Ermal Meta torna con la su "Tribù Urbana"
© Ufficio stampa | Foto di Emilio Timi
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L'artista, primo nella classifica provvisoria della seconda serata di Sanremo 2021, presenta il nuovo album in uscita il 12 marzo, che contiene il brano "Un milione di cose da dirti"
Foto di Emilio Timi © Ufficio stampa
A tre anni dall'ultimo disco "Non Abbiamo Armi", Ermal Meta torna con "Tribu' Urbana", il nuovo album di inediti con 11 brani tra cui "Un milione di cose da dirti", con il quale, nella seconda serata a Sanremo, ha conquistato il primo posto nella classifica provvisoria. "Un disco strano per me... in cui ho scritto le canzoni immaginandomi in platea col pubblico, con l'intento di farle cantare a squarciagola dalla gente...", racconta il cantante.
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"Di solito scrivo immaginandomi sul palco, perché il live è quanto amo di più ed è ciò che mi manca maggiormente in questo momento, ma questa volta è stato diverso", ha spiegato Ermal Meta, che nel nuovo disco non ha previsto nessuna collaborazione: "Ci ho lavorato con la voglia di correre e con la voglia di libertà, quando la libertà era un privilegio che non ci era concesso. Non ho pensato quindi a inserire altri all`interno del disco. Vedo troppi featuring a volte anche sconnessi..".
Un disco "leggero" come lo definisce lui stesso, che si avvale tuttavia dell’altissimo livello di scrittura dell’artista, della sua grande capacità di dare voce ai sentimenti, e raccontare il mondo attraverso storie di vita, guardando negli occhi uno ad uno i componenti della Tribù Urbana" di cui tutti facciamo parte.
© LaPresse
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"Il titolo mi è venuto in mente ascoltando tutti i brani insieme. Gli esseri umani tendono a stare vicini, la tribù non è però un luogo fisico ma è l`anima che unisce le persone, un filo rosso che le lega, come la musica. La tribù urbana, un po' come la musica, non esiste fisicamente".
Parlando poi di alcuni brani dell'album l'artista ha spiegato che 'Stelle Cadenti' è una delle canzoni dell'album, che più gli stanno a cuore e che aveva anche pensato di portarla al festival, "ma 'Un milione di cose da dirti' mi sembrava più adatta. Sono andato a Sanremo più volte, ma mai con una ballad. È la prima volta. Con questo brano non ho messaggi particolari da lanciare, a volte non ce n'è bisogno, ci vado con un proposito squisitamente musicale, salire finalmente sul palco, perché quello dell'Ariston è l'unico al momento dove si può salire, e cantare al meglio il mio pezzo e la cover. Non ho un milione di messaggi da mandare, mi interessa solo che chi mi ascolta si emozioni con me...".
Tra i brani, anche "Gli invisibili": "Per tanti anni mi sono sentito invisibile anche io, come quando scrivevo canzoni per altri, ed è per questo che poi ho deciso di mettermi a fare da solo...". Nella serata delle cover, Meta, accompagnato dalla Napoli Mandolin Orchestra, interpreterà invece Caruso di Lucio Dalla. "L'ho scelta perché tutti mi hanno sconsigliato di farla: sono fatto così, vado controcorrente e preferisco misurarmi con i miei limiti. Una sorta di punizione calciata al 93/o: vediamo se mi avvicino almeno allo specchio della porta".
E poi c'è "Nina e Sara", ambientata nel 1987 e che tratta un tema ancora tabù: "Andiamo su Marte e sulla Terra ancora non si accetta l'amore nelle sue diverse forme", racconta Ermal: "In quanto a libertà individuale siamo nel Medioevo. La canzone nasce da una storia personale. Quando avevo 16 anni avevo una fidanzatina, molto strana... un'anima in pena e io non capivo cosa ci fosse che non andava con lei. Tre anni dopo che la nostra love story era finita, l'ho ritrovata felice e fidanzata con una ragazza e allora ho capito quanto aveva dovuto soffrire nel non poter vivere liberamente la sua sessualità...".
In quanto alla canzone sanremese Meta spiega infine: "L'ho scritta anni fa, in un periodo particolare, di solitudine. Era da poco iniziata la mia carriera da solista, avevo tante cose da dire e le ho buttate giù in 10 minuti in una canzone, è una canzone d`amore verticale, che per me ha la gioia della consapevolezza di aver avuto qualcosa di importante che supera il dispiacere di averla persa".
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