Il Cile: "Io, Arisa, Vasco Rossi e quella passionaccia per il latino"
© ufficio-stampa
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Il cantautore presenta a Tgcom24 il nuovo album "In Cile Veritas"
Dopo aver convinto pubblico e critica con "Siamo morti a vent'anni" Il Cile (Lorenzo Cilembrini) torna dopo due anni con "In Cile Veritas". Brani sulla generazione di oggi segnata dalla sensibilità e dalla dura realtà ma anche sull'amore con le donne più importanti da cui ha imparato ad "allargare gli orizzonti". Apprezza Ligabue, Jovanotti e vorrebbe conoscere Vasco. Possibile una collaborazione con Arisa. La sua passione segreta? "Il latino".
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Nei dieci brani di "In Cile Veritas" il cantautore toscano fa un passo avanti rispetto al suo lavoro precedente. Anzitutto con le sonorità più morbide che in alcuni casi sottolineano anche l'importanza dei testi come il nuovo singolo "Sapevi di me" o "Parlano di te". Ma non mancano i testi ironici come "L'amore è un suicidio" o il singolo di questa estate "Sole cuore alta gradazione". Ancora una volta Il Cile si dimostra uno dei migliori cantautori dell'ultima generazione.
Insomma hai fatto un bel passo in avanti. Scelta voluta?
Ho voluto allargare la mia visione musicale con una taglio ironico e pungente. Un punto di vista sulle cose da parte della mia generazione sull'onda dei tanti messaggi che ricevo dai ragazzi della mia età che si ritrovano nei miei testi. Mi riempie di orgoglio...
Perché?
Perché quando sento che secondo alcuni l'artista, parola che comunque ho sempre detestato, scrive solo per se stesso mi inalbero. In realtà il nostro successo ma anche la nostra soddisfazione più grande è scrivere storie in cui gli altri possono immedesimarsi.
C'è tanto amore in questo album che si chiude con la visione positiva di "Un'altra aurora"...
Dall'amore ho imparato tantissime cose. Ad esempio, canto in 'Parlano di te' di una mia convivenza che è durata sette anni e poi è finita. L'ho vissuta come un fallimento. Poi mi sono fermato a capire cosa c'era attorno a quel vuoto. Insomma ho attuato una vera autoanalisi e devo dire che ho sviluppato punti di vista molto più allargati, l'orizzonte si è fatto più ampio.
Quali tra i tuoi colleghi apprezzi particolarmente?
Con alcuni rapper ho collaborato, da Fibra a Emis Killa, e a loro sono legato per motivi miei personali. Poi ho conosciuto Lorenzo Jovanotti e ho capito perché è arrivato dove è arrivato, così come Ligabue. Mi manca Vasco e ho anche chiesto di incontrarlo...
C'è qualche cantante che ti ha chiesto un brano?
Arisa. Vorrei proprio collaborare con lei.
Torneresti al Festival di Sanremo?
Quando ho partecipato nel 2013 l'ho vissuta come una vera e propria gara. Si va lì per vincere e senti la pressione. Poi è stato un vero colpo emotivo quando sono stato eliminato subito mentre la stampa mi dava per favorita. Oggi tornerei con altro spirito, con più divertimento. Magari sceglierei bene il brano da portare. Ci penserei su.
Puoi confessarci una tua passione?
Il latino. Ho passato degli anni molto belli al Liceo. Ho fatto lo scientifico e solo in matematica ero un disastro. Comunque il latino mi salva sempre, quando penso a come dire una frase penso alla consecutio temporum.