Va in scena all'Elfo-Puccini di Milano "Morte di un commesso viaggiatore", testo cult di Arthur Miller sul "sogno americano. L'attore e regista racconta a Tgcom24 come lo ha "spogliato della sua impostazione classica"
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Da "History Boys" a "Angels in America", passando per "Frost/Nixon", solo per citarne alcuni, fino ad arrivare a questa prima nazionale di "Morte di un commesso viaggiatore", in scena dal 10 gennaio al 2 febbraio. Elio De Capitani, attore e regista e tutto lo staff dell'Elfo-Puccini di Milano si rimettono in gioco, ancora una volta, rischiando, trasgredendo, raccontando un po' di quella verità, che spesso viene taciuta.
"Anche in questo testo, scritto dal grande Arthur Miller nel '49 si parla di noi. Di noi adesso. Della nostra agghiacciante situazione. Siamo nel cuore del nostro Paese, ma anche in quello della nostra famiglia. Mai testo è stato più attuale", racconta a Tgcom24 De Capitani, che nello spettacolo interpreta Willy Loman, commesso viaggiatore, brillante venditore dalla lingua sciolta, che ha fondato la sua vita sulla rincorsa del successo personale e professionale e sull'aspirazione alla "popolarità" per sé e per i propri figli, e che si ritrova a 63 anni, a raccogliere i cocci della sua vita, tutta costruita sui sogni, sulle illusioni e sulle bugie. In due parole sul cosiddetto "sogno americano".
"Un sogno avvelenato, che si nutre tuttavia della sua dualità, sogno come menzogna, simulazione, inganno, ma anche progettualità, energia propulsiva, invenzione. Questo è il sogno americano. E' su questo che abbiamo puntato, sia nell'interpretazione del testo di Miller, sia nella sua messinscena". Willy Loman non trova altra via d'uscita se non il suicidio, ma gli ultimi suoi due giorni di vita costituiscono l'impalcatura portante di tutta la pièce: "Abbiamo fatto tabula rasa dell'impostazione "classica" di "Morte di un commesso viaggiatore", cavallo di battaglia di mostri sacri del teatro, e ne abbiamo creato una completamente nuova, più sognante, estrapolando tutta la creatività che Miller ci ha messo dentro. Ne è venuto fuori uno spettacolo che oscilla tra presente e passato, sia nella scenografia che diventa uno spazio in continuo movimento, sia nel testo, dove il passato però non è una sequenza di flashback della mente del protagonista, bensì il susseguirsi dei suoi sogni".
"The Inside of his head", dentro alla sua testa, sarebbe dovuto essere il titolo originale. Dentro alla testa di Willy Loman, che non è più capace di stare nella realtà e che non distingue più tra sogno e ricordo, tra la vita vera e quella che si agita nella sua testa. Su questo De Capitani ha lavorato e puntato tutto, creando uno spettacolo in cui non c'è quasi distinzione tra ciò che accade veramente e ciò che è frutto dell'immaginazione e del sogno appunto.. "C'è il marchio di fabbrica dell'Elfo in questo spettacolo, c'è un lavoro di staff per le luci di Michele Ceglia, le scene e i costumi del fedele Carlo Sala. E poi c'è lo staff di attori, Cristina Crippa, mia moglie nella vita e nella pièce, e ben cinque attori che arrivano da "History Boys": Andrea Germani, Vincenzo Zampa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei e Gabriele Calindri. Questo spettacolo siamo noi, noi che parliamo del nostro Paese, della nostra tragica realtà". Eppure aggiunge De Capitani "non aspettatevi uno spettacolo dai toni medio grigi, la pièce è straziante, sì, ma anche sognante e divertente. E' il teatro, proprio come lo si rappresenta "banalmente" nell'iconografia tradizionale, la maschera dal doppio volto comico e tragico. E' dramma, tragedia e commedia". Come la nostra esistenza, quella dei tanti Willy Loman che popolano il nostro Paese.
Elfo Puccini, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33 - Da venerdì 10 gennaio a domenica 2 febbraio - Martedì/sabato ore 20:30, domenica ore 16:00 - Prezzi: intero € 30.50 - ridotti € 27 e € 16 - martedì € 20