A MILANO FINO AL 22 DICEMBRE

Ferzan Ozpetek torna a teatro con i suoi "fantasmi": in scena al Manzoni "Magnifica presenza"

Dopo il successo di "Mine vaganti" il regista presenta la trasposizione teatrale di un altro dei suoi grandi successi cinematografici 

10 Dic 2024 - 15:16
 © Riccardo Ghilardi

© Riccardo Ghilardi

Ferzan Ozpetek torna a teatro con i suoi "fantasmi". Dopo il successo di "Mine vaganti" (2022) in scena al Teatro Manzoni di Milano, fino al 22 dicembre, c'è infatti un altro dei successi cinematografici del regista tra i più amati del nostro cinema, "Magnifica Presenza", adattamento scenico del suo film apparso in Italia del 2012.
"Spettacolo leggero e divertente", come lo descrive Serra Yilmaz, musa del regista e tra i protagonisti della pièce insieme a Tosca D'Aquino e Erik Tonelli: "Ma che non manca di far riflettere e, a tratti, anche di commuovere".

Al Teatro Manzoni "Magnifica presenza" di Ferzan Ozpetek

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© Stefania Casellato
© Stefania Casellato
© Stefania Casellato

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© Stefania Casellato

Tra illusione e realtà

  Commedia brillante, ma anche dramma d'amore, che si muove sul confine tra illusione e realtà, sogno e verità, passato e presente, "Magnifica presenza" si avvale del solido canovaccio cinematografico di Ozpetek, ma diventa sul palco, "qualcosa di diverso", come sottolinea Serra Yilmaz: "Abbiamo cambiato tante cose... Nella trasposizione teatrale Ferzan si è avvalso dei suggerimenti di tutto il cast".

Una ghost story tra amore e cinismo

  E così il racconto del giovane pasticciere gay, Pietro (Erik Tonelli), che si trasferisce a Roma con il sogno di diventare un attore e per ritrovare un vecchio amante, Massimo (Fabio Zarrella), ma che dovrà fare i conti con una delusione d'amore e con una casa infestata dai fantasmi, prende vita sul palco in maniera corale, grazie ad un ricchissimo cast di attori esplosivi, che oltre a Tosca D'Aquino, Erik Tonelli e Serra Yilmez, vede in scena anche Toni Fornari, Luciano Scarpa, Tina Agrippino, Sara Bosi e Fabio Zarrella, alcuni dei quali con un doppio ruolo nello spettacolo, trasformandosi in una "ghost story" a cavallo tra amore e cinismo, cinema, teatro ed incanto.  

Tra presente e passato

  Ambientata negli anni 90, in una casa vecchia e misteriosa d’inizio Novecento, tra mobili, sontuosi lampadari e grosse specchiere, la commedia si muove sin da subito su un doppio piano temporale con l'incursione di un gruppo fantasmi, una compagnia di attori, che in questa casa son tragicamente morti negli anni 40 durante la Seconda guerra mondiale e con i quali Pietro, nonostante la diffidenza iniziale, finisce con l'instaurare un saldo rapporto di amicizia. Sarà anche grazie alla loro compagnia e solidarietà che riuscirà ad affrontare alcuni momenti difficili. Della compagnia fa parte anche Luca, bellissimo uomo gay che ha avuto la sfortuna di nascere in un periodo storico ove non poteva esprimere i suoi sentimenti e che si approccia a Pietro con enorme dolcezza e gentilezza facendo sì che possa ricominciare a credere nell'amore. 

L'apertura mentale che fa vedere e sentire

  Ma è solo Pietro, l'unico che ha il "dono" di vedere questa sgangherata compagnia teatrale, composta da fantasmi, anime perse, "personaggi in cerca d'autore", che porta ancora addosso i sontuosi vestiti di scena dello spettacolo, che stava rappresentando prima di morire. 
"Solo lui possiede quell'apertura mentale, che gli permette di vedere e di sentire le magnifiche presenze che si abitano la casa".
E così con la classica e magica tecnica del "teatro nel teatro", la pièce conduce lo spettatore in un mondo fantastico, nel quale Ferzan colloca alcun dei suoi temi più cari, legadoli insieme con il tono leggero e divertente della commedia-cabaret, che sa conquistare il pubblico.

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