IL COMMENTO

Franco Battiato, l'esploratore di "mondi lontanissimi"

Nessuno come lui è riuscito a intrecciare il pop con la lirica e la classica, la musica etnica con il progressive, l'elettronica con la canzone d'autore, senza contare le incursioni nel mondo dell'arte, del teatro e del cinema

di Domenico Catagnano
18 Mag 2021 - 14:42
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Tranquilli, tornerà. Non sappiamo ancora quando e in quale forma, ma tornerà. Del resto, volete che uno che stava attento a non calpestare le formiche e che invece di accoppare le zanzare le allontanava con la citronella "perché ogni essere vivente si reincarna in un altro", non ha pensato a come rinascere su questa terra? Nell'attesa ci rimane tanto, perché in oltre mezzo secolo di carriera Franco Battiato è stato un autore prolifico e generoso.

Il 1981 è l'anno-chiave: esce l'album "La Voce del Padrone". Tutta l'Italia scopre questo cantautore siciliano dinoccolato e un po' stralunato. Il disco è dirompente e sorprendente e vende oltre un milione di copie: la musica pop orecchiabile e apparentemente leggera è incastrata come meglio non si potrebbe a testi che richiamano citazioni letterarie, poetiche, filosofiche e mistico-esoteriche, ma non solo, perché parecchi sono i rimandi all'attualità e al presente.

Un album visionario e nello stesso tempo radicato nella realtà, popolare e colto. Rimane, nei ricordi, la performance a "Discoring" , tempio della musica leggera della tv di quegli anni, quando si presentò su un qualcosa che ricordava un palchetto elettorale con occhialoni da sole e megafono accompagnato da un coro di madrigalisti che cantavano con lui al momento dell'ipnotico ritornello di "Bandiera Bianca".

Franco Battiato ci lascia tanto, tantissimo, dicevamo. Ci lascia innanzitutto il piacere della ricerca e della scoperta continua, della voglia di sperimentare e di provare a collegare i loro "mondi lontanissimi". Nessuno come lui è riuscito a intrecciare il pop con la lirica e la classica, la musica etnica con il progressive, l'elettronica con la canzone d'autore, senza contare le incursioni nel mondo dell'arte, del teatro e del cinema.

E i suoi testi continuano a essere una scoperta continua, parole che spesso sono rivestite dalla poesia diventando poesia esse stesse. "Francuzzo" era un sentimentale lontano dai sentimentalismi, vero uomo di cultura, cultura che amava condividere col suo pubblico. Come dimenticare i suoi concerti, molti dei quali iniziavano con gli spettatori rispettosamente seduti in poltrona e finivano con gli stessi spettatori a ballare sulle stesse poltrone al ritmo di "Cuccuruccucù", "Voglio vederti danzare", "Centro di gravità permanente" e degli altri grandi successi. Spesso era proprio lui a trasformare la parte di finale dei suoi live in una sorta di juke-box, chiedendo ai presenti cosa volessero ascoltare per poi accontentarli. E il ricordo di lui che gioioso e sorridente balla con il suo pubblico è l'immagine più bella che ci rimane

Domenico Catagnano

Franco Battiato, le frasi indimenticabili delle sue canzoni

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