AL PARENTI DI MILANO

"Farà giorno" porta la storia d'Italia in scena

Al teatro Parenti, il remake di un vecchio successo, con tre bravissimi attori e un racconto imperdibile

09 Mag 2023 - 21:42
 © Ufficio stampa

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Per riflettere. Per commuoversi. Per ridere, e per piangere. Ma soprattutto per (provare a) capire l’ultimo secolo di storia italiana. "Farà giorno", al teatro Franco Parenti di Milano fino al 28 maggio, è il riuscito remake di un grande successo del passato (con protagonista l'indimenticato Gianrico Tedeschi). Il regista Piero Maccarinelli rimette in scena una storia dell’altro secolo ma sempre attualissima: quella di Manuel (Alberto Onofrietti: straordinario, una felice scoperta!), giovane fascistello della periferia romana che investe con la macchina Renato (Antonello Fassari, bravo a trovare, e a far vibrare, le proprie corde drammatiche), un vecchio partigiano comunista. Per evitare di essere denunciato per guida senza patente Manuel offre (e ottiene) di prendersi cura dell’anziano malato a domicilio. A loro si aggiungerà, a metà storia, la figlia di Renato, Aurora (Alvia Reale), ex terrorista pentita, che torna a casa dopo trent’anni.

Insomma, tre generazioni a confronto senza cielo in una stanza, solo rabbie, dolori, rimpianti e colpi di scena. Sceneggiatura brillante, divertente, ma anche amara, delicata, onesta. Quella di Manuel e Renato è la storia di milioni di persone che non si sono mai capite, per secoli, per decenni, o anche “solo” per una vita. In questo Farà giorno, però, l’obbligata, claustrofobica cattività costringerà i protagonisti (spinti al cambiamento da un atavico senso di colpa) a rimisurare, rivalutare, riesplorare sé stessi e gli altri, scoprendosi più simili di quanto avrebbero mai potuto pensare. Da sottolineare la prova neorealista di Alberto Onofrietti, perfettamente calato (fisicamente, linguisticamente, spiritualmente) nella parte più difficile, quella diciamo del “colpevole”, del balordo, del razzista, del violento, insomma dell’indifendibile. Grazie a un lavoro di immedesimazione impressionante, Onofrietti costringe il pubblico a fare un passo verso il personaggio più livido della storia, mostrando la bellezza (im)possibile di un’anima vuota, abbandonata alla periferia di sé stessa. In attesa che faccia giorno.

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