Gli Oblivion aprono il loro archivio infinito ma... a "comandare" è il pubblico
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Arriva al teatro Manzoni di Milano, dal 12 al 15 febbraio, "Oblivion.zip", il nuovo spettacolo del gruppo
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Va in scena dal 12 al 15 febbraio, al teatro Manzoni di Milano, "Oblivion.zip", il nuovo spettacolo dello scatenato quintetto bolognese. Gli Oblivion questa volta si mettono nelle mani del pubblico. "Sono gli spettatori a decidere cosa dobbiamo parodiare - spiega Davide Calabrese a Tgcom24 -. Mettiamo alla prova il nostro repertorio illimitato con la limitata fantasia del pubblico. E se qualcuno ci mette in difficoltà... sappiamo come uscirne".
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Con dieci anni suonati di carriera alle spalle e gli ultimi cinque trascorsi in perenne tournée nei teatri e nelle piazze di tutta Italia, Graziana Borcian, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli, si mettono in gioco mettendo nelle mani della platea tutta la loro bravura, fatta di un ampissimo repertorio ma anche di capacità, all'occorrenza, di improvvisare . Il risultato è uno spettacolo la cui scaletta si rinnova di sera in sera in base alle richieste fatte dal pubblico che, con foglietti anonini, chiede al gruppo di parodiare questo o quel cantante.
Come vi è venuta l'idea di coinvolgere direttamente gli spettatori?
Semplicemente guardando il nostro archivio: sono 10 anni che lavoriamo insieme e prendiamo in giro la musica italiana. Abbiamo un quasi repertorio illimitato, mentre la fantasia del pubblico è limitata e quindi abbiamo deciso di sfidarla...
In che senso che la fantasia del pubblico è limitata?
Che alla fine i cantanti scelti si limitano ai soliti quattro o cinque, è difficile che ci siano richieste così assurde o impensabili. Se ci sono possono essere di chi cerca deliberatamente di metterci in difficoltà ma anche in quel caso abbiamo mille finestre per introdurre quelli che ci vogliono mettere alla prova.
Vi è mai capitato di trovare una platea difficile, restia a lasciarsi andare al gioco?
No, anche perché la gente si sente protetta dall'anonimato: scrivono il loro biglietto senza l'occhio dell'attore a scrutarli e poi lo infilano in ampolle che sono sparse per la sala. Una volta capito si divertono molto, sia nel caso esca il loro cantante preferito sia che arrivi qualche richiesta strana per metterci in difficoltà.
Avete studiato qualche escamotage particolare per aggirare le richieste impossibili?
Oh sì, abbiamo un metodo incredibile: leggiamo e buttiamo il foglietto. Lo abbiamo inventato noi e brevettato alla Siae!
Qual è l'aspetto più divertente di questo spettacolo?
E' che ogni serata è diversa dalle altre. E poi abbiamo fatto cadere la cosiddetta quarta parete, facendo diventare fisica l'interazione con il pubblico. Diciamo che siamo passati da un "rapporto di coppia" tra cinque persone a una gang bang con tutta la sala...
Non credo di voler immaginare la scena...
E' uno spettacolo a più dimensioni... Non solo luci e suoni, ma ci sono anche gli odori.