In scena a Milano la creazione del collettivo Vicoquartomazzini premiata agli UBU 2024
© Francesco Capitani
Dall'8 al 13 aprile al Teatro Elfo Puccini di Milano arriva "La Ferocia", una creazione del collettivo Vicoquartomazzini (fondato da Michele Altamura e Gabriele Paolocà, Premio Hystrio 2021), tratta dal romanzo di Nicola Lagioia (Giulio Einaudi Editore), vincitore nel 2015 del Premio Strega e del Premio Mondello, che mette in scena una saga familiare contemporanea. Lo spettacolo ha trionfato nell’edizione 2024 dei premi UBU: Miglior spettacolo di teatro (ex aequo), Miglior attrice Francesca Mazza, Miglior attore Leonardo Capuano. Lo spettacolo racconta della nostra incapacità di sopprimere l'istinto di prevaricazione e di come le colpe dei padri si specchino nelle debolezze dei figli.
Vittorio Salvemini (interpretato da Leonardo Capuano) costruttore pugliese arrivato a Bari poco più che trentenne, dagli anni 70 in poi ha inanellato una serie di successi professionali che l’hanno portato a essere proprietario di cantieri edili su cui non tramonta mai il sole, da Bari a Phuket, passando per Parigi e Istanbul. Solo le contraddizioni di qualunque ascesa sfrenata riusciranno a mandare in frantumi le sue sicurezze. A queste è legata la morte della figlia Clara, trovata nuda e ricoperta di sangue sulla provinciale che collega Bari a Taranto.
A firmare l’adattamento del testo è Linda Dalisi, una delle penne più interessanti del panorama teatrale contemporaneo. Un cast quasi interamente al maschile per raccontare la ferocia del mondo patriarcale: unica attrice in scena, Francesca Mazza nei panni di una mater familias non meno spietata. Intorno a lei, una galleria di personaggi atrocemente realistici agiscono all’interno di una scena (firmata da Daniele Spanò con le luci di Giulia Pastore) che da luogo realistico (l’interno della villa dei Salvemini) si trasforma, col procedere dello spettacolo, in paesaggio metafisico delle vicende narrate. "La Ferocia" prende così la dimensione di una tragedia contemporanea, particolare e universale allo stesso tempo, e si nutre delle parole di un grande romanziere, nato e cresciuto in un Sud da sempre attraversato da grandi narrazioni.