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Esce il sequel del film vincitore di sei Oscar, con Timothée Chalamet e Zendaya, ispirato all'omonimo romanzo fantascientifico di Frank Herbert
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Arriva finalmente al cinema “Dune – Parte due”. Il pluripremiato regista Denis Villeneuve torna alla regia del secondo capitolo della saga ispirata al celebre romanzo "Dune" di Frank Herbert, l’attesissimo seguito dell’acclamato “Dune”, vincitore nel 2021 di sei Premi Oscar. Il nuovo film esplora il viaggio di Paul Atreides (Timothée Chalamet) che si unisce a Chani (Zendaya) e ai Fremen sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia. Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, il ragazzo intraprende una missione per impedire un terribile futuro che solo lui è in grado di prevedere. "La prima parte era più contemplativa. Era la storia di un ragazzo vittima degli eventi che ha cercato di sopravvivere insieme alla madre Jessica. Questa seconda parte è più viscerale, più muscolosa, volevo fare un film più emotivo e spero che si avverta quest'emozione", racconta Villeneuve.
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"Dune - Parte due" inizia esattamente dalla fine della prima parte. Ovvero con gli eserciti del barone Vladimir Harkonnen (Stellan Skarsgard) che hanno ripreso il pianeta desertico di Arrakis, compreso il controllo della fornitura di quella preziosa merce psicotropa nota come Spice. In questa seconda parte della saga Paul Atreides (Timothée Chalamet), erede della Casa Atreides in cerca di pace, e sua madre Lady Jessica (Rebecca Ferguson) fuggono nel deserto. Qui Paul incontra Chani (Zendaya), una ragazza che ha visto in premonizioni, e si unisce ai Fremen che ormai lo vedono sempre più come un messia, un predestinato sul sentiero della vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia.
In tutto il film ci sono scontri di civiltà, un ecosistema malato in cui l'acqua è più preziosa dell'oro, il pericolo dei fondamentalismi religiosi e, infine, gli enormi vermi della sabbia del deserto che possono, con grande coraggio, essere cavalcati una volta richiamati o ingoiare interi villaggi e montagne.
Spiega Chalamet del suo personaggio: "Paul è la stessa persona del primo film, ma evolve. Non è più la figura infantile che abbiamo conosciuto all'inizio, è un giovane che riceve una chiamata al ruolo di guida di cui non è necessariamente entusiasta ma che abbraccia tra molti dubbi". Sottolinea Zendaya del suo personaggio di Chani e della sua complicata relazione affettiva con Paul Atreides: "Lei non sapeva cosa stava entrando nella sua vita. Ha appena incontrato questo straniero, Paul Atreides, che ha battuto uno dei suoi amici, Jamis, e lui e sua madre non hanno nessun altro posto dove andare per essere al sicuro, quindi li portano con sé. Ma lei è apprensiva. Lo tratta come qualcuno che deve guadagnarsi il rispetto per essere un Fremen, quindi è un po' dura con lui. Capisce poi che lui potrebbe essere quello di cui parlano gli anziani e che dovrebbe salvarli. E poi piano piano il suo cuore inizia a sentire qualcosa mai provato prima".
Gli amati protagonisti del primo capitolo tornano sul grande schermo affiancati da numerose nuove star internazionali: Timothée Chalamet (“Wonka”, “Chiamami col tuo nome”), Zendaya (“Spider-Man: No Way Home”, “Euphoria”), Rebecca Ferguson (“Mission: Impossible – Dead Reckoning”), Josh Brolin (“Avengers: Endgame”), Austin Butler (“Elvis”, “C’era una volta… a Hollywood”), Florence Pugh (“Black Widow”, “Piccole donne”), Dave Bautista (i film “Guardiani della galassia”, “Thor: Love and Thunder”), Christopher Walken (“Il cacciatore”), Léa Seydoux (la saga “James Bond” e “Crimes of the Future”), Souheila Yacoub (“The Braves” “Climax”) e con Stellan Skarsgard (“Mamma Mia!” i film, “Avengers: Age of Ultron”), Charlotte Rampling (“Il portiere di notte”) e Javier Bardem (“Non è un paese per vecchi”).
Villeneuve ha diretto il film da una sceneggiatura scritta assieme a Jon Spaihts, basata sul romanzo di Herbert. Il film è prodotto da Mary Parent, Cale Boyter, Denis Villeneuve, Tanya Lapointe e Patrick McCormick. I produttori esecutivi sono Josh Grode, Herbert W. Gains, Jon Spaihts, Thomas Tull, Brian Herbert, Byron Merritt, Kim Herbert, con Kevin J. Anderson in veste di consulente creativo. Il regista canadese torna nuovamente a lavorare con il team di filmmakers di “Dune” composto da Greig Fraser, direttore della fotografia vincitore di un Oscar, Patrice Vermette, scenografa premiata con l’Oscar, Joe Walker, montatore anche lui vincitore di un Premio Oscar, Paul Lambert, supervisore degli effetti visivi vincitore di un Oscar e Jacqueline West, costumista nominata all’Oscar. La colonna sonora è composta anche in questo secondo capitolo dal Premio Oscar Hans Zimmer. Il film è stato girato a Budapest, Abu Dhabi, in Giordania e in Italia. La troupe guidata da Denis Villeneuve ha fatto tappa nel luglio 2022 in Veneto, per la precisione il comune di Altivole in provincia di Treviso. Comune in cui si trova la Tomba Brion, chiamata anche Memoriale Brion (uno dei monumenti che fanno parte del Fondo Ambiente Italiano).
Il secondo capitolo sarebbe dovuto arrivare al cinema a novembre 2023. A causa dello sciopero degli attori della US Screen Actors Guild tuttavia la pellicola ha dovuto posticipare la data di uscita.
"Dune" è stato presentato a Venezia 78 nel settembre 2021. Non solo un filmone di fantascienza dal budget illimitato: c'è potere, tradimento, lealtà ma anche politica e religione, strascichi del colonialismo, attese messianiche, fanatismi talebani e l'ossessione per la salvaguardia del pianeta, praticamente fatti salvi gli effettoni speciali strabilianti, mondi lontani, un film di attualità insomma. Girato tra Ungheria e Giordania, è arrivato nelle sale in Italia il 16 settembre 2021. Negli Stati Uniti invece il 22 ottobre in contemporanea su grande schermo e su HBO Max. Una scelta della produzione su cui il regista ha espresso disapprovazione con una lettera aperta affermando che non vedere "Dune" al cinema sia come: "Guidare un motoscafo nella tua vasca da bagno. Per me è ridicolo. È un film che è stato realizzato come tributo all'esperienza del grande schermo".