A otto anni da "Naples Power" la band torna con un lavoro che esplora le sonorità elettroniche. Tgcom24 ne ha parlato con il cantante Daniele Sanzone
di Massimo Longoni© Gaetano Massa
Una chiamata al risveglio delle coscienze e un tributo a un album chiave della storia del rock. In "Naples Calling" gli 'A67 mettono quello che sono diventati oggi, otto anni dopo il loro ultimo album. Un lavoro in cui esplorano anche le sonorità elettroniche. "Volevamo guardare lontano - dice a Tgcom24 il cantante Daniele Sanzone -. Partire da Scampia per parlare al mondo".
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Quarto album della band, "Naples Calling" si compone di dodici tracce che loro definiscono “politicamente ballabili e melodicamente scorrette”, tra cui otto in lingua italiana e le restanti in napoletano. L’album è stato anticipato dal singolo e video “Il male minore” feat. Caparezza, prodotto da Gigi Canu dei Planet Funk, e dalla cover in napoletano di “Tuyo”, brano di Rodrigo Amarante, già sigla della fortunatissima serie Netflix “Narcos”, seguiti dall’ultimo estratto “Brava gente” con il feat. di Frankie Hi-Nrg Mc.
Sono passati otto anni dal vostro lavoro precedente, un tempo decisamente lungo...
Sì, questo è il punto di arrivo di un percorso lungo. Gestazione lunga perché abbiamo voluto confrontarci con un suono elettronico che ha sempre fatto parte del nostro background ma non aveva mai trovato grande spazio nei nostri lavori precedenti. Per questo abbiamo scelto come produttore Massimo D'Ambra. L'obiettivo era quello di partire da Scampia per parlare al mondo.
Il cambio di sonorità corrisponde anche a un cambio di poetica?
No, lo sguardo sul mondo è lo stesso di "A camorra song' io", il nostro disco di debutto del 2005. Cerchiamo di indagare i mali della nostra società, vogliamo capire. Ma questo è un disco variegato, con anche tante sonorità pop e molte canzoni d'amore. Cerchiamo di affrontare la vita in tutta la sua complessità.
© Gaetano Massa
Da cosa nasce la voglia di esplorare il mondo dell'elettronica?
Il passaggio all'elettronica è qualcosa che ci è venuto naturale. Tutti noi l'ascoltiamo da sempre, ma non avevamo ancora avuto l'occasione, o anche l'ardire, di metterla in un nostro disco. Questa volta avevamo bisogno di nuovi stimoli e ci siamo affidati a D'Ambra perché sapevamo che era la persona giusta per questo percorso.
L'album contiene molti featuring importanti, da Caparezza a Frankie Hi-Nrg Mc.
I nostri featuring in realtà non sono veri feat. Sono collaborazoni vere, che nascono da amicizia e stima con persone con cui condividiamo la visione del mondo e alle quali siamo legati da un'unità di intenti. Il rapporto va oltre quello strettamente musicale.
Visto il il lungo tempo le canzoni sono nate nel corso di questi anni o la loro scrittura si è concentrata negli ultimi tempi?
Alcune canzoni sono nate da pochissime mesi, in particolare i brani in napoletano. Altri hanno preso forma negli ultimi tre o quattro anni. In questo periodo abbiamo cercato di focalizzare le tematiche che ci stavano a cuore e capire il modo in cui affrontarle. Noi abbiamo sempre fatto dischi solo quando avevamo qualcosa da dire, anche per questo la nostra discografia è abbastanza discontinua, con lunghi periodi di pausa.
© Ufficio stampa
Voi venite da Scampia, luogo he nel brano "I colori" diventa il punto di partenza per una voglia di riscatto diffusa...
E' il brano a cui sono più legato. E' una canzone in cui cerchiamo di riannodare i fili di chi combatte ogni giorno per vivere, di chi sbarca per cercare un'occasione. Da Radio Aut Aut di Peppino Impastato alle Sardine passando per il giudice Gratteri c'è un filo rosso che unisce chi combatte per i propri diritti.
Tra l'altro è di questi giorni la notizia che una delle Vele dovrebbe essere abbattuta a breve. Cosa significa per voi?
E' da anni che lo dicono. E' un simbolo che va abbattuto anche se io sono uno di quelli che sostengono che almeno una vada tenuta, a monito. E' comunque un segnale di riscatto, di voglia di fare qualcosa. Soprattutto speriamo arrivi il lavoro in uno dei quartieri più giovani d'Europa con il più basso tasso di scolarizzazione d'Europa.
Perché "Naples Calling"?
Perché volevamo rendere omaggio a un grandissimo disco della storia del rock, che è "London Calling" dei Clash, che ha compiuto 40 anni poco tempo fa. E allo stesso tempo rileggerlo con gli occhi della nostra situazione. Qui c'è Napoli che chiama se stessa attraverso la propria maschera, Pulcinella. Che si immola in un atto tragico, dandosi fuori, nella speranza di dare la sveglia alla città.
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