E' uscito il disco in cui il conduttore, con l'aiuto dell'intelligenza artificiale, interpreta dieci classici natalizi. Tgcom24 lo ha incontrato
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Quest'anno la colonna sonora del Natale ha la voce di Gerry Scotti. E' uscito "Gerry Christmas", il primo album natalizio del popolare conduttore, nel quale interpreta undici classici, con l'"aiutino" dell'intelligenza artificiale. "Questo è il primo album realizzato con l'intelligenza artificiale e l'autorizzazione dell'interprete - spiega in un incontro con la stampa -. Ma non ha fatto tutto lei, in alcune canzoni sono solo io. Per me che vengo dalla televisione, dove tutto passa e la memoria è corta, volevo lasciare qualcosa di concreto di me".
Una piccola follia che si è trasformata in una grande gioia. L'idea di realizzare un disco di Natale sembrava folle a Gerry Scotti stesso che però ha trovato "qualcuno più pazzo di me, che me l'ha fatto fare". Un'idea che in qualche modo parte da lontano. "Da un po' di anni firmavo gli auguri di Natale, il classico panettone con bottiglia dell'Oltrepò che io mando, con questa assonanza curiosa di 'Gerry' con 'Marry', e facevo 'Gerry Christmas!'. E ridendo con amici, parenti, colleghi di lavoro ci dicevamo:, ma invece che dire Gerry Christmas, ma fallo un disco di Natale, no? Fallo un disco di Natale. Ma è sempre rimasto un 'fallo il disco di Natale'". E invece ora... cosa è successo? La scintilla non è arrivata dalla musica ma... dalle immagini, quelle che hanno fatto di Gerry Scotti il personaggio più memato dell'anno. "Dalla scorsa primavera, in maniera del tutto in attesa e anche senza una vera motivazione, hanno cominciato su Instagram, TikTok, eccetera, eccetera, a fare con le mie sembianze qualsiasi forma di artista. E per forma di artista vado da George Michael a Michael Jackson ad Aretha Franklin dove c'era la mia faccia più o meno lavorata, sulle fattezze del cantante o della cantante e sotto la mia voce di Gerry Scotti".
E' così che un'idea inizia a farsi largo... "Al milionesimo tentativo di imitazione, invece che accendersi la lampadina mi si è accesa la lampadona - spiega lui -. Ho detto: 'Ma scusate, la faccia è la mia, Gerry Christmas è un augurio con cui io mi firmo e sfrutto l'assonanza da alcune stagioni. Ma perché invece che farmelo fare da qualcun altro non facciamo noi un album di Natale con dentro 10 grandi standard natalizi?". E' così che in meno di un mese il progetto prende forma, coinvolgendo anche i Thousand Gerry, "due geni dell'intelligenza artificiale, due ragazzi siciliani che già mi pubblicano quasi ogni giorno su TikTok e su Instagram: hanno l'obiettivo di pubblicare almeno mille versioni diverse di me, siamo arrivati a 300 e penso che ancora per due anni e mezzo andrò avanti". Ecco quindi "Gerry Babbo Natale" della copertina, e quello che si vede nelle foto del libretto del cd: quello con qualche anno in più che si sta leggendo la letterina di Babbo Natale o persino con le fattezze di Frank Sinatra. Ma restava la parte più complicata: il cantato. Così Gerry e suo figlio propongono il progetto alla Warner che, a sorpresa... accetta! "La Warner, che ci teneva a essere i primi a fare un'operazione assolutamente autorizzata, licenziata, con l'intelligenza artificiale - sottolinea Gerry consapevole dei rischi di questa tecnologia -. Bene hanno fatto gli amici di Hollywood a protestare e a firmare un contratto che li tuteli. Però l'intelligenza artificiale se usata bene può essere utile".
In questo disco non tutto è stato eseguito con l'intelligenza artificiale: la tecnologia è intervenuta dove le doti vocali di Scotti non potevano arrivare. "In "Driving Home For Christmas" sono praticamente io perché ha il mio tono, e la mia tonalità. Abbiamo visto il segnale dell'intelligenza artificiale intervenire qua e là solo per farmi un po' più intonato. Ma anche "Feliz Navidad", con tutto rispetto per il maestro Josè Feliciano, sarà che sono trent'anni che la canto sempre a Natale, però mi è venuta bene anche a quella e dovuta intervenire poco. Un bel esempio di utilizzo di intelligenza artificiale è invece 'All I Want For Christmas Is You', perché tra me e Mariah Carey c'è una certa differenza di estensione e potenza vocale".
In "Gerry Christmas" ci sono dieci brani, tra classicissimi come "Jingle Bells", "Santa Claus Is Coming To Town" e "Jingle Bell Rock", e altre meno tradizionali, come "Blue Christmas" e "Driving Home For Christmas", che Gerry confessa essere la sua preferita di sempre. "E' la storia di questo omaccione, di questo camionista che guida per andare a casa - racconta - e nel testo dice 'mi accorgo che a destra e a sinistra tutti quelli che guidano per andare a casa a Natale hanno la mia stessa faccia'. Ed è secondo me un pensiero meraviglioso". In generale l'approccio di scelta è stato comunque laico. "Ho un po' chiesto di evitare quelle della grandissima classicità, cioè il 'Bianco Natal pargol divin' - spiega - forse sono quelle che mi divertono meno".
Ma "Gerry Christmas" non è solo intelligenza artificiale. Il disco è stato prodotto da Lucio Fabbri, che ha curato anche gran parte della realizzazione musicale. "Non mi sembra vero che a salire su questa nostra imbarcazione sia stato anche uno dei più grandi musicisti, direttori di orchestra e arrangiatori italiani - dice con orgoglio il conduttore - per me, che sono un ragazzo di periferia, Lucio 'violino' Fabbri vorrà sempre dire PFM e la straordinaria collaborazione con Fabrizio De Andrè. Ma devo dire che la Warner mi ha messo veramente a disposizione nei tempi limitati che avevamo quanto di meglio ci fosse: tra i nomi di chi ha suonato nel disco ci sono quelli di persone meravigliose che suonano nei festival più importanti e li trovate anche nei dischi di Ramazzotti, della Pausini, di tutti i più grandi italiani. Ho persino ritrovato nei cori il mio amico Chuck Rolando, che negli anni 70 faceva parte dei Milk & Chocolate".
Nell'idea di Gerry Scotti il senso di realizzare questo disco è "Chi ti ascolta, chi ti guarda in televisione, ha la memoria corta. Adesso io con TikTok, con Instagram, ho la fortuna, veramente la fortuna, di essere apprezzato e persino amato, dalla generazione Z. Ed è un modo come un altro per far sapere a tutta questa generazione che tra le varie passioni dello Zio Gerry c'è stata, c'è e ci sarà sempre la musica perché è forse la mia più grande passione".
"Ho la mia radio jazz dove vado a sentirmi anche mezz'ora di vibrafono che non è una cosa che augura tutti ma a me piace particolarmente. So che c'è gente che sceglie solo un genere hard rock, a me va bene la musica commerciale, quindi le nostre che bazzichiamo e frequentiamo tutte, Radio Deejay, un pezzo di cuore, R101, un altro pezzo di cuore, Radio Monte Carlo, dove non ho mai lavorato ma ha un target giusto di musica, soprattutto la sera con Nick The Nightfly. Sento in alcuni momenti della giornata la radio così come me la fanno ascoltare gli altri, mentre di notte mi ricordo di avere oltre 10mila dischi e metto quello che piace a me. Il più grande di tutti? David Bowie".
Tra quelle scelte da Gerry c'è una canzone che, nonostante sia famosissima, non rientra spessissimo negli album di Natale. Si tratta di "Do They Know It's Christmas?". "A cavallo tra gli anni 80 e 90 il mondo della musica è stato capace di accendere i riflettori sulle grandi problematiche mondiali - dice -. Spesso la musica è arrivata dove non sono riuscite entità nate per pensare ai disastri del mondo, come l'Unicef o l'Onu. Questa canzone è stata la prima grande operazione che faceva sapere al mondo della civiltà occidentale, consumistica, che scambia il giorno o il periodo di Natale solo come il momento in cui vale la pena spendere più soldi, che in realtà negli stessi giorni ci sono bambini che muoiono di fame. E' uno dei più bei messaggi di Natale che possa mai essere stato cantato. Io l'ho voluto inserire per quel ricordo che ne avevo. E io che all'epoca ero a Radio Deejay sono stato forse il primo in quella radio a suonare la canzone e visto che facevo Deejay Television sicuramente sono stato il primo a far vedere in Italia il video di quella canzone. Quindi in qualche maniera glielo dovevo".
Oltre alla felicità e alla soddisfazione c'è anche qualche rimpianto? "Forse una delle cose che mi manca in un album come questo è non aver messo una canzone in italiano - afferma Gerry -. Un po' mi manca, un po' mi pento, ma mi lascia un grandissimo spazio per provarci un'altra volta".