A New York si apre il processo per stabilire se il cantautore nella sua "Thinking Out Loud" ha copiato la celebre "Let's Get It On"
Ed Sheeran © IPA
Ed Sheeran alla sbarra per plagio. Inizia in un tribunale di New York l'arringa di apertura per il processo al cantautore britannico che deve rispondere di violazione del copyright: alcune parti della sua hit "Thinking Out Loud" sarebbero troppo simili al classico di Marvin Gaye del 1972 "Let's Get It On". L'azione legale che ha portato al processo è stata presentata nel 2017.
Lo stesso Ed Sheeran dovrebbe essere sentito come testimone nell'ambito di questo processo che, secondo quanto scrivono i media americani, dovrebbe durare una settimana. La giuria non terrà in considerazione le parole di "Let's Get It On", bensì dovrà tener conto degli elementi di base della melodia e del ritmo del brano e decidere se la sovrapposizione tra la combinazione di progressione di accordi e ritmo armonico delle canzoni è simile al punto da essere considerati un plagio.
Gli avvocati di Sheeran hanno affermato che l'innegabile simmetria strutturale delle canzoni punta solo alle basi della musica popolare. "Le due canzoni condividono versioni di una progressione di accordi simile e non protetta che era liberamente disponibile per tutti i cantautori", hanno detto in una dichiarazione depositata in tribunale. Gli avvocati della famiglia Townsend hanno sottolineato nella causa che artisti tra cui Boyz II Men hanno eseguito mashup senza soluzione di continuità delle due canzoni e che persino lo stesso Sheeran è passato a "Let's Get It On" durante le esibizioni dal vivo di "Thinking Out Loud". Il giudice che si occupa del processo, il 95enne Louis L. Stanton, ha negato la mozione per includere un video di YouTube di una di queste esibizioni di Sheeran, potenzialmente dannoso per la giuria del processo, dichiarando che il video verrà considerato solo dopo aver visto altre prove presentate.
Il cantautore inglese non è nuovo a questo tipo di accuse. Un anno fa Sheeran vinse una battaglia sul copyright nel Regno Unito per il suo successo del 2017 2Shape of You", e proprio questo ha criticato quella che ha descritto come una "cultura" di cause legali infondate intese a spremere denaro da artisti desiderosi di evitare le spese di un processo. "Sento che affermazioni come questa sono troppo comuni ora e sono diventate una cultura in cui si fa un reclamo con l'idea che un accordo sarà più economico che andare in tribunale, anche se non ci sono basi per il reclamo - disse Sheeran in un video pubblicato su Twitter dopo il verdetto -. E' davvero dannoso per l'industria della scrittura di canzoni".
La causa "Thinking Out Loud2 invoca anche uno dei temi più diffusi nella musica americana e britannica sin dalla nascita del rock and roll, dell'R&B e dell'hip-hop, secondo cui i giovani artisti bianchi tenderebbero ad appropriarsi del lavoro di un artista nero più anziano. Queste accuse furono mosse anche a Elvis Presley e ai Beatles, la cui musica attingeva a quella dei precursori neri. "Il signor Sheeran ha palesemente preso la musica di un artista nero che non considera degno di un risarcimento", ha dichiarato Ben Crump, un avvocato per i diritti civili che rappresenta la famiglia Townsend ma non è coinvolto nel processo, in una conferenza stampa del 31 marzo.