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La band sarà protagonista del "La Teatrale Summer Tour 2021". Tgcom24 ne ha parlato con il chitarrista Enrico "Drigo" Salvi
di Massimo Longoni© Ufficio stampa
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Dopo lo stop forzato dovuto all'emergenza sanitaria, i Negrita ripartono da dove avevano lasciato. "La Teatrale Summer Tour 2021" vedrà la band protagonista tutta estate per proporre brani cult del proprio repertorio in veste acustica. "Ci prendiamo questa boccata di vita - spiega il chitarrista Enrico "Drigo" Salvi a Tgcom24 -. E poi aspettiamo il ritorno del rock, sentiamo che le cose stanno cambiando".
Presentando questo ritorno sul palco dopo un anno e mezzo di stop, la band ha detto di aver a un certo punto smesso di crederci, "pensando a un futuro simile alla copertina di 'Radio Zombie'", loro album che quest'anno compie vent'anni e che in copertina aveva un paesaggio desertico popolato solo da antenne. E invece Pau, Drigo e Mac sono pronti a riabbracciare il proprio pubblico con un tour corposo che, pur nelle difficoltà del momento, rappresenta una voglia di normalità. "Forse siamo stati facilitati dal fatto che si è trattato di rimettere in piedi la formula con cui stavamo girando l'Italia poco prima che si fermasse tutto - spiega Drigo -. Qualche data era ancora da fare, il pubblico aveva già i biglietti, a questo punto è diventato automatico pensare, non appena si fosse ripartiti, di concludere quel tour. Avevamo una formula in corso. Dovendo rimettere insieme tutto, palco, personale, prove, non avrebbe avuto senso fare tutto questo per le poche date che rimanevano e così abbiamo deciso di costruirci attorno un vero tour. Ci siamo presi questa boccata di vita".
Nel ripartire avete trovato difficoltà per la situazione che si è creata in questo anno a mezzo nel mondo della musica?
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Grazie al cielo la nostra squadra di tecnici e collaboratori è rimasta intaccata. Però ci sono tanti problemi, come ci sono per tante altre categorie. Ci lamentiamo ma allo stesso tempo dobbiamo tutti fare i conti con le possibilità che abbiamo.
Con le limitazioni imposte per motivi sanitari tenere in piedi economicamente un tour non è semplice...
E' questo il vero problema. Con le capienze ridotte di un terzo, non volendo aumentare il biglietto, spesso i conti non tornano. E bisogna correre ai ripari. Poi ognuno farà i propri calcoli su quanta sia la voglia di questo rituale che è il concerto e quanto invece dare peso ad altri aspetti. La nostra formula per fortuna portava il tour nei teatri, non nei palazzetti. Suonando adesso all'aperto, distanziati, con un colpo qua e uno là, con la nostra agenzia abbiamo capito che era fattibile.
Nel presentare queste date avete citato la copertina di "Radio Zombie", in qualche modo profetica. Come giudichi quell'album a vent'anni dalla sua uscita?
Tanti credono che quello sia per noi un album in qualche modo non riuscito. Nel tempo anche noi lo abbiamo raccontato con degli accenti negativi. Ma non crediamo sia stato un disco non ben realizzato, semplicemente ha avuto una composizione molto sofferta. Questo non significa che non lo apprezziamo. Anche perché contiene canzoni che nel tempo sono diventate dei pezzi immancabili nei nostri concerti, come "Bambole" o "Hemingway"
Per fu una composizione sofferta?
Perché quel disco è nato in un momento in cui la musica rock, a livello internazionale, non stava più producendo cose di grande risonanza. Questo perché dopo la morte di Kurt Cobain ha iniziato a scomparire, a non proporre più cose innovative che facessero presa sul grande pubblico. E' stato l'inizio di un declino che è andato avanti inesorabilmente fino a oggi. E il rock è sempre stata la nostra musica di riferimento.
Avete così perso i punti di riferimento?
E' stato come se venisse a mancarci la linfa vitale. La nostra è una band in cui il lavoro di composizione è corale, all'inizio della lavorazione di un disco dobbiamo fissare in qualche modo i punti su cui tutti dobbiamo convergere. Essendo una band al tempo di basso, chitarre e batteria in quel tempo non si trovavano novità che potessero essere di riferimento. Abbiamo avuto così poca energia dall'universo da esplorare. E di conseguenza anche con i testi abbiamo avuto grossi problemi, ci hanno portato via molto tempo.
Il rock è stato dato per morto almeno un paio di volte. Come vedi questo periodo?
Spesso rifletto su questa cosa, cercando di prevedere scenari possibili. Ci sono segnali interessanti. Ho letto per esempio che la Fender negli ultimi due anni ha fatto il fatturato più alto della sua storia. C'è un ritorno di interesse verso le chitarre, verso la musica suonata. I ragazzi cercano gli strumenti che danno una vibrazione organica dopo dieci anni di musica sintetica. Se negli anni 80 questo era stato determinato dall'euforia generata dall'invenzione dei sintetizzatori, questo decennio arriva dopo l'introduzione di software per poter registrare da soli sul proprio computer, senza nemmeno andare in studio.
Pensi ci sia poco da salvare negli ultimi dieci anni di musica?
Un discorso è come la musica viene realizzata, un altro è la qualità. Ed è su quello che mi lamento. Non sento la qualità. Se guardo i primi dieci posti in classifica faccio fatica dire che c'è qualcosa di fenomenale che ascolterò anche in futuro. Forse questo è dovuto anche al fatto che chiunque può farsi un disco in casa e la proposta è diventata enorme. Impossibile stare dietro a tutti gli artisti che emergono quotidianamente.
Si può invertire la rotta?
Se è vero, come si legge nei libri di psichiatria, che l'uomo ha bisogno continuamente di cambiamenti, è una necessità fisiologica, questa saturazione di musica sintetica potrebbe aver ormai portato alla svolta. D'altronde se ci guardiamo attorno, anche nel mondo dei social, ci sono tantissimi ragazzi che suonano strumenti dalla vibrazione organica. Sta tornando l'interesse per la performance artistica del musicista, dopo che per dieci anni abbiamo sentito basi sintetiche con performance esclusivamente vocali.
Una situazione che si è riversata anche sul mondo dei locali della musica dal vivo.
Esatto. E infatti così come c'è una grandissima voglia di concerti ed eventi sportivi dal vivo, per condividere un'esperienza comune, potrebbe verificarsi che anche tantissimi locali tornino a proporre musica dal vivo. Negli anni 90, dalle grandi città ai paesini, si poteva fare musica ovunque. Speriamo riprenda anche questo movimento.
LE DATE DEL TOUR
27 GIUGNO – SALINA (ME), Eolie Music Fest (Acoustic Trio Special Show)
12 LUGLIO – BOLOGNA, Nova Festival
16 LUGLIO – GENOVA, Villa Serra
17 LUGLIO – BRESCIA, Arena Campo Marte
18 LUGLIO – TODI (PG), Piazza Del Popolo
20 LUGLIO – COLLEGNO (TO), Flowers Festival
22 LUGLIO – MILANO, Castello Sforzesco – Estate Sforzesca
23 LUGLIO – VILLAFRANCA (VR), Castello Scaligero
24 LUGLIO – PORDENONE, Pordenone Blues Festival
28 LUGLIO – ROMA, Villa Ada
29 LUGLIO – PADOVA, Parco Della Musica
31 LUGLIO – AREZZO, Arezzo Music Fest, Anfiteatro Romano
04 AGOSTO – PINETO (TE), Parco Della Pace
05 AGOSTO – OSTUNI (BR), Foro Boario
06 AGOSTO – BELLARIA – IGEA MARINA (RN), Beky Bay
10 AGOSTO – FOLLONICA, Parco Centrale
11 AGOSTO – FORTE DEI MARMI (LU), Villa Bertelli
16 AGOSTO – ZAFFERANA ETNEA (CT), Anfiteatro Falcone e Borsellino
22 AGOSTO – CASTAGNOLE DELLE LANZE (AT), Piazza S.Bartolomeo
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