Francesco De Gregori: "Sono speranzoso: l'Italia avrà un bel futuro"
© Daniele Barraco
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Presenta il doppio cd "VivaVoce" in cui rivisita 28 suoi successi con ospiti speciali
"VivaVoce" è il doppio album di Francesco De Gregori che include 28 brani del suo repertorio con arrangiamenti inediti perché "la musica non è un museo". Ci sono "Alice" con Ligabue ma anche l'omaggio all'amico Lucio Dalla con "Santa Lucia". Attesa per i due eventi a marzo 2015 a Roma e Milano: "Ci saranno ospiti e mi piacerebbe che Liga suonasse con me". Come vede la situazione in Italia?: "Nutro una speranza: che abbia un bel futuro".
© Daniele Barraco
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Prodotto da Guido Guglielminetti, "VivaVoce" contiene anche "Il futuro", cover del brano “The future” di Leonard Cohen, che De Gregori ha riadattato in italiano e proposto spesso live nei suoi concerti, ora per la prima volta in una versione registrata in studio. Nel doppio album anche una versione de “La ragazza e la miniera”, arrangiata e realizzata da Ambrogio Sparagna con l'Orchestra Popolare Italiana.
Da dove nasce l'esigenza di "VivaVoce"?
La musica non può essere fissata per sempre e non può essere chiusa in un museo. Negli ultimi 3-4 anni mi è venuta voglia di vivere dentro la musica. Ho deciso questo titolo perché in 'Finestre rotte' c'è un verso E lavati le orecchie e togliti l'auricolare. Da questa cosa mi è venuto in mente che se togli gli auricolari senti la 'viva voce'. Insomma questo è un invito all'ascolto comune e intergenerazionale anche perché nei miei concerti vedo tante persone di età diverse.
Come mai omaggi Lucio Dalla proprio con "Santa Lucia"?
Santa Lucia contiene il riff di 'Com'è profondo il mare' il brano di Lucio che amo di più e che trovo drammatica, profonda e sincera. Lui poi amava moltissimo questa canzone, così ho deciso di fonderle insieme. Il nostro rapporto era ad intermittenza ma sempre di profonda stima e intensità artistica. Lo dimostrano i progetti 'Banana Republic' nel 1979 e 'Work in progress' del 2010. La cosa più brutta è che non possiamo programmare una terza uscita insieme, magari sarebbe potuto capitare ancora ad una festa in piscina della figlia di un ambasciatore o alle Tremiti.
Com'è nato l'incontro con Luciano Ligabue?
Ci siamo incontrati quindici anni fa prima di un mio concerto al Vox di Nonantola. Ero a cena con la band prima del concerto ed eravamo un po' tesi come è normale fosse. Poi è arrivato Luciano, allargando le braccia per abbracciarmi. Ho capito subito con chi avevo a che fare, mi ha fatto guadagnare molti punti con figli e amici (ride, ndr). Detto questo per 'Alice' ho pensato a lui perché questo incontro-scontro con la voce è stato straordinario e mi ha colpito l'approccio di Luciano con queste parole perché sembrava come se le avesse scritte lui.
Che opinione hai della nuova generazione di cantautori?
Non amo darei giudizi sui testi degli altri perché da parte mia sarebbe un atto di arroganza. Ovviamente sento anche io delle canzoni che trovo banali e non mi piacciono affatto... Credo comunque che la scuola dei cantautori del passato fosse intrisa di cultura. Erano altri tempi e anche i rapper di oggi, ad esempio, sono molto attenti alle parole. Ci sono alcuni brani rap molto interessanti ma credo che il cantautorato abbia altre basi.
E' stato difficile stravolgere 'La donna cannone'?
Non è un caso che l'abbia affidata al maestro Nicola Piovani perché sapevo che in qualche modo che avrebbe eliminato la retorica orchestrale che la melodia inevitabilmente poteva suggerire. Credo che questa canzone così come la ascoltata ora possa essere definita non solo mia ma anche di Nicola.
Cosa dobbiamo aspettarci dai due eventi del 20 marzo al PalaLottomatica di Roma e del 23 marzo al MediolanumForum di Assago?
Anzitutto i brani di 'VivaVoce' in questa versione e poi credo che ci sarà anche qualche ospite. Ligabue sarebbe graditissimo, tra l'altro è un ottimo musicista quindi potrebbe suonare con noi. Sarebbe bello.
Invece in questo momento sei impegnato con un tour europeo. Qual è il tuo primo bilancio?
L'altra sera ero a Stoccarda e il pubblico mi ha colpito perché era composto non solo da italiani ma anche da tedeschi. Come secondo pezzo faccio Viva l'Italia che lì ha una luce diversa ed è una canzone d'amore per il nostro Paese...
Come lo vedi il nostro Paese in questo momento?
Non sono uno sciamano, ma condivido l'idea e la speranza che il Paese abbia un bel futuro, La politica non deve essere affrontata frettolosamente. Ho le mie idee lo sanno i miei amici e magari avete letto qualche mia intervista ma non voglio banalizzarle. La nostra politica è fare bene il nostro mestiere.
Hai ancora un sogno nel cassetto?
Sì, incidere un disco riadattato in italiano con le canzoni di Bob Dylan. Non è detto che non ci riesca prima o poi...