IL RITORNO

Eminem alla guerra: ecco "Revival", tra attacchi a Trump e drammi personali

E' uscito "Revival", il nuovo album del rapper di Detroit, che torna a quattro anni dal precedente lavoro. Tra gli ospiti Ed Sheeran, P!nk e Alicia Keys

di Massimo Longoni
16 Dic 2017 - 11:06
 © ufficio-stampa

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E' uscito in tutto il mondo "Revival", nono album di studio di Eminem. Prodotto da Dr. Dre e Rick Rubin è il primo lavoro in quattro anni del rapper di Detroit e si avvale delle collaborazioni di Beyoncé, Alicia Keys, Ed Sheeran, P!nk e Skylar Grey. Un lavoro dall'impatto fortemente politico, sin dalla copertina sulla quale campeggia una bandiera americana, ma che lascia anche ampio spazio ai tormenti privati di Eminem.

Nel bene e nel male Eminem è diventato una stella di prima grandezza in grado di travalicare il recinto dell'hip hop e, paradossalmente, ora che non è più addidtato come il pericolo numero uno per (presunte) posizioni omofobe e misogine, arrivano i problemi. Perché la sua "normalizzazione" è stata vissuta dal pubblico che lo ha amato agli inizi come un tradimento. E "Revival" non farà che rinfocolare posizioni polemiche. Basta scorrere l'elenco dei featuring per capire il perché. I nomi sono soprattutto quelli di stelle pop, e infatti le collaborazioni con Ed Sheeran ("River") o con Alicia Keys ("Like Home", uno dei momenti meno riusciti dell'album), hanno un taglio estremamente lontano dall'hip hop.

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Eppure concentrarsi solo su questo aspetto sarebbe estremamente riduttivo. Nell'album ci sono ampi passaggi di rap classico (grazie soprattutto alla produzione di Rick Rubin), dove le rime si dipanano su beat minimale e atmosfere quasi plumbee. D'altronde gli argomenti non sono leggeri, dalla critica violenta a Donald Trump in "Untouchable" (altra posizione che da molti fan della prima ora non è statas apprezzata) al racconto dei propri tormenti personali, dal peso di dover essere all'altezza di un livello troppo alto al quale si è messo ("Walk On Water"). 

C'è poi l'ormai consueto sfoggio di virtuosismo, che nello scorso album era in "Rap God" e qui in "Offended", dove verso la fine del brano Eminen sciorina una quantità di sillabe impressionanti a una velocità da record, il tutto tra un insulto a Trump e famiglia e l'altro. Nel disco c'è anche tanto rock, dal campionamento della voce di Dolores O'Riordan che canta "Zombie" all'inizio di "In Your Head", fino a "Remind Me", costruita completamente (e in maniera abbastanza pedissequa) su "I Love Rock and Roll" di Joan Jett, della quale viene troncato solo il ritornello.

Nel complesso "Revival" è un lavoro discontinuo, in parte proprio a causa della sua ricchezza: 19 brani per un'ora e un quarto di musica, con diversi mani a livello produttivo, sono una lunghezza nella quale è difficile evitare qualche scivolone. Ma li talento tecnico e l'acutezza di scrittura di Eminem restano basi talmente solide che alla fine ne risulta comunque un album importante, quasi fatto apposta per dividere e fare discutere. Sicuramente impossibile da ignorare.

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