A ROMA CON "LO SCHIACCIANOCI"

Giuliano Peparini, la fantasia al potere: "Schiaccianoci" tra tradizione e breakdance

Il regista e coreografo, stella internazionale e direttore artistico delle ultime tre stagioni di "Amici", presenta una versione originale del balletto: in scena al Teatro dell'Opera dal 20 dicembre

19 Dic 2015 - 12:00

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Arriva al Teatro dell'Opera di Roma, dal 20 dicembre all'8 gennaio, un classico del balletto, "Lo Schiaccianoci" di Tchaikovsky. Sarà però una versione tutta speciale visto che coreografie e regia saranno di Giuliano Peparini, che il grande pubblico televisivo ha imparato a conoscere negli ultimi anni come direttore artistico di "Amici". "Ho accettato la tv per far riscoprire la danza al pubblico giovane" dice a Tgcom24.

Giuliano Peparini, la fantasia al potere: "Schiaccianoci" tra tradizione e breakdance

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Vent'anni di carriera, romano di nascita e cittadino del mondo con un curriculum internazionale che aiuta a far grande l'Italia all'estero, Peparini è un ballerino poi coreografo e regista di fama mondiale e indiscutibile talento. A volerlo al Teatro dell'Opera è stata Eleonora Abbagnato, che dà il via con questo spettacolo alla sua prima stagione di Direttrice del Ballo. La messa in scena sarà molto personale che, nel rispetto della tradizione, rende contemporaneo il più classico dei balletti di Natale. Questo avviene grazie alla fusione di danze diverse e a una rilettura di alcuni elementi della storia: il Re dei Topi e il suo esercito, per esempio, sono dei bad-boy, dei bulli come ce ne sono tanti nelle scuole di oggi. E sono interpretati da breakdancer di fama internazionale: il coreano Hong 10 e l'olandese Menno, entrambi vincitori della prestigiosa competizione Redbull BC One. "Nella mia rilettura i personaggi principali non sono bambini ma adolescenti - spiega -. E incontrano le problematiche tipiche dei ragazzi di quell'età, i primi sentimenti, i primi sguardi. In poche parole il personaggio principale femminile diventa in una notte da adolescente a donna. Ci saranno molti stili, dalla danza classica al contemporaneo alla breakdance".

Come nasce una tua coreografia?
Lavoro prima sul libretto, sullo scenario. Leggo molto. Per lo "Schiaccianocci" ho letto le varie storie. E poi mi piace andare a scavare nei personaggi e nella loro psicologia. Così più leggevo e più rendevo conto che la mia interpretazione dei personaggi del balletto erano un pretesto per fare avanzare questa giovane ragazza. Ho voluto far uscire ancora di più questo personaggio e tutti gli altri la aiutano per svoltare nella sua crescita.

Come pensi possa prendere il pubblico una versione così moderna di un classico come lo Schiaccianoci?
Oggi come oggi tutti i balletti sono rivisitati da i registi e i coreografi che li mettono in scena. Fatta salva la partitura, che non viene toccata, possiamo dire che da sempre ognuno dà la propria versione, dai tempi del primo coreografo che lo ha messo in scena. Unica cosa originale è la versione di Tchajkovski, il resto sono tutto interpretazioni di una storia scritta da Hoffmann e riscritta da Dumas. Quindi già la favola nasca da un adattamento di qualcosa. Non c'è nulla che possa dire "non si può riadattare".

Come ti sembra l'atteggiamento del pubblico di oggi verso la danza?
Sicuramente è difficile fare breccia nelle nuove generazioni. Proprio per questo ho accettato di fare "Amici". Avevo la possibilità di ristrutturare qualcosa che in televisione non era più utilizzato. Se la televisione dà la possibilità di accedere a un certo tipo di teatro, io lo faccio anche per quello. Portare un certo pubblico che normalmente non andrebbe in teatro a vedere un balletto o anche altro è un obiettivo importante e se ci riesco non può che farmi piacere.

Come ti sei trovato a lavorare in tv? Ti sei dovuto adeguare a tempi ed esigenze televisive?
Dalla prima edizione Maria De Filippi mi ha lasciato completamente libero, non ho trovato restrizioni. Sono arrivato con una situazione mia: una mia troupe, con la mia squadra e ho lavorato come lavoro all'estero con le stesse persone. L'atmosfera era la stessa. Le persone che erano lì hanno scoperto ritmi diversi ma la cosa bella è che queste squadre si sono unite e ora lavorano insieme per il bene del programma. Sono stato accolto bene e con fiducia, sin dal primo anno.

Tu hai lavorato moltissimo all'estero. Qual è la differenza maggiore che trovi rispetto alla realtà italiana?
Noi lavoriamo più con i sentimenti e questo può portare a interpretare male determinate tensioni. Spesso alcuni scontri in Italia vengono presi molto più sul personale. All'estero le persone hanno meno la coda di paglia, non prendono le cose sul personale, come fossero dirette a una persona e non a una situazione. E questo spesso rallenta un po' i tempi.

Quando Eleonora Abbagnato ti ha chiamato per proporti di fare lo Schiaccianoci hai accettato subito o hai avuto qualche dubbio?
Inizialmente ero titubante. La mia ultima esperienza al Teatro dell'Opera risaliva a quando avevo 12 anni: non mi presero e fui costretto ad andare all'estero. Ma lavorare in questo teatro è sempre un piacere, quindi una volta verificato che c'era lo spazio per creare questo spettacolo in mezzo ad altri progetti che mi tengono impegnato, ho deciso di accettare.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Ho un progetto in Cina molto grande, che stiamo preparando con Dragone. Sarà uno dei più grossi spettacoli che apriranno nel 2018. Poi ho un altro progetto per l'Italia che però non è ancora confermato. E quindi uno spettacolo in Francia che dovrebbe aprire l'anno prossimo.

E Amici?
Per ora è un'incognita. Sto riflettendo perché non vorrei ripetermi. Vorrei andare oltre e fare qualcosa di nuovo e interessante per non deludere un pubblico che mi è stato vicino in questi tre anni.

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