Il brano, che ha preso vita durante il lockdown, in bilico tra speranza e paura
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Dopo il lockdown i Canova tornano dal loro pubblico con "Tutti uguali". Un singolo che celebra l’attaccamento alla vita, un brano corale che anticipa l’uscita del terzo atteso album della band. "Tutti uguali" è stato scritto durante in quarantena, in un periodo dove incertezza e speranza si alternavano e sovrapponevano.
Il tributo a George Floyd - La canzone è stata composta dai componenti del gruppo durante l'isolamento, ma è stata poi ripresa in mano dopo la morte di George Floyd. “Tutti Uguali è la nostra canzone più corale e in qualche modo anche positiva, antidoto di questa incertezza. E' nata in pochi minuti. ‘Non farmi male, non riesco a respirare’ sono le tremende ultime parole di George Floyd, note a tutti, aggiunte alla canzone proprio nei giorni successivi al 25 maggio", ha spiegato il frontman del gruppo Matteo Mobrici.
Messaggio apolitico - "La zanzara non sceglie chi colpire ma colpisce e basta, senza fare differenze di alcun genere, in qualche maniera è casualmente democratica. Ho usato diverse similitudini con gli animali perché nelle favole gli animali sono sempre stati portatori di messaggi universali. Non mi sono mai esposto su temi politici e sociali ma credo che in questo caso si tratti di sensibilità ed empatia apolitica, senza colore e dunque inopinabile", ha spiegato Mobrici.
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