AGLI I-DAYS

I Pearl Jam stregano Milano tra rock, emozioni e politica

Al festival I-Days, davanti a oltre 60mila persone, la band ha proposto grandi classici con frecciate contro Trump

23 Giu 2018 - 16:21
 © ufficio-stampa

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A quattro giorni dal concerto annullato a Londra per il calo di voce di Eddie Vedder, i Pearl Jam sono stati protagonisti all'I-Days di Milano davanti a oltre 60mila persone. "Stasera cantate con noi, stasera fate parte della band", esordisce sul palco il frontman. L'entrata è epica con il ricordo del primo concerto milanese nel 1992, riproponendo in apertura la prima canzone suonata all'epoca, "Release". Poi la band di Seattle regala due ore di poesia e rock.

Seguono in scaleta "Do The Evolution", "Given to Fly" e "Wishlis", "Even Flow", "Corduroy" e "Immortality". Il pubblico accompagna tutta la scaletta della band per dare il proprio supporto a Vedder. Ma i Pearl Jam sono una band, non l'espressione di un singolo. E così Mike McCready travolge tutti con "Eruption" dei Van Halen e Stone Gossard canta su "Mankind".

Dopo "I Got Shit", con un filo di romanticismo, Eddie chiama sul palco la moglie Jill McCormick, per festeggiare il 18esimo anniversario dal giorno in cui si sono conosciuti (dopo il concerto milanese al Forum del 2000). Leggendo da un foglio dice: "Qui a Milano ho conosciuto quella che è diventata mia moglie e la mia migliore amica, e la madre delle nostre figlie, voglio farla salire sul palco". Non solo buoni sentimenti: dietro il giubbotto di jeans della ragazza campeggia la scritta "Yes we all care. Y don't u" (A noi interessa, perchè a te no?), evidente risposta alla giacca indossata dalla first lady Melania con la frase "Really don't care. Do u?" durante la visita al confine tra Usa e Messico.

Ma la politica è protagonista anche su "Daughter", nel cui finale Vedder cita "Another Brick In The Wall" dei Pink Floyd, con una stoccata a Donald Trump, con la frase più celebre modificata in "Ehi, Nielsen, lascia stare questi bambini", in riferimento alla segretaria alla sicurezza americana che si occupa dei bambini messicani separati dai genitori.

Poi lungo lo show si aggiungono "Porch", "Black", "Alive", fino alla conclusione con dieci minuti di "Rockin' In The Free World" di Neil Young, durante la quale Vedder si arrampica sopra il palco come ai vecchi tempi.

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