Speciale Giffoni Film Festival, 54esima edizione
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Al Giffoni Film Festival arriva "Ozi - La Voce della Foresta", film ambientalista prodotto da Leonardo DiCaprio

In anteprima alla 54esima edizione della kermesse nella sezione Premiere fuori concorso la pellicola sarà nei cinema dal 19 settembre

22 Lug 2024 - 11:50
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Alla 54esima edizione del Giffoni Film Festival arriva in anteprima "Ozi - La Voce della Foresta", film ambientalista d'animazione prodotto da Leonardo DiCaprio, noto per il suo impegno ecologista. La pellicola, che sarà in tutti i cinema dal prossimo 19 settembre e porta la firma del regista Tim Harper, è ambientata nella foresta pluviale e racconta la storia di Ozi, una giovane orangotango il cui habitat viene distrutto dall'uomo. Salvata da un gruppo di volontari, che gestiscono un’oasi per orangotanghi orfani, dapprima spaventata e confusa, Ozi impara velocemente a comunicare con la lingua dei segni, addirittura pubblicando on line dei video della sua vita nell’oasi, che diventano ben presto virali...

Un giorno per caso, la piccola orango influencer scopre che i genitori potrebbero essere ancora vivi e parte alla loro ricerca, ma il paesaggio attorno a lei è cambiato: la deforestazione ha distrutto l’ambiente che lei conosceva. Ozi decide così che la sua nuova missione, oltre a quella di trovare i suoi genitori, è far sapere al mondo cosa sta succedendo nella foresta pluviale. La piccola Orangotango con una mente curiosa sta per fare una grande differenza.

Giffoni Film Festival, arriva "Ozi - La voce della foresta"

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Tematiche di rilevanza sociale

  "Ozi - La Voce della Foresta", quindi, è un film che attraverso un racconto avvincente e un linguaggio capace di parlare ad un pubblico più giovane, ma non solo, affronta tematiche dall'enorme rilevanza sociale e di estrema attualità, come la famiglia, la deforestazione ambientale e la lotta contro lo sfruttamento della natura per il “consumo” umano. Il film è un vero e proprio invito a lottare per un mondo e un futuro più sostenibile, impegnandosi ogni giorno per fare la differenza. Utilizzando acuti espedienti narrativi, infatti, la storia mette in evidenza le sfide affrontate dagli animali di fronte alla distruzione e decimazione del loro habitat naturale e dei loro mezzi di sopravvivenza, e il viaggio di Ozi si sviluppa come una toccante esplorazione di questi temi, offrendo una prospettiva unica sulla difficile situazione degli animali di fronte a tali avversità. Se gli animali potessero parlare, cosa direbbero riguardo le pratiche e le azioni dell'umanità? Dalla straziante separazione dalla sua famiglia a causa di un devastante incendio forestale al suo sviluppo e crescita all'interno dell'orfanotrofio per oranghi, le esperienze e i traumi di Ozi mettono in luce le questioni e le sfide che gli animali affrontano quando il loro habitat naturale viene loro sottratto offrendo una prospettiva diversa sulla difficile situazione ambientale e riflettendo sulla relazione con la natura e sull'importanza di preservarla. 

Un invito all'azione

  "Il viaggio di Ozi è una metafora della lotta più ampia tra le ambizioni egoistiche dell'umanità, la nostra stessa esistenza umana e il benessere del pianeta e del suo futuro. Questa storia non riguarda solo il viaggio personale di Ozi, ma serve come spunto e invito all'azione, esortando gli individui a riconoscere il proprio ruolo e a usare la propria voce (per quanto insignificante possa sembrare) per fare la differenza”, spiega Tim Harper.

"Non è un film contro ‘la produzione di olio di palma’. Quello che ci stava a cuore era dimostrare che quando il mondo commerciale si scontra con l'ambiente è necessario fermarsi a riflettere. Come fa Ozi, tutti noi dobbiamo chiedere conto ai governi e alle corporazioni, farli riflettere sulle loro azioni sia a breve che a lungo termine", si legge nelle note di produzione.

La colonna sonora

  Le musiche del film sono state supervisionate dalla famosa produttrice e compositrice musicale Maggie Rodford (Pinocchio, 2019; Cenerentola, 2015) e realizzate dal londinese Richard Harvey e dall’indonesiano Elwin Hendrijanto

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