Il cantante ha postato sui social una foto che lo ritrae in preghiera nel luogo santo dell'islam
Ghali ha condiviso su Instagram una foto che lo ritrae alla Mecca dove è volato per il pellegrinaggio nei luoghi santi dell'Islam durante il mese del Ramadan. Il rapper è ritratto in un momento di preghiera intorno alla kaaba con indosso il tradizionale asciugamano bianco senza cuciture, circondato da altri fedeli. Stavolta il rapper non ha aggiunto alcuna parola alla foto. Un mese prima aveva postato un messaggio sull'importanza di questo periodo: "E' il momento giusto che ho per vivere la gratitudine che ho per Dio, per tutta la gente che in questo Paese ha dimostrato di saper stare dalla parte giusta e grazie alla quale non mi sono sentito solo".
© Tgcom24
Ghali aveva approfittato del palco di Sanremo per lanciare il suo appello perché finisse il genocidio a Gaza. Dopo aver irritato con il suo appello l'ambasciatore di Israele, in occasione dell'inizio del Ramadam era torna a parlare di quello che sta accadendo in Palestina. In un comunicato pubblicato sul suo profilo Instagram, l'artista aveva espresso tutta la sua delusione: "Nell'ultimo mese ho ricevuto migliaia di messaggi di supporto da persone che nel loro piccolo in questo paese hanno il coraggio di parlare. Vedo insegnanti e bambini nelle scuole italiane finalmente parlare di quello che sta succedendo. Persone di pensiero politico completamente opposti ma uniti da questa causa. Da voi ho imparato molto e per questo ci tengo a ringraziarvi. Usare la nostra voce per dire qualcosa contro lo sterminio di civili, compresi i bambini, in Palestina o per condividere le informazioni documentate da tutti i giornalisti che rischiano la vita e che l'hanno persa per mostrare al mondo questo massacro, è l'unica cosa che possiamo fare in questo momento. Sono deluso da tanti artisti italiani che hanno la penna per dire qualcosa, da quelli francesi, e quelli inglesi, dalla gente della moda che ti guarda dalla testa ai piedi, dai finti attivisti affamati di fama. Tutti piegati dalla paura di essere tagliati fuori da qualcosa. Mi sono circondato per anni di persone che non mi immaginavo sarebbero rimaste in silenzio di fronte al genocidio in Palestina. Avete più soldi ora? Avete più like e follower? Avete più richieste di collaborazioni? Siete più cool o alla moda? Siete più liberi ora? Non credo, vi vedo fermi come prima ma con le maschere cadute, a penzoloni. Il mese di Ramadan sta arrivando, ed è il momento giusto per vivere la gratitudine che ho per Dio, per tutta le gente che in questo paese ha mostrato di saper stare dalla parte giusta e che grazie alla quale non mi sono sentito solo.
"Siate quello che siete perché è il dono più prezioso che vi è stato dato. Il momento in cui non vi sentite parte della massa è il momento più importante per la vostra evoluzione. Non fidatevi di chi vi dice che non siete abbastanza, che non siete cool, che non potete dire quello che pensate perché rischiate di perderci. Alla fine, non si perde mai ad essere se stessi e si risparmia solo tempo verso il grande passo", aveva concluso Ghali prima di augurare a tutti un Ramadan benedetto, "Ramadan Mubarak".
Durante la finale di Sanremo 2024 tanti sono stati gli appelli dei concorrenti in gara. Quello che ha fatto più rumore è stato quello di Ghali che ha chiesto lo "stop al genocidio" riferendosi alla guerra di Gaza, dopo aver cantato il brano "Casa Mia", grazie al quale si è classificato quarto. La canzone di Ghali era già stata oggetto di polemiche da parte della comunità ebraica perché ritenuta portatrice di messaggi anti Israele. "Ho sempre parlato di questi temi da quando sono bambino. Non dal 7 ottobre", aveva spiegato il rapper, nato a Milano da genitori tunisini.