L'artista presenta il nuovo album "Parola" a Tgcom24
di Santo Pirrotta© Ufficio stampa
"Per essere un artista libero e un uomo libero, il segreto è imparare a scardinare l'arte dal fine". Queste parole di Franco Battiato sono per Giovanni Caccamo una eredità preziosissima, da custodire con la forza e la libertà che solo un artista come lui può avere. Il cantautore ha appena pubblicato il nuovo album, "Parola", un progetto che è nato grazie alle parole di Andrea Camilleri. In questo disco infatti i compagni di viaggio di Caccamo sono sette voci importantissimi: Willem Dafoe, Patti Smith e Jesse Paris Smith, Liliana Segre, Aleida Guevara, Michele Placido e Beppe Fiorello. L'artista si racconta a Tgcom24.
Giovanni sei un artista libero, qual è il prezzo da pagare?
C'è una cosa preziosa che poi è l'eredità più grande che Franco Battiato mi abbia lasciato, una frase, che mi ha cambiato la vita ed è stata condizionante per la mia carriera e per il mio modo di approcciarmi all'arte. Mi disse 'per essere un artista libero e un uomo libero, il segreto è imparare a scardinare l'arte dal fine'. In realtà il prezzo da pagare ha solo del positivo, che si traduce con la parola libertà.
A proposito di parola, tu sei sempre molto attento alle parole e hai dato il titolo a questo nuovo album, quanto è importante ancora la parola?
Dovremmo fermarci a riflettere, dovremmo pensare a quanti secoli sono serviti a costruire questo bagaglio. La parola è un istinto primordiale ma nel tempo si è arricchita di sfumature e dettagli che hanno reso questo puzzle complesso e affascinante. Viviamo un mondo sempre più virale e meno analogico con una a tendenza alla sintesi, abbiamo bisogno di ritrovare l'entusiasmo di tuffarci in questo capitale.
In questo album ti accompagnano diverse voci, come le hai scelte?
Ognuno di loro è strettamente legato al testo, prima ho selezionato i testi, alla fine della scrematura ne sono rimasti 15 e ho scritto altrettanti canzoni e l'ultima selezione l'ho fatta in base alle canzoni, quelle più ispirate. Così ho cercato una voce che potesse essere affine la testo...
Così è arrivato Willem Dafoe....
Ho pensato subito a Dafoe perché l'ho conosciuto a casa di Battiato in Sicilia, erano molto amici, sapevo di bussare alle porte di un colosso hollywoodiano ma da buon stalker-gentiluomo l'ho fatto e la risposta è stata una bellissima sorpresa: ha accettato con entusiasmo disarmante.
Camilleri come lo hai scelto?
E' l'inizio di tutto. Mi sono ritrovato di fronte a un foglio bianco, sentivo l'esigenza di sperimentare sull'elettronica ma a livello di contenuti ho cominciato a leggere libri, vedere film e mi sono imbattuto in una farse di Camilleri che diceva a 'stiamo perdendo l'importanza della parola, le parole possono trasformarsi in pallottole' e si rivolgeva ai giovani per far ripartire un nuovo umanesimo della parola... nel mio piccolo ho raccolto l'appello.
Mi ha incuriosito Beppe Fiorello...
E' stata una questione di energie. Tutto è nato grazie a 'Senza di te tornavo', una poesia di Pier Paolo Pasolini su cui stavo lavorando. Beppe mi ha chiamato il giorno dopo l'uscita del video Aurora, nella chiacchierata mi ha raccontato che stava facendo una ricerca su Pasolini e ho pensato che fosse incredibile questa coincidenza...
Con Michele Placido è un vero e proprio sodalizio...
Ci conosciamo da anni, è un punto di riferimento per me, è il primo ad aver creduto a questo progetto. Ha partecipato al disco e anche la tour che è stato straordinario. Abbiamo trascorso tanto tempo insieme, dodici date in cui abbiamo raccolto un affetto incredibile del pubblico.
Da sempre hai un legame profondo con l'arte, come proseguirà?
In generale ho cercato in questo disco di far si che la sinestesia fosse protagonista: con prosa, poesia, cinema e teatro e danza. Abbiamo ideato tre eventi speciali in tre Musei di straordinaria bellezza: Gallerie d'Italia - Piazza Scala di Milano con Liliana Segre, al Museo di Palazzo Vecchio a Firenze il 6 ottobre sarò con Andrea Bocelli e al Museo Maxxi a Roma l'11 ottobre con Patti Smith.