Addio Gene Hackman: le foto della sua carriera
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Escluso l'avvelenamento da monossido di carbonio, restano aperte tutte le piste per far luce sulla morte della coppia
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È ancora fitto il mistero sulla morte di Gene Hackman, l'attore 95enne trovato privo di vita nella sua villa di Santa Fe insieme alla moglie e a uno dei suoi tre cani. Escluso l'avvelenamento da monossido di carbonio, pista che per un attimo era sembrata essere ancora percorribile, adesso gli inquirenti si starebbero concentrando sulle pillole trovate accanto al corpo della moglie dell'attore, Betsy Arakawa. Nel contempo però si starebbero passando al setaccio telefonini e documenti per cercare un qualche indizio che porti alle cause delle morti. In parallelo c'è la questione dell'eredità di Hackman, 90 milioni di patrimonio che ancora non è chiaro a chi andranno. Per stabilirlo è infatti decisiva l'ora della morte della Arakawa.
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Pur in attesa dei riscontri delle autopsie, un indizio importante sul giorno della morte di Hackman porta al 17 febbraio, dal momento che in quel giorno il suo pacemaker ha smesso di funzionare. A questo punto diventa decisivo per l'eredità il giorno della morte della moglie. Secondo una legge denominata "Simultaneous Death Act", due persone morte a distanza massima di 120 ore l'una dall'altra vengono considerate morte "nello stesso momento". Se così fosse il patrimonio di Hackman, sarebbe diviso tra gli eredi diretti dell'attore. Se invece l'Arakawa fosse morta più di cinque giorni dopo il marito, a quel punto entrerebbero in gioco anche gli eredi diretti della donna.
A valutare quanto valevano i beni accumulati da Hackman nel corso della sua lunga carriera è stato il sito Bioscops.com. Tra beni liquidi e investimenti immobiliari in California e in New Mexico, l'attore al 2024 avrebbe avuto un patrimonio di 90 milioni di dollari.
Gli inquirenti però al momento si trovano ancora di fronte a un rompicapo di difficile soluzione. Di fatto le ipotesi sul tavolo sono ancora tutte aperte, da quella dell'omicidio (per quanto ritenuta la meno probabile), a quella del suicidio, passando per l'incidente domestico e la fatalità. L'unica realmente esclusa pare essere quella da avvelenamento da monossido di carbonio perché, stando a quanto ha dichiarato lo sceriffo Aidan Mendoza, "il gas può dissiparsi dall'ambiente ma non dal corpo" e secondo quanto ha riferito, sia Hackman che la moglie sarebbero risultati negativi ai test. Piuttosto Mendoza ha puntato l'attenzione sulle pillole trovate accanto al corpo della Arakawa. "Potrebbero essere molto importanti" detto senza aggiungere però dettagli. Sulle pillole si concentra anche l'attenzione della patologa Priya Banerjee. "Quelle pillole potrebbero aiutarci a capire di cosa soffriva lei. L'idea del suicidio è sempre lì" ha detto al "New York Post" la patologa secondo cui un'ipotesi è che il cuore del 95enne Hackman non abbia retto alla morte della più giovane moglie con cui era sposato da 34 anni.
Ma proprio perché ogni ipotesi è ancora aperta, gli inquirenti stanno anche cercando altre informazioni andando a ritroso nella vita della coppia. Coppia che das tempo, almeno dal dopo Covid, viveva sempre più isolata. Da vagliare c'è per esempio il fatto che negli ultimi mesi la Arakawa non si era più fatta viva con i parenti più stretti. La donna era solita infatti telefonare regolarmente alla madre, la 91enne Yoshie Feaster che soffre di demenza, ma, secondo la badante della Feaster, era ormai da ottobre che non si faceva viva.