un pubblico poco avvezzo concetti scientifici. Come avete fatto a far interagire i diversi linguaggi?
In varie maniere. A volte solo con un titolo. Come "Biogenesi", che è la vita da materia inorganica: vulcani, pressioni, fulmini. E con la suggestione della musica capisci che c'è questo incedere magmatico di esposioni poderosi e si capisce. Altri casi come "Storia compatta della vita" in cui raccontiamo dal primo essere monocellulare all'homo sapiens. A volte lo spieghiamo sia con le parole che con le immagini di Marino Capitano che è un quinto membro della band.
Fissato su disco, questo progetto è, però, nato per essere uno spettacolo. Dal vivo come si articola lo spettacolo?
La nostra formula è quella di avere un impatto emotivo musicale molto forte. In alcuni brani Telmo interagisce con noi, cioè parla e spiega sui brani musicali. In altri spiega da solo dei passaggi solo verbalmente, e in altri suoniamo esclusivamente la musica avendo fatto degli incipit che spiega il brano.
Dal 2012 pensavate di arrivare al terzo disco dato che siete impegnati con i vostri personali progetti?
Dopo il primo disco abbiamo capito che ci piaceva moltissimo, indipendentemente dal tempo che ci mettevamo a farlo. Abbiamo già pronti altri capitoli: robotica, energia. Ma anche discipline più ostiche come filosofia e matematica potrebbero essere interessantissime da sviluppare. Quindi contiamo di andare avanti parecchio.