L'INTERVISTA

Giulia Mei, oltre "Bandiera" c'è molto di più: "La mia musica è luci e ombre come la vita"

È uscito "Io della musica non ci ho capito niente", il secondo lavoro della cantautrice palermitana. Tgcom24 ne ha parlato con lei

di Massimo Longoni
31 Mar 2025 - 08:37
 © Ufficio stampa

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È stata una delle rivelazioni del 2024 con "Bandiera", ora Giulia Mei pubblica il suo nuovo album "Io della musica non ci ho capito niente". Dodici brani che si muovono tra luci e ombre, sia musicalmente che per i temi trattati. "Questo disco è dedicato a chi non sa funzionare, se non coi propri unici ingranaggi, e a chi ascolta tutto come se non avesse mai ascoltato niente" dice lei che porterà le nuove canzoni subito in tour tra aprile e maggio nei club di tutta Italia. 

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Secondo album per la cantautrice palermitana che tra un lavoro e l'altro è riuscita ad attirare l'attenzione mediatica su di sé grazie alla partecipazione alle selezioni dell'ultima edizione di "X Factor" con "Bandiera", un brano fortemente politico e di affermazione femminile che colpito l'immaginazione del pubblico con il suo ritornello di impatto ("della mia fica farò una bandiera") che forse ha però sviato su ciò che Giulia Mei è, ovvero molto più di quello. Questo album lo dimostra in tutte le sue sfaccettature, ottima fotografia di una cantautrice capace di declinare in un cantautorato interessante le sue basi di musica classica (ha studiato al conservatorio e insegna pianoforte) ma soprattutto liricamente ricca e mai banale. Al punto che "Bandiera" avrebbe potuto rischiare di rinchiuderla in un'immagine limitativa. "Non saprei, molte persone invece sono andate poi a riscoprire la mia musica - dice lei - però è inevitabile che molti mi associno a quella canzone. Comunque è stato un modo per farmi conoscere da tante persone e sono riuscita a farlo attraverso una canzone che porta con sé un messaggio importante. Poi nel disco c'è molto altro, chi vorrà potrà rendersene conto".

Davvero non hai capito nulla della musica?

Al di là dell'ironia, che è sempre un mio modo per prendere le misure delle cose che mi circondano, il titolo vuole semplicemente dire che in questo album ho fatto molto lavoro di decostruzione su tutto quello che ho studiato in quasi 25 anni di musica. Probabilmente tutto quello che ho imparato mi è stato utile, però a volte mi ha bloccato all'interno di una pretesa di dover emulare o ricreare delle aspettative che non erano più le mie. In questo disco avevo bisogno di creare qualcosa che mi rappresentasse fino in fondo e quindi volevo ripescare una creatività che fosse quella dei bambini, che non si preoccupano mai della forma, creano, scrivono, giocano... Volevo giocare con la musica e quindi ripartire quasi da zero.

Hai iniziato a studiare pianoforte a 9 anni, poi è arrivato il conservatorio con le lauree in strumento e didattica. A un certo punto hai avvertito la tua formazione accademica come una gabbia, un ostacolo per arrivare al pubblico in una maniera più diretta possibile?

La mia formazione è uno strumento che mi ha dato tanto, soprattutto la possibilità di riuscire a sperimentare il più possibile con la musica, però se rimane solo un contenuto da utilizzare in maniera passiva può diventare un ostacolo. Io ho sempre cercato di usare quello che ho imparato mettendolo al servizio delle canzoni e di quello che racconto. In questo disco poi ho voluto rimescolare le mie conoscenze in maniera personale, anche caotica. Perché se utilizzate in questo modo, in maniera personale, possono veramente essere preziosissime, ma sto cercando di trovare una nuova strada ancora.

Hai parlato di questo come di un album fatto di luci e ombre: dove sono le une e dove le altre?

Ogni pezzo ha luce e ogni pezzo ha ombra. Ci sono sia dal punto di vista musicale che da quello lirico. Questo è un disco che nasce comunque dalla mia fragilità. Io sono una persona ricca di luci e ombre, come penso un po' tutti. Non credo che nessuno possa essere solo ombra e solo luci, siamo tante cose e mi piace pensare che lo sia anche questo disco. Ci ho messo dentro tanto, tanti sentimenti umani, mille sfumature.

In "Mio padre che non esiste" tratteggi con una serie di figure poetiche una situazione molto dolorosa. La musica per te ha una funzione catartica?

Sì, tantissimo. Questa frase molto semplice, in realtà per me vuol dire tutto. Questa canzone nasce semplicemente dalla voglia di dire che il fatto che lui non sia più quello che era, non vuol dire che lui non sia stato.Lui esiste ancora, almeno nei miei ricordi, anche se adesso non può essere più quello che era, per forza di cose, per la malattia, perché la vita è stronza. Mi fa ridere pensare che questa canzone sia nata in aereo perché io in aereo di solito me la faccio addosso in una maniera devastante, invece quella volta avevo talmente tanto dolore dentro che avevo bisogno di scriverlo tutto.

In alcune canzoni del disco troviamo l'intervento di Rodrigo D'Erasmo, Anna Castiglia e Mille. Come sono nate queste collaborazioni?

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Per amicizia. Dopo aver scritto questi brani ho sentito che dovevano essere condivisi con altre persone e queste persone dovevano essere persone che stimo musicalmente e che so che mi apprezzano. Quindi ho chiamato questi artisti dicendo loro che in alcune canzoni sentivo la loro penna e la loro voce e ho chiesto se volevano partecipare. Rodrigo per esempio ha messo questi archi incredibili nella title track di apertura. Lui ha un modo di suonare completamente personale e mi piace la gente che prende uno strumento o un tipo di musica e poi lo declina a proprio modo, ecco. Più che feat queste le chiamo proprio condivisioni di musica tra amici.

Con Anna Castiglia canti "Un tu scuiddari", mentre "A picciridda mia" ha un testo tutto in siciliano. Che rapporto hai con le tue radici e con Palermo?

Come tutti ho un rapporto di odio e amore. Poi Palermo è una città che si fa amare e odiare nello stesso identico istante, però c'è un affetto che mi lega a quella città e a quella lingua che io orgogliosamente ho messo in questo disco. Palermo è proprio l'immagine perfetta di come si possa essere luce e ombra contemporaneamente. Ho voluto raccontare questa mia appartenenza totale alla mia città e a quella lingua, che è una lingua che racconta determinate cose in un modo che veramente io non saprei raccontare in italiano. Ci sono molte espressioni che sono davvero intraducibili, trasportate in italiano perderebbero tutto. 

Anna Castiglia e Mille sono solo alcune di un nutrito gruppo di nuove cantautrici decisamente interessanti. Eppure pare si faccia fatica ad accedere la luce sul cantautorato femminile che invece sembra avere molto da dire. Tu avverti una sorta di comunanza con le altre artiste della tua generazione?

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Questo è un movimento nel senso di cose che si muovono. Noi continuiamo a fare quello che facciamo, ci crediamo. A parte me, quello che fanno tantissime cantautrici che conosco è incredibile, lo è la loro musica. Penso ad Anna ma anche La Nina, che ha fatto un disco bellissimo e potentissimo. Esprime la forza di donne che sono state zitte per secoli e adesso finalmente parlano finalmente. Manca la rappresentazione di questo movimento a livelli dei grandi format e questo è un gran peccato e mi arrabbio ogni volta che viene detto che manca. Non manca niente ma la musica che viene cantata da donne in questo momento non ha una grande rappresentazione. Penso però che piano piano ci stiamo lavorando e sono molto fiduciosa per il futuro.

L'anno scorso hai partecipato a X Factor. Dopo le selezioni "Bandiera" è diventata un fenomeno e molti ti vedevano come una delle concorrenti più forti, ma poi il tuo percorso si è fermato e non sei arrivata alla fase finale. Cosa non hanno capito di te?

Penso che molto semplicemente le persone abbiano gusti diversi musicali. Sicuramente quella a cui sono piaciuta meno è Paola Iezzi. Non so se sono stata eliminata perché non mi hanno capita o magari proprio perché mi hanno capita. È comunque una cosa con cui ho fatto pace praticamente quasi subito. L'ho vissuta come un'esperienza di vita che mi ha dato la fortuna di farmi conoscere a tante persone. Poi veramente entrare nella testa delle persone, specialmente in un format del genere, è praticamente impossibile. Comunque ho ricevuto delle parole bellissime anche da Manuel Agnelli, già questo per me va bene.

Hai mai pensato che in fondo uscire in quel momento potrebbe essere stata una fortuna? Ti sei fatta conoscere senza però dover entrare nel circo delle cover che ti avrebbero magari snaturato. 

L'ho pensato anche perché io canto solo per cantare le mie canzoni, non mi ritengo neanche una cantante. Una pianista sì, ma cantante... io canto perché voglio esprimere nelle canzoni quello che sento quindi non so quanta vita avrei potuto avere poi all'interno di un programma che comunque è un programma di intrattenimento. E comunque dopo essere stata eliminato ho avuto modo di cantare la mia canzone un po' ovunque, ho vissuto delle esperienze di vita belle che non so se sarebbero mai arrivate se fossi stata ancora lì dentro.

Cosa ti aspetti da questo disco, che tipo di scatto dovrebbe dare al tuo percorso?

In realtà non mi aspetto niente, perché a volte è un po' pericoloso aspettarsi qualcosa, soprattutto quando si tratta di qualcosa che è nato semplicemente da un'esigenza di raccontare delle cose. Questo album l'ho scritto perché avevo bisogno di farlo. Dopodiché mi auguro che quello che ho raccontato per parlare di me possa raccontare anche la storia degli altri, possa raccontare il padre di un altro, la madre di un altro, i genitori di un altro, la voglia di ballare su Mozart e altre persone e creare quella connessione tra me e l'esterno che per me è fondamentale. Mi auguro che tutto questo amore, tutte queste cose che ho messo dentro, mi ritorni indietro filtrato attraverso la vita degli altri.

Le date del tour nei club di Giulia Mei

MERCOLEDÌ 2 APRILE, MILANO @ ARCI BELLEZZA

VENERDÌ 4 APRILE, FONTANAFREDDA (PN) @ ASTRO CLUB

SABATO 5 APRILE, VINCI (FI) @ FESTIVAL DELLA GENTILEZZA 

DOMENICA 6 APRILE, ROSETO DEGLI ABRUZZI (TE) @ PREVIEW SUNNY PEOPLE

MERCOLEDÌ 9 APRILE. PARMA @ COLONNE 28

VENERDÌ 11 APRILE, TARANTO @ SPAZIOPORTO

SABATO 12 APRILE, CONVERSANO (BA) @ CASA DELLE ARTI

GIOVEDÌ 17 APRILE, PALERMO @ CANDELAI

MERCOLEDÌ 30 APRILE, ROMA @ MONK

SABATO 31 MAGGIO, PADOVA @ PADOVA PRIDE

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