AL CINEMA E A TEATRO

Emanuela Grimalda: "Il messaggio alle donne in "Assolo"? Bastare a se stesse"

L'attrice, nel cast del nuovo film di Laura Morante si racconta a Tgcom24 e parla del suo ultimo spettacolo teatrale sulla fecondazione assistita...

17 Gen 2016 - 15:06

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Al cinema nel nuovo film di Laura Morante "Assolo” nel ruolo di Giusi, maestra d'asilo dal colore dei capelli "audace” e dal 4 al 7 febbraio a teatro a Milano con "Le difettose” sul tema della fecondazione artificiale, Emanuela Grimalda, attrice e autrice, si racconta a Tgcom24: "Noi donne? Viviamo una sindrome di Peter Pan al femminile..."

Emanuela Grimalda: "Il messaggio alle donne in "Assolo"? Bastare a se stesse"

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Secondo film da regista di Laura Morante, che torna dietro e davanti la macchina da presa dopo il successo di “Ciliegine”, “Assolo" è una commedia divertente e intelligente su una donna meravigliosamente imperfetta, Flavia interpretata dalla stessa Laura Morante e con un cast ben assortito da Francesco Pannofino a Gigio Alberti, Massimo Giallini, Carolina Crescentini, Emanuela Grimalda, Piera degli Esposti, Barbora Bobulova e molti altri.

Come sei arrivata sul set di Assolo Emanuela?
La storia di come Laura mi ha chiesto di fare questo personaggio è rocambolesca. Io e lei abbiamo lavorato insieme ne “La bellezza del somaro” e ci conosciamo e apprezziamo reciprocamente da un po'. Mi ha mandato un messaggi per dirmi che mi voleva affidare un ruolo nel suo ultimo film. Io però ero incinta all'ottavo mese (il bambino è nato nell'agosto 2015) e lei, da donna a donna, ha capito subito e mi ha aspettato. Io ci tenevo molto a lavorare con lei e lei a lavorare con me. Così dopo 20 giorni dal parto ero già a provare... Devo ringraziare Laura per avermi aspettato.

Nel film Flavia, che ha due matrimoni alle spalle, due figli, un cane in prestito ed è sempre alla disperata ricerca del consenso e dell'affetto delle persone che la circondano, è incapace di separarsi emotivamente dai suoi ex mariti Gerardo (Francesco Pannofino) e Willy (Gigio Alberti), e intesse rapporti amichevoli anche con le loro nuove compagne, Giusi (Emanuela Grimalda) e Ilaria (Carolina Crescentini).

Che tipo di personaggio è Giusi?
"Giusi è una maestra d'asilo con i capelli rossi, molto divertente. I suoi capelli indicano la sua libertà e sfrenatezza sessuale, che turba in qualche modo Flavia. Il personaggio mi è piaciuto subito per la sua semplicità e per quel suo osare con una capigliatura esageratamente audace. E' una donna d'altri tempi, di quelle che sembrano subire, ma che poi in realtà manovrano tutti, dando però all'uomo l'impressione di essere lui al comando...

Qual è il messaggio del film secondo te?
Il film tocca un punto importante che riguarda tutti, ma storicamente soprattutto le donne: l'accettazione di sé in un momento di passaggio determinante come quello in cui si capisce di non essere più un oggetto desiderabile dagli altri. Il messaggio è che bisogna bastare a se stesse e non vivere più dello sguardo altrui. Io lo dico sempre: bisogna inventare se stesse, inventarsi di essere belle, buttare all'aria le infrastrutture, che ci sono state appiccicate addosso in quanto donne e femmine.

Anche il tuo prossimo spettacolo teatrale "Le difettose” in scena dal 4 al 7 febbraio nel Teatro Sala alla Fontana a Milano parla di donne e del loro ruolo nella società odierna...

Cercavo un testo da mettere in scena e mi sono imbattuta in questo di Eleonara Mazzoni, autrice che già conoscevo. Già il titolo mi è subito piaciuto perché in difetto le donne si sentono sempre. Il termine in qualche modo ci riguarda, quella del "difetto" è una categoria in cui le donne spesso e volentieri rientrano. Poi c'era il discorso sul percorso di fecondazione assistita... Il testo parla di questo. Io interpreto 7 personaggi diversi per inseguire, attraverso la storia di Carla - la protagonista - il percorso di fecondazione assistita nei termini di sentimenti e persone e non di leggi o ideologie.

Ed è il tempo la parola chiave. Viviamo questo paradosso legato al lavoro e all'aspettativa di vita che si è allungata senza però che la nostra capacità biologica di procreare si sia adattata a questo. E così procrastiniamo ciò che un tempo si faceva biologicamente molto prima e questo crea degli scompensi. Viviamo una sorta di sindrome di Peter Pan allargata

E tu, che hai partorito a 50 anni, ti senti chiamata in causa?
Il nostro tempo, la scienza che apre nuove frontiere, anche etiche , ci porta ad un certo modo di vivere diverso da quello di prima. Mi sento frutto del mio tempo e mi faccio delle domande. Non so cosa significhi essere madri a 50 anni. Non ancora, lo sto sperimentando adesso. Diventando madre però mi sono resa conto di non essere eterna... della mia caducità.
Su questi temi, su queste questioni pungenti e attuali Emanuela Grimalda si sofferma nello spettacolo teatrale e... anche nella vita, perché: "lo scopo del teatro è anche e soprattutto questo: divertire e indurre a riflettere e a pensare".
4-7 febbraio
EMANUELA GRIMALDA - LA CORTE OSPITALE
LE DIFETTOSE
Teatro Sala Fontana Via Boltraffio 21 - Milano

PREZZI
Da 9 a 18 euro
www.teatrosalafontana.it
ORARI SPETTACOLI Giovedì - sabato ore 20.30 domenica ore 16.00

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