Il secondo classificato alla 70esima edizione del Festival si racconta tra podio e nuovo album
di Santo PirrottaFrancesco Gabbani © Italy Photo Press
Dopo "la scimmia che balla", Francesco Gabbani si è fermato per due anni. Ha cominciato a interrogarsi in un lungo percorso che lo ha portato a "Viceversa" e a Sanremo. Voleva dimostrare che c'era dell'altro e ci è riuscito. Non si aspettava il secondo posto, ha esultato per il podio di Diodato: "E' un nuovo inizio, che mostra un'altra faccia di me artista, quella più intimista ed emozionale", racconta.
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Cosa significa questo secondo posto?
Tolta l’ipocrisia sono veramente soddisfatto e contento di questo secondo posto, anche perché io il Festival l’ho già vinto dal punto di vista personale tornandoci. Considerando cosa significhi venire a Sanremo portando le proprie canzoni, è davvero una soddisfazione.
A chi dedichi la vittoria?
A tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione del nuovo album, ma concettualmente lo dedicherei proprio alla canzone, che si torni ad avere consapevolezza della forza della condivisione, la dedicherei alle persone deboli ed indifese.
Hai esultato per Diodato...
Sono molto contento, davvero. E' un artista che si merita in questo momento di avere queste posizioni, scrive canzoni con l’animo aperto.
Ti aspettavi tutto questo affetto?
Sono arrivato al festival senza uno spiccato senso di competizione. Sono tornato qui per portare il mio modo di fare musica. penso sia stata la mia sincerità, il mio modo di essere spontaneo e autentico sul palco che è arrivato.
Terza vittoria dopo "Amen" e "Occidentali's Karma".... ma sei tornato dopo tre anni...
Ho assecondato quello che sono, senza cedere alla schiavitù dei numeri e della presenza a tutti i costi. Volevo vivere bene con le mie esigenze
e mi sono preso il tempo necessario per arrivare a "Viceversa", Una canzone che mostra un'altra faccia di me artista, quella più intimista ed emozionale.
A San Valentino esce il nuovo album "Viceversa" , cosa dobbiamo aspettarci?
Dentro c'è il meglio di questo mio ultimo anno e mezzo. Non vuole essere un concept album, ma c'è un filo conduttore che corre tra tutte le canzoni: un inno alla condivisione. E' anche un modo per interrogarmi su chi io sia in rapporto agli altri. Se mi guardo allo specchio vedo soprattutto una persona libera, conscio e
consapevole di essermi sempre mosso nel rispetto degli altri.
Hai annunciato a sorpresa un concerto speciale l'8 ottobre all'Arena di Verona...
Fare l'Arena ha un valore simbolico, è un salto. Mi piacerebbe fare un concerto sincero, che sia senza artifici particolari. Dal vivo sono più rock mentre nei dischi sono più curato.
Ci saranno degli ospiti?
Sì, solo se c'è un valore aggiunto. Io sarò lì per la gente e viceversa.
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