Emma Dante presenta il suo ultimo spettacolo "Extra moenia"
© Rosellina Garbo
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Lo spettacolo è prodotto dal Teatro Biondo Palermo in coproduzione con Atto Unico – Carnezzeria e con Sud Costa Occidentale
Con "Extra moenia" Emma Dante torna nei "luoghi" a lei più cari, quelli in cui si muovono gli emarginati, gli umili e i disperati del mondo, quelli che vivono, appunto, fuori dalle mura, come suggerisce il titolo, locuzione latina che significa proprio “fuori dalle mura della città”.
© Rosellina Garbo
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Ultimo spettacolo della regista palermitana, prodotto dal Teatro Biondo di Palermo, in coproduzione con Atto Unico – Carnezzeria e con Sud Costa Occidentale, "Extra moenia", in scena il 14 aprile al Teatro Civico di Rho, racconta, senza una vera trama e senza l'esigenza di trovarla, come spesso accade negli spettacoli della regista siciliana, i momenti di una giornata qualunque in cui una comunità si sveglia, si prepara ed esce di casa per affrontare il mondo, fuori dalla propria residenza, dalla propria "casa".
In scena 14 attori, una comunità, un coro, un insieme di corpi, che si muovono all'unisono in una danza, che rappresenta il cammino della vita.
"Danziamo, danziamo… altrimenti siamo perduti", scrive Emma Dante, citando la grande ballerina tedesca Pina Bausch.
Allegoria di un tempo, il nostro, in cui si accavallano orrori, ingiustizie e brutture, la regista affida alla danza, al movimento libero e casuale, un potere liberatorio e salvifico. E questo fanno sul palco i protagonisti di Extra moenia", anime "perse" che camminano, insieme, si scontrano, si incontrano, si separano per poi ritrovarsi e forse... salvarsi.
Dalla sveglia mattutina, in un crescendo animato di suoni, parole e gesti, si susseguono accadimenti legati al presente. C’è un ferroviere, c’è la donna ucraina che scappa dai bombardamenti, c’è il migrante che arriva dal Congo, c’è il militare che esalta la guerra, ci sono due innamorati che si promettono amore ma lei non si decide a sposarlo, c’è una famiglia religiosa, una donna iraniana, due calciatori del Palermo, c’è lo stupro del branco, il mercato, il lungo elenco dei divieti, c’è il grido di protesta e il canto di speranza. Tutti si ritrovano per strada, fuori dalle mura di casa, per vivere insieme le meraviglie e le miserie della vita.
Prima su un treno, poi in una piazza, in una chiesa, al bar, poi di nuovo per strada, al freddo, al caldo, in un posto non sicuro dove un attentato semina il panico fino ad arrivare al mare in un naufragio collettivo.
"Alla fine della giornata questa comunità è immersa in un mare di plastica dove, dolcemente, si lascia andare alla deriva", così racconta la regista: "Le relazioni, gli incontri, le frustrazioni e i fallimenti sono alcuni dei tasselli del frenetico mosaico di questa giornata. Dall’alba al tramonto tutti e tutte camminano insieme, nella stessa direzione. Il cammino è l’unico modo per liberarsi del proprio fardello in un rituale condiviso, liberatorio e potente. Extra moenia è una ballata allegorica che mostra le atrocità del nostro tempo".