© IPA
© IPA
La cantante veniva trovata senza vita nel suo appartamento di Londra il 23 luglio 2011. Con due soli album è entrata nel mito
© IPA
© IPA
Il 23 luglio 2011 moriva Amy Winehouse a 27 anni, come Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Brian Jones e Kurt Cobain. Il famigerato "Club 27". Tra le esponenti della nuova generazione del soul bianco, Amy ha messo in mostra doti vocali e stile inconfondibile attraverso canzoni che le sono valse 6 Grammy. Un'ascesa segnata dal debut "Frank" nel 2003 e consacrata tre anni dopo dal successo di "Back to Black". Due album per entrare nel mito mentre una disperata parabola di eccessi la portava via.
La cantante britannica era stata trovata morta il 23 luglio 2011 nel proprio letto, nella sua casa di Londra. A ucciderla un'overdose da alcol, un tunnel dal quale la star non era mai riuscita a uscire definitivamente. Con la sua voce ricca di jazz e soul, aveva pubblicato solo due album, ma era entrata nei cuori di milioni di fan che continuano ad amarla.
Cresciuta a pane e jazz, Amy Winehouse ha iniziato a suonare la chitarra a 13 anni e, all’età di 14, già componeva le sue prime canzoni. Ha frequentato per un breve periodo di tempo la prestigiosa Sylvia Young Theater School, ma la sua insofferenza nei confronti della disciplina l’ha portata ad essere espulsa e a cambiare scuola. Nel 2003, all’età di 19 anni, ha registrato il suo primo album, "Frank", che ha riscosso un successo immediato grazie alla forte influenza jazz ed è stato nominato per il Mercury Music Prize. La musica di Amy aveva un sapore retrò e il suo look si sarebbe presto evoluto di conseguenza: dalle femminili gonne a ruota al paio di semplici jeans, anche il suo stile sarebbe presto diventato iconico. Poi è arrivata la pubblicazione di "Back to Black", che si è aggiudicato diversi dischi di platino e che era stato ispirato dalla sua turbolenta vita personale.
L'album è stato scritto in soli sei mesi e ha trasformato rapidamente la sua vita, elevandola bruscamente allo status di star internazionale. È proprio grazie a questo disco che Amy è stata premiata con 5 Grammy in un’unica serata; alla fine dell’estate di quell’anno era l’artista britannica posizionata più in alto nella classifica di Billboard. Una favola però offuscata dalla depressione, dai problemi di droga, dall'abuso di alcol e dai disordini alimentari che si sono intrecciati con la burrascosa vita privata: il difficile rapporto con i genitori, il matrimonio e il divorzio con Blake Fielder-Civil.
LA PASSIONE PER IL JAZZ E LO STILE ICONICO - Durante la sua breve carriera Amy è sempre rimasta fedele alla sua passione per il jazz (molti dei suoi zii erano jazzisti professionisti) e alle sue radici ebraiche. Quando è diventata una musicista acclamata, il suo stile inconfondibile non ha solo influenzato l’industria musicale, ma ha anche attirato l’attenzione del mondo della moda. Le sue radici erano presenti nel suo stile iconico, riconoscibile attraverso i tatuaggi d’ispirazione rockabilly,la caratteristica acconciatura cotonata, spesso abbellita con un foulard annodato, e allo spesso eye-liner. Oltre a reggiseni di pizzo e abiti e accessori ispirati agli anni 60.
LA "SUA" CAMDEM - Quando la sua carriera musicale è decollata, Amy si è trasferita a Camden, un quartiere di Londra che amava e in cui si sentiva a casa. I fan potevano avvistarla spesso mentre passeggiava per le vie del quartiere o frequentava il suo pub di riferimento, The Hawley Arms, dove occasionalmente la si poteva trovare dietro il bancone a servire drink. Dopo la sua scomparsa, la sua famiglia ha fatto erigere una statua di bronzo che la raffigura nello Stables Market: “Era innamorata di Camden” ha dichiarato suo padre, Mitch Winehouse. Sempre il genitore ha detto più volte: "Frequentemente cerco di far ricordare Amy alla gente per il suo talento, la sua generosità e per l'amore che mostrava a tutti e non per i suoi problemi di dipendenza. La sua musica genera ancora un sacco di soldi, ma ridarei indietro tutto pur di riavere mia figlia".
UN DOC PER L'ANNIVERSARIO - Per l’anniversario della scomparsa la Bbc ha pubblicato un nuovo documentario, “Reclaiming Amy”: il racconto dell'artista con le parole e i ricordi della mamma, Janis, insieme con il padre Mitchel, ambientato al Camden’s Jazz Cafe, dove Amy si è esibita.