Il sito d'inchiesta Mediapart svela le testimonianze di tredici donne contro l'attore francese
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Nuove accuse di abusi sessuali contro Gerard Depardieu. Il sito d'inchiesta Mediapart pubblica una lunga inchiesta in cui svela le testimonianze di tredici donne che accusano l'attore simbolo del cinema francese, 74 anni, di abusi e violenze di carattere sessuale. I fatti sarebbero stati commessi tra il 2004 e il 2022, durante le riprese di 11 film o serie tv. Ma l'attore torna a respingere tutto.
Gerard Depardieu è già indagato per stupro e aggressioni sessuali e queste nuove testimonianze si aggiungono a un dossier giudiziario già particolarmente complesso. Denunciato in un primo tempo dall'attrice Charlotte Arnould, per abusi risalenti all'agosto 2018, Depardieu ha sempre respinto le accuse attraverso la sua equipe di legali parigini.
Nell'inchiesta, Mediapart riprende in particolare "tredici testimonianze di donne che affermano di aver subito gesti o affermazioni sessuali sconvenienti da parte dell'attore, di diversa gravità, sul set di undici film o telefilm usciti tra il 2004 e il 2022 o in luoghi esterni, ma anche il racconto di diversi testimoni". Secondo il sito d'inchiesta, tre di queste donne hanno affidato la propria testimonianza ai giudici che indagano su di lui ma nessuna di loro ha voluto denunciarlo in modo formale. "Alcune - scrive Mediapart - hanno rinunciato, altre non ci hanno nemmeno pensato. Motivo? La sensazione che le loro testimonianze peserebbero poco dinanzi a questo monumento del cinema francese. E che potrebbero anche segnare la fine della loro carriera al cinema o in tv". Tra le testimonianze, quella dell'attrice Sarah Brooks, che conobbe Depardieu sul set di "Marseille", prima serie francese di Netflix, nel 2015. In quella sua prima esperienza cinematografica, l'attrice all'epoca ventenne interpreta il ruolo di una Lolita seminuda. A Mediapart, ha raccontato che al momento di scattare una foto con l'insieme della produzione, Depardieu le infilò una mano nei mini-short, facendo "un grosso rantolo bizzarro". Aggiunge di aver tolto la mano dell'attore "una prima volta", ma lui ha insistito infilandola nuovamente "nelle mutande" e cercando di palparle il sedere. "Gliel'ho tolta una seconda volta e ho detto ad alta voce: 'C'è Gege' (Depardieu) che allunga le mani nei miei pantaloncini'". A quel punto lui avrebbe risposto: "E allora? Pensavo che volessi sfondare nel mondo del cinema?". "Tutti si sono messi a ridere - continua l'attrice nella testimonianza alla giornalista Marine Turchi - io stavo malissimo: è stato super umiliante".
Simili testimonianze sono arrivate da altre attrici o figuranti e tutte sono concordi nel dire che ogni volta cast, registi o produzioni varie, hanno prestato poco se non zero ascolto alle presunte vittime, come se in Francia Depardieu fosse intoccabile, una sorta di mostro sacro del cinema protetto da un muro di omertà. A eccezione del regista Fabien Onteniente, che conferma di aver richiamato all'ordine l'attore per i suoi comportamenti più che reprensibili rispetto a diverse figuranti vittime di palpeggiamenti sul set di "Turf". Attraverso i suoi legali, l'attore franco-russo (Vladimir Putin gli attribuì la cittadinanza onoraria nel 2013) si difende con forza. E torna a smentire "formalmente l'insieme delle accuse di carattere penale".