INTERVISTA A TGCOM24

I Perturbazione cantano il "(dis)amore" lontano dai luoghi comuni: un concept album sulle fasi di una coppia

Il gruppo torinese racconta a Tgcom24 le caratteristiche dell'ottavo lavoro in studio: "La storia dei protagonisti attraverso l'arco narrativo della loro parabola emotiva"

29 Mag 2020 - 13:04

L'amore e il suo contrario raccontati attraverso un rapporto di coppia dalla fase dell’innamoramento fino alla separazione, attraverso la condivisione, il consolidamento, i primi dubbi, le crepe, le bugie, i silenzi, i muri, la distanza, il dolore, le assenze. E' il tema di "(dis)amore", ottavo album dei Perturbazione, un concept di 23 canzoni in uscita il 29 maggio per Ala Bianca Records, dopo che l'emergenza coronavirus aveva fatto rimandare la pubblicazione. "Raccontiamo l'innamoramento e il disamoramento in modo meno convenzionale rispetto ai luoghi comuni della canzone italiana legata a questo tema", racconta il frontman Tommaso Cerasuolo a Tgcom24.

I Perturbazione si ripresentano dopo 7 anni da "Musica X" e dalla partecipazione a Sanremo (sesti nella classifica finale e Premio della Sala Stampa) con una formazione che dopo l'uscita di Gigi Giancursi ed Elena Diana nel 2014 vede Tommaso Cerasuolo (voce), Cristiano Lo Mele (chitarra), Alex Baracco (basso) e Rossano Lo Mele (batteria). Da qualche giorno è uscito "Io mi domando se eravamo noi", il nuovo singolo accompagnato da un video girato in esterni a Milano il 7 marzo che sarebbe dovuto uscire dopo una settimana; è rimasto invece nel cassetto, anche lui intrappolato nel “lockdown” fisico ed emotivo come il disco che sarebbe dovuto uscire prima a marzo, poi ad aprile.

Com'è nato il disco e perchè avete pensato a un concept? 
"(dis)amore" per come è scritto contiene la parola amore e il suo contrario. E definire il contrario dell'amore è altrettanto complicato che definire l'amore stesso. Per scrivere questa storia volevamo far sentire quanto queste due energie fossero parte della stessa storia. Il disco è nato per strati. Alla fine del 2016 abbiamo fatto una serie di spettacoli teatrali su Natalia Ginsburg con il Teatro Stabile di Torino. Avevamo scritto alcune canzoni intorno alla scrittura della Ginsburg, che al di là di "Lessico famigliare", ha sempre narrato il tema dell'assenza: nelle sue storie c'è sempre un personaggio che è centrale ma che non si vede mai, come in "Caro Michele". Questa cosa ci ha spinto a capire quanto materiale avevessimo accumulato intorno all'idea di innamoramento-disamoramento descritti in modo meno convenzionale, lontano ai luoghi comuni della canzone italiana su questo tema. E' nata così la voglia di provare a raccontare la storia dei protagonisti attraverso l'arco narrativo della loro parabola emotiva.
 

Cosa significa quella chiave in copertina?
La chiave è la metafora del disco: una sorta di capsula del tempo emotiva che consegniamo all'ascoltatore, al cui interno può trovare tutte le sensazioni della coppia protagonista dell'album, i pieni e i vuoti, le cose belle. ma anche tutte le lacune, le assenze. gli errori.

Per i testi dell'album citate influenze letterarie di Buzzati, Cassola, Cheever, Albinati, Starnone, invece a livello sonoro?
Siamo cresciuti tra gli 80 e 90 e nei nostri dischi si sentono da sempre echi di Smiths, R.E.M., Cure. Quello che cerchiamo di fare è come un piano inclinato: prendiamo quella che è la nostra natura, quello che ci ispira, cose che ci sono già state, e le filtriamo attraverso dei nuovi prismi.

Lungo questi otto dischi, come siete cambiati dal punto di vista musicale?
Questo disco si riconnette di più a nostri esordi. Nell'ultimo disco che abbiam fatto con Max Casacci avevamo lavorato tanto sul groove perchèera un aspetto che avevamo curato meno in passato. Non è che ora vogliamo tornare indietro ma di fatto ci siamo fatti contaminare dalle esperienze di ciascuno di noi (come il progetto Totò Zingaro del chitarrista). Ora musicalmente siamo più narrativi. E' una caratteristica che abbiamo appreso ultimamente lavorando con cinema e teatro e che ci ha permesso di essere meno ombelicali, ovvero pensare di scrivere solo quello che gira intorno a te. Mano a mano che invecchi, ti accorgi che sei più interessato a vite che non sono le tue, per citare Carrère.

Avevate il disco pronto ed è arrivato il lockdown ed è slittata la pubblicazione
Abbiamo rimandato l'uscita senza l'idea di rimanere paralizzati. Di comune accordo con Alabianca, che pubblic ail disco, abbiamo sfruttato la prima finestra possibile dove ci fosse una rete distributiva reale. Questo perchè ci piace che il disco viva nel digitale ma siamo soprattutto di una generazione che ama ancora il disco fisico da stringere tra le mani.

Amore e coronavirus: sarebbe state diverse certe canzoni se la lavorazione fosse avvenuta durante questo periodo?
E' possibile ma non credo tanto che si debba scrivere essendo didascalici rispetto a qualcosa che stai vivendo. Gli innamorati e disamorati sembrano sempre quasi degli alieni distanti dal resto del mondo. Tutto sommato molti di noi si sono sentiti nello stesso modo in questo periodo.

Dopo la pubblicazione vi aspetterebbe il classico tour. In teoria. Come sarà possibile una ripartenza per voi a livello live?
Saranno forme di resistenza più che di ripartenza. Ognuno sta cercando di inventarsi piccoli modi di esprimere sentimenti ed emozioni più che ruotare intorno a un'economia reale. Una delle cose che ha evidenziato per la nostra categoria è quanto fossimo isolati e ognuno per conto suo, badando alla propria cosa. Aderendo a Note Legali abbiamo più volte sottolineato la necessità di dover essere una voce, unica, più unita. Tutto il mondo dello spettacolo e della cultura ha bisogno di sostegno ora. Penso sarà una questione piuttosto lunga e che quindi vadano cercate delle piccole forme di resistenza e prossimità con meno programmazione lunga. Noi navighiamo in acque diverse da quelle dei grandi eventi, ed è lì che dobbiamo cercare di capire cosa inventarci.

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