Harvey Weinstein in tribunale a New York con un deambulatore
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Il giudice di Los Angeles ha ritirato i capi d'accusa contro il produttore dopo il forfait di un'accusatrice
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Il giudice del processo contro Harvey Weinstein a Los Angeles, Lisa Lench, ha ridotto da undici a sette i capi di imputazione di cui deve rispondere l'ex re di Hollywood nella città che un tempo era il suo regno. Le quattro imputazioni ritirate erano basate su accuse di una donna identificata come "Jane Doe 5" che non si è presentata a deporre. Due capi di accusa di stupro con la forza e altri due per sesso orale forzato sono quindi stati derubricati in quello che rappresenta un successo parziale per Weinstein, che già sta scontando una condanna a 23 anni nello stato di New York.
IL PROCESSO A LOS ANGELES - In tribunale a Los Angeles, Weinstein si è dichiarato non colpevole delle restanti sette accuse di violenza sessuale, tra cui due accuse di stupro e cinque accuse di violenza sessuale risalenti dal 2004 al 2013. L'ex produttore, che inizialmente rischiava 140 anni di prigione, ne ha adesso di fronte potenzialmente 60 se riconosciuto colpevole di tutti e sette i capi di imputazione. Questo è il secondo processo scaturito dalle accuse di molte donne dopo che nel primo, a New York, l'ex produttore è stato condannato a 23 anni di carcere. Weinstein deve rispondere ad accuse di molestie anche a Londra: la procura della Corona ha dato in giugno luce verde alle accuse di una donna, ora cinquantenne, che afferma di esser stata aggredita da lui a metà anni Novanta.
LE ACCUSE DELLA MOGLIE DEL GOVERNATORE DELLA CALIFORNIA - A Los Angeles intanto è tornata sul banco dei testimoni Jennifer Siebel Newsom, ora moglie del governatore della California Gavin Newsom, che vuole mandare Weinstein in prigione per uno stupro che sarebbe avvenuto nel 2005 dopo averla adescata in una camera d'albergo. La donna ha raccontato di aver conosciuto Weinstein quando aveva 31 anni durante il festival del cinema di Toronto del 2005. Di averlo poi rivisto un paio di settimane dopo a Los Angeles quando lui, con la scusa di un incontro di lavoro, l'aveva invitata a raggiungerlo in albergo. Ma in realtà era poco interessato ai suoi progetti cinematografici. "Lui mi afferrò e mi portò a letto. Mi stuprò con quello strano pene che sembrava come un pesce", ha raccontato la Newsom. Il controinterrogatorio da parte degli avvocati dell'ex produttore è stato brutale, con il difensore di Weinstein, Mark Werksman, che ha fatto di tutto per dimostrare che il sesso fu consensuale. A un certo punto il legale ha chiesto alla Siebel Newsom di simulare in aula un orgasmo. "Questo non è 'Harry ti presento Sally'", ha replicato orripilata la testimone, alludendo alla famosa scena in un affollato ristorante di New York di cui fu protagonista l'attrice Meg Ryan: "Facevo rumori per indurlo a finire. Mi aveva appena stuprata", ha aggiunto tra le lacrime. Con l'uscita di scena della "Jane Doe 5", Siebel Newsom è stata la quarta e ultima tra le accusatrici di Weinstein a testimoniare contro di lui.
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