Dopo lo scandalo scoppiato in seguito al servizio de Le Iene Salzano di F&P e Maioli, manager di Ligabue, lanciano l'iniziativa a cui hanno aderito molti altri nomi, da Claudio Trotta a David Zard
di Massimo LongoniNon accenna a scemare il polverone sul secondary ticketing dopo il servizio realizzato da "Le Iene". I promoter di concerti si mobilitano, a partire da Ferdinando Salzano, a.d. di Friends & Partner, e Claudio Maioli, manager di Luciano Ligabue. "I siti di secondary ticketing sono da oscurare - dicono - E lanciamo un appello ad altri che sono coinvolti: autodenunciatevi". All'iniziativa hanno aderito tanti nomi del settore da Claudio Trotta a David Zard.
La bufera è appena iniziata e come sempre, in questi casi, la polvere è ancora alta. Nell'attesa che questa si depositi rendendo un po' più chiaro il paesaggio, qualcuno prova a tirarsi fuori, per evitare di rimanere invischiato in uno scandalo che non lo riguarda direttamente ma solo in maniera tangenziale. "In quel servizio mi ha dato molto fastidio la parola artisti pronunciata in modo generico - dice Maioli -, faceva di tutta l'erba un fascio. O si fanno i nomi o si butta fango su tutti. E io non ci sto. Non voglio che si pensi che tutti sono uguali. Lo stesso servizio lascia intendere che questa sia usanza anche di altre agenzie. Sia noi che Luciano Ligabue in prima persona, siamo impegnati da almeno 7 anni contro questa piaga, denunciando i siti e invitando la gente a non utilizzarli".
Salzano ribadisce il concetto. "Tutti i titoli di giornali parlavano di 'organizzatori', al plurale, e per la gente fare dei distinguo diventa difficile - spiega - . Ne esce una immagine devastante di connivenza dove l'unico obiettivo è truffare il pubblico. Oggi gli artisti non sono coinvolti. Nessun tipo di artista con cui lavoro ha mai avuto rapporti di alcun genere sulla pratica del secondary ticketing".
Se Friends & Partner è esposta in prima persona, sono tanti ad avere aderito all'iniziativa, da Claudio Trotta di Barley Arts alla Trident (che si occupa di Jovanotti), passando per David Zard (manager di Gianna Nannini). Ma il termine organizzatori usato al plurale non è del tutto fuori di posto. Almeno a sentire quello che dice Salzano. "Sono convinto ci siano altri organizzatori, non solo Live Nation - avverte -. Chiedo di autodenunciarsi. Sanno tutto, arrivano a tutti, questo pentolone di m... che sta colpendo tutta la musica italiana investirà tutti i coinvolti".
"Questi siti poi vendono anche i biglietti di artisti nostri. Il mercato non è fatto solo sulle date sold out, ma su tutti i concerti - spiega il promoter -. Perché sono lì? Arrivano probabilmente perché i sistemi di protezione che abbiamo fanno acqua". Ma autodenunce a parte, quali sono le soluzioni pratiche che vengono proposte. "Bisogna assolutamente oscurare questi siti, è l'unico modo per interrompere questa pratica" dicono sia Salzano che Maioli. Il problema é che il secondary ticketing (o detto più volgarmente il bagarinaggio) non è una pratica illegale. E allora? Per il momento si può passare da altre vie. "Chiediamo un codice etico firmato da tutti gli organizzatori di concerti. Oltre al pronunciarsi contro il secondary ticketing ma anche nessuna società organizzatrice abbia capitali in siti di secondary, come accade all'estero con Ticketmaster e Seatwave".