DAL 14 AL 19 MAGGIO

All'Elfo Puccini le Memorie di Ivan Karamazov: Orsini tra i fantasmi di antichi delitti e nuovi colpevoli

Al centro dello spettacolo la leggenda del Grande Inquisitore, che mette sul banco degli imputati Gesù Cristo ritornato sulla terra. L'attore: "Ho immaginato per il mio personaggio un finale che il suo autore gli aveva negato"

12 Mag 2024 - 03:20
 © Ufficio stampa

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Gesù Cristo ritornato sulla terra, il Grande Inquisitore e Ivan Karamazov. Sono i tre personaggi che Umberto Orsini interpreta nelle sue "Memorie di Ivan Karamazov" che va in scena all'Elfo Puccini di Milano dal 14 al 19 maggio. Lo straordinario character inventato da Fedor Dostoevskij viene sviscerato dall'attore, ospite per una settimana nella sala milanese, dove riporterà in vita una figura controversa e tormentata: il libero pensatore creato dallo scrittore russo, che teorizza, nella sua allucinata analisi della realtà, l'assenza di moralità nella natura umana e accompagna all'omicidio l'assassino di suo padre Fedor, il figlio illegittimo Smerdiakov, proprio con le sue teorie della "necessità del delitto". 

Fotogallery - Teatro dell'Elfo, le memorie di Ivan Karamazov nella versione di Umberto Orsini

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I fantasmi di Ivan

 L'attore ha fatto di Ivan uno dei personaggi simbolo della sua carriera teatrale e televisiva. E in questo spettacolo interpreta i fantasmi del fratello più "razionale" della triade dostoevskiana in una sorta di thriller psicologico e morale. All'interno delle memorie allucinate messe in scena, spicca proprio il confronto tra Cristo e il Grande Inquisitore. Che, a dire il vero, confronto non è: solo l'inquisitore parla. Cristo tace. Esattamente come accade durante la sua condanna narrata dai vangeli, davanti ai sommi sacerdoti e a Pilato. Il messaggio: se oggi Cristo tornasse sulla terra, i custodi della religione, della fede, della sua Chiesa, lo condannerebbero di nuovo a morte. 

Tra delitti e confessioni

 In questa ultima puntata del percorso di Orsini negli incubi di Ivan, l'attore immagina le confessioni del suo personaggio, che cerca di chiarire i suoi sentimenti e il suo pensiero, spiegando e giustificando le conseguenze criminali della sua filosofia. L'artista si addentra dunque in un viaggio nella coscienza umana attraverso gli eterni tabù dell'uccisione del padre, dell'incontro con il diavolo, della giustificazione del male. 

Romanzo di omicidio

 E, nella reinterpretazione dell'assassinio di Fedor, il padre dei tre fratelli Karamazov, rivede colpe e colpevoli, ridimensionando la responsabilità dell'omicida e valorizzando quella di chi guida le sue azioni con suggerimenti, parole, pensieri. Insomma, dà una lettura diversa del terribile omicidio in cui culmina il romanzo-testamento dello scrittore russo. 

Orsini: "Il mio Ivan Karamazov"

 "Da quasi mezzo secolo conosco il signor Ivan Karamazov - scrive Orsini nelle sue note allo spettacolo -. Da allora ci siamo guardati nello specchio e ci siamo confusi uno nell'altro, al punto di identificarci o deidentificarci. L'ho costruito giorno dopo giorno qull'Ivan, gli ho dato un aspetto severo, l'ho fatto diventare biondissimo, quasi albino, gli ho messo un paio di occhialini tondi e dei colletti inamidati di fresco". Orsini ricorda quindi lo sceneggiato (allora si chiamavano così) sui "Fratelli Karamazov" trasmesso dalla Rai negli anni Settanta, che ha fatto da filo conduttore per tutta la sua esperienza artistica. Si definisce "il suo sosia", dice di averlo seguito, studiato, esplorato. E infine "mi sono preso la libertà di rappresentarlo come un personaggio che resiste nel tempo, e mi sono chiesto, e gli ho fatto chiedere, perché mai l'autore, il suo creatore, lo abbia abbandonato non-finito. E questo non-finito me lo sono trovato tra le mani oggi, come in-finito e dunque meravigliosamente rappresentabile perché immortale e dunque classico". 

Sulla scena dell'Elfo dunque il noto attore cerca di mettere la parola fine alla parabola di un personaggio che ha interpretato valori, fantasmi, tabù del nostro tempo. E di rileggerlo alla luce dell'evoluzione della società e della politica. 

Teatro Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33 - Milano
Drammaturgia Umberto Orsini e Luca Micheletti
dal romanzo di Fedor M. Dostoevskij
regia Luca Micheletti
con Umberto Orsini
scene Giacomo Andrico, costumi Daniele Gelsi
suono Alessandro Saviozzi, luci Carlo Pediani
assistente alla regia Francesco Martucci
produzione Compagnia Umberto Orsini

Da martedì 14 a giovedi 16 maggio ore 20:30, venerdi 17 ore 19:30, sabato 18 ore 20:30, domenica 19 ore 16
Biglietteria: tel. 02-00660606 biglietteria@elfo.org whatsapp 333-2049021

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