L'artista presenta a Tgcom24 il nuovo album "Unico"
© Russeavx (Alessandro Russo)
Lo giura, la suo non è la "classica copia italiana" del reggaeton. Fred De Palma per il nuovo album "Unico" ha viaggiato alla ricerca delle sue radici tra Miami (dove è nato) e la Colombia (dove è cresciuto). Il nuovo progetto è partito con "Ti raggiungerò" (disco di platino) e prosegue con tante contaminazioni. Da Anitta a Samurai Jay, da Guè Pequeno ai Boomdabash. "Getto le basi per una futura scena reggaeton in Italia", racconta a Tgcom24.
Fred, perché "Unico"'?
Perché sono stato il primo artista italiano a dire di fare il reggaeton italiano, unico mi sembrava giusto per questo motivo. Ma anche il fatto che quando ho iniziato a fare il reggaeton ero solo e poi ho capito che questa solitudine era unicità.
Dici che il tuo modo è unico ma poi la produzione artistica è affidata a Takagi e Ketra, non è un controsenso?
Loro sono i pionieri del genere in Italia, ma anche all'estero. Mi hanno accompagnato durante il mio viaggio a Mimai e Colombia dove il reggaeton lo fanno davvero, lì lo hanno inventato. Sono quelli che mi hanno portato a lavorare e a conoscere mostri sacri del genere. Il fatto che producano e facciano hit estive non c'entra... Anche i Boondabash sono coerenti, non è che un giorno fanno trap e un altro rap... portano avanti la loro cultura e hanno il mio rispetto..
Il reggaeton è per tutte le stagioni?
Ho voluto fare un tentativo con "Ti ragiungerò" che è uscito a marzo, ed è andata molto bene. Continua ad essere in classifica. E' stato un esperimento riuscito. Non so se è da 365 giorni l'anno, ma lo è per la maggior parte. Ecco forse giusto a Natale non lo vedo...
Sei andato alla ricerca delle tue radici...
Hanno dato una identità all'album, avevo bisogno di avere la credibilità di poter dire 'faccio reggaeton in Italia'. Un conto è scrivere i pezzi a Milano e un altro a Miami. Senza dubbio il viaggio mi ha permesso di capire quello che sono io e di dare una identità precisa a questo disco. Non copiare quello che fanno loro, che già lo fanno bene. Ho voluto prendere quello che imparato e renderlo personale, mantenendo l'italianità. Le melodie non sono uno scimmiottamento...
Si un inguaribile romantico?
Vado a fasi, ci son dei pezzi molto impliciti e altri romantici, ma il romanticismo si sposa benissimo con il reggaeton.
Chi sono quelli che non guardano e imperano?
Quelli che non seguono il trend e la moda, sono quelli che cercano una strada diversa dagli altri , sono quelli che non si fanno influenzare e credono nelle proprie idee.
Sei tu?
Non ho l'arroganza di dirlo, ma io mi sono sempre pronto a fare quello che ti ho appena detto.
Con Anitta, con la quale hai appena lanciato "Un altro ballo", che rapporto c'è?
Molto bello, siamo molto amici, ci stimiamo, ci supportiamo e non ci siamo mai persi di vista. Lei è un mito, una artista con la a maiuscola. Sono molto felice della collaborazione e dell'amicizia..
Sei tra i pochi in Italia che sconfina dalle barriere, ad esempio vai molto forte in Spagna, perché se ne parla poco?
Sono molto orgoglioso, se ne parla poco perché come dico in una mia canzone 'Pà la Cultura' c'è più attenzione al gossip. Non voglio esaltarmi, ma mi piacerebbe però concentrarmi sul mercato estero.
Cosa ti aspetti dall'album?
Vorrei che fosse il disco che getta le basi per una futura scena reggaeton, il primo disco in italiano che dà il via... spero che altri artisti sposino la causa.
Il tuo rapporto con i social?
Non sono una grande fan dei social, posto le foto, comunico ma in generale amo Spotify, se diventasse un social potrei impazzire...