QUINTO ALBUM

Ensi, arriva “V”: “Il mio disco più maturo, credibile e... calibrato”

L'1 settembre esce il quinto album del rapper e freestyler, che a Tgcom24 dice: “E' il mio miglior disco fino ad oggi, quindi vuol dire che il migliore lo devo ancora fare... "

di Antonella Fagà
30 Ago 2017 - 09:26
 © ufficio-stampa

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"Ora che siamo grandi che si fa...", recita una strofa di "Ribelli senza causa", la canzone che apre "V", il nuovo disco di Ensi, all'anagrafe Iari Ivan Vella, classe 1985. Il rapper, re del freestyle, tira le somme della sua vita e della sua carriera, superato il giro di boa dei 30 anni, con il suo quinto album (V in romano), che prende il nome del figlio Vincent, del suo cognome e anche del suo primo album “Vendetta”, scritto 10 anni fa e che si avvale delle collaborazioni di Clementino, Luché, Il Cile e Gemitaiz & Madman: "Senza dubbio il mio miglior disco fino ad oggi, quindi vuol dire che il migliore lo devo ancora fare.. ".

Tre anni fa "Rock Steady", adesso "V"...
Il nuovo disco era work in progress da quando ho finito l'altro. Ma non ero pronto... dovevo prendermi del tempo, sono successe troppe cose, ho avuto un bimbo, e non potevo occuparmi di un disco, per il quale hai bisogno di concentrazione. E poi è morta mia madre... Ho vissuto così una sorta di vita parallela, mi sono allontanato un po' dal mondo del rap, ho fatto dei live, ma niente di specifico... Ho raccolto materiale e poi mi ci sono messo e l'ho confezionato.

Che disco è “V”?
E' un disco vulcanico, che parla di rap, con una visione a 360 gradi, un disco in cui tiro le somme, che parla di cosa è successo, di noi che volevamo spaccare il mondo da piccoli e poi il mondo ci ha sconfitto, dei sogni infranti contro la quotidianità di tutti i giorni... Un disco con cui prendo però anche le distanze da tutti i tormenti, le problematiche del rapper e del cantante, perché ho capito che la vita è altrove. A un certo punto diventi grande e capisci che le cose importanti sono altre e un figlio e una famiglia sono ciò che vale davvero. Rivedi insomma le tue priorità...

Possiamo definirlo un disco positivo quindi?
Non lo so... non può essere né solo nero né solo bianco, ci sono cose belle e cose brutte, come racconto in “Tutto il mondo è quartiere”. Ciò che mi ha reso felice alla fine di questo disco è avere avuto la conferma del perché io faccio questa musica. Il rap è stato fondamentale nella mia vita, mi ha permesso di dire delle cose e questo disco mi ha fatto riscoprire come la musica sia per me terapeutica, anche se a volte trasmette una visione disillusa, c'è sempre qualcosa di speranzoso. Ho un figlio e non posso essere negativo...ho tanti progetti. Guardo però anche quello che succede agli altri, che non hanno magari la fortuna che ho io. Sono tornato a vivere nel quotidiano, ma con un certo distacco, che mi ha permesso di tornare a godere delle cose cose belle

Parli molto di tua madre in questo disco...
L'amore di mia madre lo capisco solo adesso, che non c'è più e che io sono padre. In “Mamma diceva” parlo di lei e riprendo una frase che lei mi ripeteva sempre; “… fai del bene e dimentica, fai del male e ricorda“. C'è tanto del rapporto con lei, di quello che mi ha lasciato. Le persone muoiono veramente solo quando si smette di parlare di loro e lei non morirà mai. Mi dispiace che mio figlio non l'abbia conosciuta e mi piace averla citata in “Vincent”, la lettera che gli ho scritto. Li ho fatti incontrare.

In quanto alle collaborazioni...
Clementino non c'era mai stato nelle mie cose. Era sempre lui ad invitarmi ed era giunto il momento, toccava a me. Abbiamo avuto destini abbastanza comuni. Lui è rimasto sano e giocoso, non si è lasciato spostare dal suo baricentro e insieme abbiamo cantato una canzone che ricorda i nostri trascorsi simili. Con Luchè non avevo ancora mai collaborato. Lo stimo moltissimo e penso sia sottovalutato dalla scena. E' bravo da quando ha cominciato a rappare e sono contento che sia tornato per riprendersi ciò che gli spetta. Sono onorato di averlo nel mio disco. Con Madman e Gemitaiz ho fatto "4:20". Da tempo volevo fare una "joint song" e nessuno era più a tema di loro. Il Cile infine è l'unica figura con cui non avevo ancor avuto nessun punto di contatto. Ci siamo conosciuti fuori dall'ambiente rap, è un ex rugbista come me, abbiamo parlato di tanto e ci siamo trovati. La canzone “Identità”, che ho fatto con lui, parla della mancanza di riconoscimenti a chi ha meriti, del “vizio” di autoproclamarsi, dei talent che veicolano la musica... “Non basta che mi segui serve che ci credi”, dice il ritornello, perché è questo quello che è importante, affinché la musica e la passione vadano avanti

La canzone che ti piace di più
“Mamma diceva” perché sono riuscito a far quadrare il significato del testo con la forma della canzone e mi sono messo in gioco anche tecnicamente. La maturità di questo disco sta nel mix ben equilibrato di interpretazione, scrittura, musica, contenuti. E' un disco calibrato e equilibrato, credibile musicalmente e contenutisticamente. Mi piace molto anche “Sugar mamma”, che poteva diventare una cosa leggera e senza peso, ma poi ci abbiamo messo il jazz... abbiamo calibrato tutto ed è venuto bene.

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Com'è Ensi papà ?
Dovremmo chiederlo a Vincent, ma è un ruolo che mi calza a pennello... Mi piace vedere mio figlio già tagliato a modo suo. Noi possiamo indirizzarlo e smussare angoli, ma il nostro ruolo di genitori è quello di di trasmettergli passioni. La lacuna delle generazioni di giovani è di non essere in grado di coltivare e scoprire le proprie passioni. Bisogna trovare delle cose, che nella quotidianità ci appaghino. Mi piacerebbe che mio figlio ce le avesse e il nostro compito è quello di aiutarlo ad alimentare tali passioni

Qual è la tua visione del mondo della musica oggi?
Vedo delle cose buone e delle cose cattive. Non ci sono solo quelli che si adeguano e che si fanno veicolare, quelli che escono dai talent, che fanno presa sui teenager, bensì un sacco di gruppi che funzionano, che spesso vengono tagliati fuori però dal mercato musicale, come i gruppi indie ad esempio. Quindi la musica c'è, qualcosa che si muove c'è. .. Mi spiace constatare che i media veicolano solo un certo tipo di musica però... Si parla tanto di rap, ma la realtà è che non c'è una radio, una rivista o un canale televisivo dedicati a questo genere... bisognerebbe davvero premere l'acceleratore, perché altrimenti è come avere una Ferrari e non rendersene conto. Però non mi sento di essere negativo e di lamentarmi. Oggi in realtà c'è una tale libertà di mezzi e di scelta, basta guardarsi un po' intorno per trovare quello che si vuole. Il mio appello ai tanti giovani che fanno musica è: non dimenticatevi del perché lo fate, non perdete l'obiettivo, non arrendetevi, create il momento e l'occasione. Il mondo ha bisogno dell'arte e della musica. Non bisogna sentirsi troppo addolorati e sconfitti, bisogna invece vedere e cercare di capire come piegare il tutto alla musica e all'arte.

Ensi partirà con un tour tra l'autunno e l'inverno, ma prima incontrerà i fan negli store delle principali città italiane a partire dal 1 settembre. Questi gli appuntamenti:
1 settembre TORINO Feltrinelli  – h. 18.00 2 settembre BARI Feltrinelli h. 15:00 e BRINDISI Feltrinelli h. 18:30 3 settembre SALERNO Feltrinelli h. 15.00 e NAPOLI Feltrinelli h. 18.30 4 settembre ROMA Discoteca Laziale h.18.00 5 settembre FIRENZE Galleria Del Disco h.15.00 e BOLOGNA Mondadori h. 18.30 6 settembre PADOVA Mondadori h. 15.00 e VERONA Feltrinelli h.18.30 7 settembre MILANO Mondadori Duomo h. 18.00

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