L'artista bresciano, in tour in estate, sarà tra i protagonisti dellʼHome festival di Treviso. L'intervista a Tgcom24
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A un anno dall'uscita di "Cratere", il primo singolo del disco d’esordio "Regardez Moi", Frah Quintale ha fatto uscire una speciale riedizione che contiene la versione in vinile dell'album con in aggiunta un cd, "Lungolinea", con una playlist di flussi creativo di brani e alcune nuove canzoni, tra cui "64 bars" con Bassi Maestro e la hit dell'estate "Missili" con Giorgio Poi, prodotto da Takagi & Ketra. Un momento importante e celebrativo per l'artista bresciano che in pochissimo tempo è esploso grazie a un fresco mix di hip-hop, pop, cantautorato che lui stesso definisce "street pop". Il suo tour estivo, partito da oltre due mesi, farà tappa il 29 agosto, all'Home Festival di Treviso, manifestazione di cui Tgcom24 è media partner.
Prima il Concertone del Primo Maggio ora un mega festival come l'Home. So che sei abituato all'intimità dei piccoli club: queste dimensioni ti creano problemi?
L'affluenza ai live è cambiata e c'è molta più gente e all'aperto è più difficile canalizzare l'attenzione. Ma sono sono cose che capisci solo andando in giro e facendo esperienza. Siamo arrivati al momento con una bella esperienza anche grazie a tutta la prima parte dell'estivo. All'inizio la versione live esterna mi ha fatto sentire stranito. Siamo passati da suonare in club da 500 persone a situazioni da 3000-5000. Ma ora mi trovo a mio agio.
Home festival punta sul concetto di casa, ascoltare musica insieme, mangiare, dormire nello stesso posto. Qual è il posto dove ti senti "a casa"?
Nell'ultima anno è stato lo studio, che è stata anche la mia casa. Ho avuto la possibilità di vivere dove lavoravo. Il disco l'ho fatto in casa mia. E' uno di quei posti dove c'è la magia.
Che tipo di set proporrai a Padova?
Il set è cambiato rispetto a quello proposto nei club. Siamo io e Ceri sul palco, abbiamo pezzi nuovi e li suoniamo in maniera diversa. C'è anche una batteria sul palco che suono io. Siamo rimasti sempre in due ma è cambiato tutto lo scheletro dello show.
Qual è la canzone di cui vai più fiero? Come sono le tue emozioni sul palco quando la canti e come la rendi dal vivo?
Il pezzo del disco di cui sono più contento è "Nei treni la notte". E' anche un bel momento live, sempre un pugno nello stomaco positivo: facciamo accendere gli accendini in platea. Ed è sempre un momento magico e dal palco vedere il pubblico è molto bello. E poi ogni volta che canto il testo è come se lo stessi sempre registrando.
A un anno dall'uscita dal singolo "Cratere" arriva addirittura una versione delux del tuo "Regardez moi". Hai mangiato le tappe e in un anno è successo tutto, te lo aspettavi? E cosa è cambiato per te?
Per prima cosa non vivo più in studio. Ma oltre a questo sono cambiate molte cose. Per primo io, anche dal punto di vista lavorativo. Ho preso più consapevolezza in quello che sto facendo. E' cambiato sicuramente tutto in positivo. C'è un po' di più di serenità nel fare musica. Prima era un punto di domanda e avere un riscontro così grosso non è che me lo aspettassi ma un po' ci credevo.
Spesso e volentieri vieni messo nel calderone di questo indie-pop-italiano. Questa cosa ti piace o dà fastidio?
Non mi fa né caldo né freddo. Io avevo dato una mia definizione della mia musica che è street pop, che è più adatto. Ma perché non vengo dall'indie ma dall'hip hop. L'etichettare un genere serve di più a un fruitore. Quando entro in studio non penso a fare un definito genere.
Il tuo disco in effetti è un piatto di cucina fusion con la combinazione di più generi. Come è nata questa ricetta, è una fusione stabile o ci sono alcuni di questi ingredienti che su cui vorresti maggiormente spingere?
In realtà sono uno a cui piace sperimentare. La cosa che mi aspetto di fare non mi piace mai. Sono super esigente, mi piacciono le sonorità strane. La mia attitudine in studio è quella di entrare senza sapere alla fine cosa porterò a casa.
Invece vedendoti nell'ambiente e scena hip hop hai un'emotività accentuata ben diversa da altri tuoi colleghi. Metterti a nudo scoprire la tua intimità (raccontando la tua vita sia nei testi che nei video) è una terapia, un bisogno, una cosa che ti viene spontanea?
E' una cosa che ho sempre fatto all'infuori della musica. Ad esempio ho disegnato e sono stato sensibile nel guardarmi intorno. Poi averlo portato in musica è una cosa che mi viene naturale ed è stato tante volte una terapia: la musica mi ha salvato per il fatto che mi ha fatto riflettere su tante cose e mi ha reso consapevole di quello che mi stava succedendo.
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Queste le prossime date del tour:
05-08 LAMEZIA TERME (CZ), Color Fest
10-08 RECANATI (MC), Piazza Leopardi
11-08 VENTICANO (AV), Na Bella Cosa Festival
16-08 GROTTAGLIE (TA), Cinzella Festival
18-08 TERMOLI (CB), Musurplage 2018
23-08 ASSISI (PG), Riverock Festival
24-08 RAVENNA, Area Pala De Andrè
01-09 TREVISO, Home Festival
08-09 POTENZA, Piazza Pretoria
14-09 SALUZZO (CN), Aritmia Music Festival
15-09 MODENA, Ponte Alto - Arena del Lago
05-10 ROMA, Spring Attitude Festival