CONDANNATO A TRE ANNI DI CARCERE

Le motivazioni della condanna di Andrea Piazzolla: "Si fingeva angelo custode di Gina Lollobrigida"

A novembre l'ex factotum è stato condannato a 3 anni per circonvenzione di incapace. Il giudice evidenzia come abbia messo in moto "una articolata e potente opera di suggestione e di induzione"

08 Ago 2024 - 09:00
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A novembre 2023 l'ex collaboratore di Gina Lollobrigida, Andrea Piazzolla, è stato condannato a tre anni di carcere per circonvenzione d'incapace per aver sottratto beni dal patrimonio dell'attrice. ”L’istruttoria dibattimentale ha messo chiaramente in luce come Piazzolla abbia posto in essere in danno” dell'attrice “un'articolata e potente opera di suggestione e di induzione sfociata nella nomina ad amministratore unico” di una società, “nella delega a operare su tutti i conti correnti e nell'ampio mandato fiduciario ad amministrare e implementare il suo patrimonio attraverso la compravendita e la locazione finanziaria di veicoli e gli altri investimenti che avesse reputato profittevoli”. È quanto sottolinea il giudice monocratico di Roma nelle motivazioni della sentenza, rese pubbliche.

Le motivazioni della condanna

  "Dal complesso degli elementi di prova raccolti in ordine ai rapporti personali ed economici intercorsi fra la persona offesa e l'imputato emerge con chiarezza l'assoluta irrazionalità degli atti di disposizione patrimoniale posti in essere dalla prima in favore del secondo”, scrive ancora il giudice Marco Marocchi che evidenzia come Piazzolla avesse sviluppato con Gina Lollobrigida “già a partire dall'anno 2010 e via via più significativamente, fino alla situazione di convivenza sotto lo stesso tetto protrattasi fino al decesso della persona offesa, un rapporto molto stretto, quotidiano, prolungato ed esteso a ogni ambito della vita di quest'ultima”. Un'opera "consistita nella costruzione e nel progressivo rafforzamento ai suoi occhi della propria immagine come quella del suo unico protettore e amico, del suo angelo custode, dell'unico possibile baluardo e sostegno contro i nemici". 

Nelle motivazioni della sentenza si sottolinea, inoltre, come Piazzola abbia indotto l’attrice “a compiere in favore suo e dei suoi genitori, senza la prescritta forma dell'atto notarile alla presenza di due testimoni, importanti donazioni di denaro del tutto sproporzionate ai meriti ricompensati (ora inesistenti e del tutto artificiosamente prospettatile, ora in realtà molto inferiori a quanto percepito dall'artista) determinanti un progressivo, significativo assottigliamento della sua ricchezza mobiliare ed effettuate senza curarsi dell'adempimento di obbligazioni contratte verso terzi per importi elevatissimi, nonché ad affidargli la gestione dell'intero suo patrimonio senza svolgere alcun effettivo controllo sulla bontà e convenienza delle operazioni compiute”. Soddisfatti i legali di parte civile, gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri, “per l'attenzione e la precisione con cui il Tribunale, dopo un'accurata istruttoria, ha ricostruito i fatti e attribuito a Piazzolla le gravi responsabilità di quanto compiuto, per anni, in danno di Gina Lollobrigida e dei suoi più stretti affetti”.

L'accusa e la condanna di Piazzolla

   Nei confronti di Andrea PIazzolla la procura di Roma aveva sollecitato una condanna a 7 anni e 6 mesi di carcere. Il giudice di piazzale Clodio, oltre alla condanna a tre anni di reclusione, a novembre 2023 aveva stabilito per l'ex collaboratore anche una multa di mille euro e il sequestro dei suoi beni mobili e immobili: dovrà corrispondere una provvisionale immediatamente esecutiva di mezzo milione di euro a favore delle parti civili. Il tribunale ha anche stabilito la possibilità di una pena alternativa ai servizi sociali. 

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