IDOLO DEGLI ANNI 80

I 60 anni di Tony Hadley: dagli Spandau Ballet alla passione per il soul e lo swing

Frontman di uno dei gruppi iconici del pop degli anni 80, il cantante londinese con il nostro Paese ha sempre avuto un legame speciale

02 Giu 2020 - 08:07

Compie 60 anni uno dei personaggi iconici degli anni 80: Tony Hadley. Cantante e frontman degli Spandau Ballet, che ha lasciato definitivamente (?) nel 2018, Hadley si è caratterizzato da sempre per la voce calda e l’impostazione da crooner classico che lo ha contraddistinto rispetto a tanti cantanti della sua epoca. Particolarmente legato all’Italia da sempre, ha partecipato più volta al Festival di Sanremo come ospite e in coppia con cantanti in gara.

Tony Hadley compie 60 anni: dagli Spandau Ballet a Sanremo, la popstar con l'anima del crooner

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Spandau Ballet o Duran Duran? Tony Hadley o Simon Le Bon? Per buona parte degli anni 80 in Italia (perché nel resto d'Europa questa rivalità non è pressoché mai esistita), i fan si sono divisi in vere e proprie fazioni contrapposte, quasi che seguire l'uno o l'altro fosse simbolico di una diversa visione della vita. Che quella contrapposizione fosse in realtà artificiosa lo dimostrano i buoni rapporti tra le due band e il fatto che Hadley, una volta messosi a fare il solista, abbia inserito nelle scalette dei suoi show brani iconici dei Duran Duran come "Rio" o "Save A Prayer".

Nato a Londra il 2 giugno del 1960, Tony Hadley così come i suoi compagni di viaggio, si è formato negli anni del new romantic londinese, attorno a un luogo mitico come il Blitz di Steve Strange. Ma da subito la sua vocalità a contribuito non poco a distinguere gli Spandau da molti altri gruppi contemporanei: ricca di swing e soul, ha contributo a creare quel soul bianco che sopratutto in album come "True" e "Parade" ha fatto la fortuna della band. La cui vita è stata non poco travagliata. Finita la prima fase, nel 1989 dopo l'album "Heart Like a Sky", il gruppo si scioglie e tra i fratelli Kemp e il resto del gruppo volano gli stracci e le carte bollate. Tony, insieme a Steve Norman e John Keeble va avanti a suonare per un po' poi si dedica al percorso solista. 

"The State of Play" (1992) è il disco di esordio, seguito da un album eponimo di inediti misti a cover e da "Passing Stranger", un doppio tutto dedicato al mondo jazz e swing. E' in questi anni che, dopo la Spandau-mania degli anni 80, Hadley inizia a tessere un rapporto privilegiato con l'Italia. Nel 2008 duetta con Paolo Meneguzzi al Festival di Sanremo, esperienza che ripeterà nel 2018 con Arisa. Ma arrivano anche un featuring con Caparezza nella canzone "Goodbye Malinconia" e persino, nel 2014, la partecipazione a un talent di Raiuno, "La pista".

Nel 2009 intanto è arrivata la riappacificazione con i Kemp. Gli Spandau Ballet si riuniscono e si imbarcano prima in un tour di reunion, corredato da un album dei loro successi rivisitati in chiave acustica, e poi da un altro tour di grande successo nei palasport di tutta Europa. Nel 2014 esce il film "Soul Boys of the Western World", che racconta la loro storia e viene presentato anche al Festival del cinema di Roma. Sembra l'apoteosi ma qualcosa si incrina di nuovo. Tony vuole comunque proseguire con il proprio percorso solista. Pubblica in Italia un album di classici di Natale e fa un tour. Ma i fratelli Kemp scalpitano perché vogliono invece proseguire con il momento magico ritrovato. La rottura è inevitabile. Il gruppo dà il benservito ad Hadley (che sarà rimpiazzato dal giovanissimo Ross William Wild, giubilato nel giro di pochi mesi), mentre Tony ritiene definitivamente chiusa l'avventura con gli Spandau e pubblica il nuovo album "Talking To The Moon".  

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