E' uscito il nuovo album in studio della storica band metal inglese, un doppio che contiene 10 brani realizzati prima ancora che scoppiasse la pandemia. E un seguito sarebbe già pronto...
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Un Eddie minaccioso e grondante sangue in tenuta da samurai che brandisce una katana. Così si presenta la storica mascotte-zombie degli Iron Maiden sulla copertina di "Senjutsu", il nuovo album appena uscito. Una dichiarazione di intenti per il diciassettessimo lavoro in studio della storica band metal britannica, che raccoglie dieci canzoni che si muovono tra hard rock e metal classico con uno sguardo a territori fin qui inesplorati.
A sei anni di distanza da "Book of Souls" arriva il nuovo lavoro degli Iron Maiden, prodotto ancora una volta da Kevin Shirley, in cabina di regia da ormai più di vent'anni, e co-prodotto da Steve Harris. L'album arriva solo ora anche se la band ha spiegato che era pronto già prima del blocco per la pandemia. Registrato nei primi mesi del 2019, nel pieno di un tour mondiale, è rimasto in ghiacciaia fino a oggi. Il batterista Nico McBrain ha spiegato che per lungo tempo nessuno ha saputo dell'esistenza di questo disco, nemmeno la casa discografica, gelosamente custodito nel computer di Steve Harris con la consegna del silenzio assoluto per gli altri membri della band.
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Un lavoro registrato a Parigi durante una pausa del "Legacy Tour". "Abbiamo scelto di registrare di nuovo al Guillaume Tell Studio in Francia perché il posto ha un'atmosfera così rilassata - ha spiegato Steve Harris -. Il setup li è perfetto per le nostre esigenze; l'edificio è stato un cinema e ha un soffitto molto alto, quindi c'è un’ottima acustica. Abbiamo registrato questo album nello stesso modo di 'The Book Of Souls': scrivevamo una canzone, la provavamo e poi la mettevamo insieme quando era tutto chiaro nelle nostre menti. In questo album ci sono alcuni brani molto complessi che hanno richiesto molto duro lavoro per farli risultare esattamente come volevamo che fossero, quindi il processo è stato a volte molto impegnativo, ma Kevin è bravo a catturare l'essenza della band".
"Senjutsu" prosegue, e se possibile si spinge ancora oltre, nel percorso stilistico degli ultimi anni che ha visto il gruppo virare in maniera decisa verso composizioni sempre più dilatate. Una fase inaugurata con l'album "A Matter of Life and Death" e poi proseguita con "The Final Frontier" e soprattutto con "The Book of Souls". Al punto che negli ultimi due platter il format si è esteso all'album doppio nonostante un numero di canzoni nella norma. In "Senjutsu", su dieci brani per 82 minuti complessivi, sono ben sette quelli che superano i sette minuti di durata e di questi tre sfondano la soglia dei dieci minuti. Il risultato è una complessità che non sempre va a vantaggio della fruibilità e dell'immediatezza di un album che necessita diversi ascolti per far entrare nelle proprie logiche. Tra i momenti migliori dell'album le più immediate "Stratego" e "Days of Future Past" e l'epica "The Parchment". "I brani sono molto vari e alcuni sono piuttosto lunghi - ha spiegato Bruce Dickinson -. Ce ne sono uno o due che suonano in modo piuttosto diverso dal nostro solito stile, penso che i fan dei Maiden saranno sorpresi, in senso buono, spero!".