QUARTO ALBUM IN STUDIO

Il rapper Izi invita a combattere l'ingiustizia senza violenza in "Riot": "La mia rivolta spirituale"

Esce oggi su tutte le piattaforme il quarto disco in studio dell'artista ligure

30 Ott 2020 - 11:26

Arriva a distanza di un anno e mezzo dal precedente, “Aletheia”, il nuovo e quarto disco in studio di Izi all’anagrafe Diego Germini, una delle penne più interessanti della scena rap d’autore. S'intitola "Riot", che significa rivolta, sommossa e contiene tredici tracce eterogenee. "Il titolo nonché parola chiave del disco non vuole assolutamente incitare alla violenza ma a una rivolta “spirituale”, un invito ad usare il cervello e i poteri che abbiamo, a migliorare ed evolvere la nostra comunicazione, oltre che il nostro essere...", racconta l'artista ligure a Tgcom24.

Ecco chi è Izi, "il bimbo magico"

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© Mattia Guolo
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"Una rivolta è in fondo il linguaggio di chi non viene ascoltato", scrive Izi citando Martin Luther King su Instagram. E proprio questo è il concept dell'album in cui il rapper parla della proprio personale visione di “rivolta”, muovendo una critica a sistema e abusi di potere, ma invitando il proprio giovanissimo pubblico ad una reazione non violenta e ad affrontare la realtà con spirito critico, ponendosi dubbi e richiedendo spiegazioni.

"Percepisco un bisogno estremo di risposte, 'Riot' è un urlo di strazio che proviene da anime ancestrali, da chi cerca di comunicare da un’eternità, l’ultima spinta prima di farsi muto per sempre", dice l'artista, che nell'album ha voluto numerose e preziose collaborazioni, italiane e internazionali: Fabri Fibra, Gue Pequeno, Dargen D’Amico, Elettra Lamborghini, Gemitaiz, Madman e Benny Benassi, a cui Izi ha affidato le strumentali di un brano.

"Sono un artista che non ha mai abusato di collaborazioni. In questo disco ho sentito la necessità di ricoprire anche il ruolo di  “direttore artistico”: sono stato molto istintivo e ho cercato di fare esperimenti assurdi ma che in un qualche modo avessero senso per me. 
Sapevo cosa volevo fare e ho voluto affidare a voci completamente differenti i diversi colori del disco. 
Sono felice di avere ospitato così tanti personaggi apparentemente distanti l’uno dall’altro riuscendo comunque a mantenere una linea concettuale ben definita. Sono state tutte esperienze nuove, in cui ho coinvolto emergenti, amici, leggende della scena e nomi internazionali (Idk, Sav12 e DAX). Ci sono tantissimi produttori che provengono da realtà diverse e in qualche modo tutti fanno parte del concept di “Riot”, inteso anche come 'rivolta creativa', racconta Izi.

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Tredici tracce, pensieri, intuizioni che per la loro eterogeneità, ad un primo ascolto sembrano non essere vincolate ad un concept specifico. Tredici brani che enfatizzano i tratti più caratteristici dell'estro creativo del rapper: la poliedricità, la volubilità, la frenetica voglia di esplorare tutto il possibile e di sperimentare, la scrittura istintiva, di getto, con testi che nascono da veri e propri flussi di coscienza. 
 
 

"Riot è nato come un mixtape, una raccolta di brani scritta in giro per il mondo lavorata con la stessa serietà che si riserva ad un disco. Contiene tantissime esperienze, una miriade di immagini. E’ una bomba esplosiva...", continua il rapper, che nel disco dipinge la propria esasperazione rispetto ad una società da cui si ritrova lontano, caratterizzata da automatismi logoranti, superficialità e infimo consumismo, da ipocrisia e incongruenze in ogni ambito e circostanza, ma soprattutto mette a nudo il proprio disprezzo nei confronti delle ingiustizie, delle cosiddette “cose più grandi di noi”, quelle che, secondo il pensiero comune, non cambieranno mai.
E "Riot" è dunque questo, un occhio puntato contro il sistema.e l'invito a se stesso e il suo pubblico, a non scappare, a imparare a confrontarsi con la realtà, senza violenza, ma continuando a porsi dubbi e richiedendo spiegazioni, pretendendo rispetto, chiarezza e trasparenza. 

A fare da biglietto da visita il brano “Pusher”, manifesto di strada, il singolo scelto per annunciare il disco che rimette al centro del piatto le radici dell’artista ligure, l’immaginario crudo dei testi e del video e la presenza di alcuni degli esponenti della Wild Bandana Crew (Vaz Tè e Guesan). In “Pusher” Izi gioca con l’ambivalenza del termine, diventando uno “spacciatore di verità” e condividendo con il pubblico -come già fatto in passato- la sua personale ricerca di “ciò che è vero”.
In "Pusher" e in altre tracce di "Riot" il rapper assume le vesti del reporter, di chi documenta senza pregiudizio qualsiasi cosa lo circondi.

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