Il nuovo disco contiene 4 inediti e 12 successi della band rifatti con Jovanotti, Tiziano Ferro, Giuliano Sangiorgi e Calcutta
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"Fino a qui" è il nuovo progetto discografico dei Tiromancino, fresco di pubblicazione, composto da 4 brani inediti e un'antologia 12 canzoni, tra le più significative della band, ricantate e riarrangiate insieme a molti big della musica italiana, tra cui Jovanotti, Alessandra Amoroso, Tiziano Ferro, Biagio Antonacci, Fabri Fibra, Thegiornalisti, Luca Carboni. Tgcom24 ha incontrato Federico Zampaglione che ci ha raccontato: "E' un regalo che arriva dopo 25 anni di musica, che mi hanno fatto, partecipando, dandomi ispirazione, supporto, arricchendo questi brani con le loro voci". E poi sul risultato finale, frutto delle diverse collaborazioni: "Mi piace che in questo disco ci siano ospiti sia dal mondo del pop che da un versante indipendente che appartiene al mio modo di fare. Tanto è vero che i Tiromancino sono rimasti sempre in una zona di mezzo, dialogando con il mondo dell'indie e quello del pop".
Nel disco, prodotto e arrangiato da Federico Zampaglione e Antonio Marcucci, sono presenti gli inediti “Sale, amore e vento", "Noi casomai", "Settembre scordati di noi", "Se mi verrai a cercare" feat. Alborosie. Mentre i pezzi dei Tiromancino riarrangiati sono "La descrizione di un attimo" (feat. Jovanotti); "Due Destini" (Alessandra Amoroso); "Per me è importante" (feat. Tiziano Ferro); "Un tempo piccolo" (feat. Biagio Antonacci.); "Liberi" (feat. Giuliano Sangiorgi); "Amore impossibile" (feat. Elisa e Mannarino); "Muovo le ali 2018" (feat. Fabri Fibra); "I giorni migliori" (feat. TheGiornalisti); "Strade" (feat. Calcutta); "Imparare dal vento” (feat. Luca Carboni); "Immagini che lasciano il segno” (feat. Linda Zampaglione).
-Come e perchè ti è venuta questa idea di rifare i brani dei Tiromancino riarrangiati insieme a grandi nomi della musica italiana
E' stata una cosa che ha preso corpo piano piano. La maggior parte di loro sono amici o persone con cui ci frequentiamo anche al di fuori della musica. Era capitato che in varie situazioni si facessero jam session o si ricantassero i pezzi insieme e sapevo che alcuni di loro amavano queste canzoni. A un certo momento ho iniziato a chiedere loro se gli sarebbe piaciuto cantarle. E ho avuto da subito dei feedback molto belli. E' stato molto bello perchè quando all'inizio cercavo di farlo, mi spaventavo da solo dell'idea da un punto di vista pratico, legale burocratico, tra liberatorie ed altri problemi se si sarebbe arrivati a farlo concretamente. Poi mi sono reso conto che la musica quando inizia ad andare, travolge tutto, e fa andare tutto liscio. Non mi sarei mai aspettato che andasse così bene. Il discorso dell'amicizia ha reso tutto in modo fluido.
-Come hai deciso chi dovesse partecipare?
C'è tanta amicizia e affetto dentro questo disco. Ognuno di loro ha portato energia e passione. Lorenzo ha amato tantissimo "La descrizione di un attimo", fino dalla prima volta che l'aveva ascoltata. Tiziano quando scrisse il suo libro parlò del pezzo "Per me è importante" che lo colpì molto. Giuliano Sangiorgi più che un collega è un fratello e con lui abbiamo rifatto "Liberi": lui stesso ai tempi in cui uscì il brano mi aveva dato in proposito tanti consigli. Elisa è una compagna di tanti viaggi e avventure. Quello con Biagio è stata da un'improvvisazione serale. Poi ad un certo punto lui ha improvvisato un ritmo alle percussioni e ha spostato il ritmo da tutt'altra parte, creando una versione inattesa.
- Che lavoro hai fatto con gli ospiti?
E' stato un lavoro impegnativo perchè bisognava mettere a proprio agio ogni artista, cambiando tonalità o facendo arrangiamenti che accogliessero personalità che avevano bisogno di un ambiente sonoro anche diverso dall'originale. E stato un lavoro molto meticoloso e appassionante. Non abbiamo utilizziato una mentalità commerciale, è un disco molto suonato e non c'era voglia di usare suoni rocamboleschi che vanno adesso in radio: è un disco che si prende i suoi tempi. C'è ricerca, sperimentazione e libertà. Questa è la cosa che mi piace di più del far musica: la possibilità di spaziare e divertirmi.
-I nomi coinvolti nel disco sono un abbraccio al panorama italiano dagli anni 90-2000 fino ad oggi, con il cantautorato pop. Invece Alborosie?
Ho sempre amato il reggae, è una musica con una melodia che arriva al cuore, ipnotica ritmicamente e che veicola messaggi molto forti con quel senso di apparente leggerezza. Mi aveva sempre affascinato Alborosie. Cantava con i Reggae National Tickets negli anni 90, poi ha voluto seguire il suo sogno ed è andato in Giamaica a fare quella musica, diventato una celebrità internazionale. La canzone ha echi reggae, come altre mie canzoni. Lui è stato molto contento di partecipare e la canzone è stata arricchita dalla sua anima.
-Come è scaturito il rifacimento di "Immagini che lasciano il segno" con la voce di tua figlia?
Mi chiedevo chi avesse potuto ricantare quella canzone, perchè è molto personale. Non trovando soluzioni, avevo pensato di rifarla acustica senza ospiti. Poi un giorno mia figlia è venuta in studio con me. A lei piace molto cantare e ho pensato di farle fare un intro. Così si è messa le cuffie e abbiamo registrato: l'ha cantata alla perfezione al primo tentativo. L'idea che mi piace è che quando si riascolterà sarà bello che realizzerà con quali personaggi è stata accumunata in questo progetto.
-Il suono Tiromancino nel 2018, come è cambiato per te e come è giunto a quello attuale.
Il suono dei Tiromancino è sempre stato in movimento. Io ascolto musica a 360°. Ho questa nuova abitudine di andare a dormire con le cuffie e ogni sera mi ascolto qualcosa di diverso, da Zappa agli Imagine Dragons, passando da Led Zeppelin e Bach a seconda di cosa mi ispira. Per me ascoltare musica vuol dire connettermi con tutta una serie di realtà e linguaggi. Non ho preclusioni e vado a periodi, ascoltando generi diversi. Questa cosa ha influito molto sulle scelte sonore della mia musica e dentro la musica che ho fatto c'è un po' di tutto. Se con il passare degli anni fosse rimansto un sound unico sempre uguale per me sarebbe stato noioso.
-A Venezia alle Giornate degli Autori hai presentato il video di "Noi casomai". Parlaci di questo video, concepito come altri dei Tiromancino come un cortometraggio.
Ho scritto la sceneggiatura ed è stato girato come un film e gli attori hanno seguito un filo logico emotivo, recitando seguendo un copione. Fortunatamente erano tutti attori molto forti, Francesco Montanari, Riccardo De Filippis, Gigia Marra, Virgilio Olivari. Gente di cinema. E' venuto fuori un progetto molto particolare che dà anche un messaggio sul finale: l'amore a volte ti cambia il percorso, poi ti chiudi e ti raffraddi. E' stato bello parlare di quel momento in cui stai chiudendo una porta nella tua vita.
-Il tuo rapporto con il cinema è molto stretto, sia per le tue canzoni hanno fatto da colonna sonora a film che per i tuoi tre film da regista. Hai in programma qualche progetto?
Fare un film è talmente faticoso che la tua testa è riempita solamente da pensieri legati alla realizzazione. Il mestiere del regista è molto logorante. A un certo punto mi ero stufato della musica, mi ero ritirato e mi sembrava di non avevo più stimoli o un sogno da seguire dopo avere inanellato diverse canzoni. Così mi sono dedicato anima e corpo al cinema. E adesso sono tornato alla musica e mi fa paura pensare al cinema e esserne risucchiato. Ma non chiudo la porta, non so se tornerò con un horror. Mi piacerebbe fare il film del mio libro che ho scritto con Giacomo Genzini: c'è una storia con la musica dentro in cui unirei i due mondi. Un giorno lo farò.
-Come sarà il tour, presentarai le canzoni nelle nuova veste?
Faremo un tour con una grande orchestra, non solo d'archi, con i pezzi riarrangiati. Sarà il concerto più impegnativo della mia vita ma con cui realizzo un mio grande sogno. Le location saranno i teatri, cioè posti che ti garantiscono un'ottima acustica. Per me è un'occasione da non perdere.