I Foo Fighters rendono omaggio a Taylor Hawkins
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E' il primo del gruppo guidato da Dave Grohl dopo la morte di Taylor Hawkins
I Foo Fighters sono tornati con "But here we are", il nuovo album uscito via Roswell Records/RCA Records mentre sono impegnati in un tour mondiale. Un lavoro che arriva dopo un anno di sconvolgenti perdite, introspezione personale e ricordi agrodolci. Infatti non è solo il loro undicesimo disco ma il primo capitolo della nuova vita della band. Una risposta brutalmente onesta ed emotivamente cruda a tutto ciò che i Foo Fighters hanno vissuto nell'ultimo periodo, una testimonianza del potere curativo della musica, dell'amicizia e della famiglia.
Recentemente nello streaming gratuito per tutti i loro fan "Foo Fighters: Preparing Music For Concerts" hanno svelato che con loro c'è Josh Freese alla batteria per il tour. Nella tappa del tour al Boston Calling è salito sul palco anche Shane Hawkins, il figlio di Taylor Hawkins che è tornato a esibirsi dal vivo con i Foo Fighters lo scorso weekend suonando "I'll Stick Around".
Coraggioso, tormentato e decisamente autentico, "But here we are" ècomposto da dieci brani. Si apre con il singolo "Rescued", un urlo primordiale, attualmente in radio. Sono già disponibili in digitale anche la ballata dream pop "Show Me How", l'energica "Under You" con sfumature punk, e "The Teacher" una canzone epica che dura 10 minuti. E' anche il brano più lungo che la band abbia mai registrato, costruita attorno alla voce posata di Dave Grohl e un'introduzione di chitarra, sovrapponendo ritornelli lirici a una serie di crescendo, picchi e discese, concludendosi nel tripudio di un overload sonoro. Una vera e propria epopea rock, qualcosa che la band non aveva mai fatto prima, ma allo stesso tempo resta immediatamente identificabile come Foo Fighters.
Le tracce dell'album affrontano una vasta gamma di emozioni, dalla rabbia e dal dolore, alla serenità e all'accettazione, con una miriade di punti intermedi. Incanalando dal punto di vista del sound l'ingenuità del debutto dei Foo Fighters nel 1995, reso più consapevole da decenni di maturità e profondità, "But Here We Are" ha il suono di una band di fratelli che trovano rifugio nella musica che li ha fatti incontrare 28 anni fa, un processo che è stato così terapeutico perché legato al proseguire della vita.
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