A MILANO

Il Teatro Elfo-Puccini riapre il caso Salieri-Mozart, Ferdinando Bruni: "Vi racconto l'uomo che ha fatto a gara con Dio"

La compagnia milanese ripropone la leggenda dell'avvelenamento del genio salisburghese ad opera del compositore di corte degli Asburgo e a Tgcom24 Bruni dice: "L'omicidio che non c'è diventa per il mio personaggio l'unico modo per raggiungere l'immortalità"

di Isabella Dalla Gasperina
19 Gen 2025 - 11:23
Foto di Laila Pozzo © Ufficio stampa

Foto di Laila Pozzo © Ufficio stampa

Al teatro Elfo Puccini di Milano Ferdinando Bruni torna in scena con la prima nazionale di "Amadeus". E racconta la storia del rapporto tra Mozart e Salieri, compositore alla corte degli Asburgo a Vienna, con il giallo dell'avvelenamento per invidia del geniale salisburghese a opera del musicista italiano. Nella riedizione del "cold case" Bruni interpreta Salieri, che vorrebbe essere l'unto del Signore ma che si deve accontentare di essere un ottimo musicista, talentuoso, preparato, capace e nulla di più. L'invidia per l'altro e la rabbia per quel "fanciullo osceno" che Dio gli preferisce provocano la guerra sotterranea del talento contro il genio, fino al giallo dell'omicidio.

Ma Salieri ha davvero ucciso Mozart?

 "Quello che portiamo in scena è un finto assassinio - dice a Tgcom24 Ferdinando Bruni -. La presentazione dello spettacolo come 'cold case' è evidentemente uno scherzo, una burla che si trascina da 200 anni, sulla scia dell'opera di Puskin 'Mozart e Salieri', ripresa dalla commedia di Peter Shaffer nel 1980 che ha ispirato lo straordinario film di Milos Forman, 'Amadeus', nel 1984. Il caso dell'avvelenamento, legato a una leggenda sui due personaggi, viene riaperto ogni volta che si ripropone lo spettacolo dei due musicisti e si risolve con la messa in scena di un omicidio che non c'è".

L'omicidio non ci sarà, ma c'è la sfida a Dio e al rivale: qual è il centro della vostra storia?

 Noi vogliamo raccontare il compositore di corte che sognava di essere un genio e che si deve accontentare di essere un buon, anzi un ottimo musicista. E che per questo si sente sconfitto dalla storia e tradito da Dio, con cui aveva stretto il suo patto: 'Io ti darò una vita integerrima purché tu mi regali la fama degli immortali'. Ecco quindi la rivincita: Salieri non passerà alla storia come il genio della musica che avrebbe voluto diventare, ma vincerà la battaglia con Dio perché questo assassinio, finto, gli regalerà comunque l'immortalità e il ricordo perenne. 

Come si sviluppa il contrattacco a Dio?

 Con il crescere della fama di Mozart e la sperimentazione del tradimento di Dio, Salieri si costruisce il suo campo di battaglia, in cui combatte Mozart, ma soprattutto Dio. Tenta di ridimensionare in tutti i modi i successi del geniale salisburghese, fino a boicottare la prima del capolavoro delle Nozze di Figaro. Eppure, ogni volta a vincere è il genio dell'austriaco. Assistiamo all'uomo Salieri che combatte contro un Dio tragico e assente, e che non risponde.

L'omicidio, o finto omicidio, è una vittoria per Salieri?

 Assolutamente no. La sua è una sconfitta su tutti i fronti. Perde con Mozart, perde con Dio e perde con se stesso. L'epilogo della sua parabola avviene quando si rende conto di aver vissuto anni nel segno dell'odio e dell'invidia, avvelenandosi l'esistenza. Naturalmente sto parlando della finzione scenica, perché in realtà Salieri in vita, e anche dopo, ha avuto un grande successo. Anzi, proprio negli ultimi anni la sua musica è stata molto rivalutata. Nel nostro spettacolo assistiamo all'apologo di un personaggio che dedica la sua vita a distruggere quello che ritiene il suo rivale, Mozart, e in realtà distrugge se stesso. Il nostro Salieri è una maschera di odio e di ipocrisia, che più volte finge di agire per aiutare Mozart e in realtà vuole solo colpirlo. 

Salieri a parte, nella sua carriera come ha scelto i personaggi che avrebbe interpretato?

 Le mie scelte sono dettate dal fascino del personaggio. Cerco di individuare i caratteri che assomigliano non tanto a me, ma al mio modo di stare in scena. Sono attratto in particolare dai personaggi negativi, che sono sempre quelli più interessanti.

L'anno prossimo Bruni sarà il protagonista di 'L'ultimo nastro di Krapp" di Beckett. Una sorta di testamento sentimentale di un uomo sul viale del tramonto che sul nastro del registratore incide momenti e sensazioni della sua vita. Ma quali personaggi ha amato di più nel suo passato?

 "Non si può non amare Amleto, su cui ho lavorato più volte e che è una summa delle contraddizioni dell'uomo di tutti i tempi. In una figura così complessa non puoi non trovarci qualcosa di tuo. Ho adorato interpretare 'Rosso', pseudonimo del pittore espressionista astratto Mark Rothko, nell'opera dello sceneggiatore Usa John Logan, e raccontare al pubblico il mio amore per quel tipo di arte. Sarei felice se chi ha visto quello spettacolo fosse andato a studiarsi l'astrattismo pittorico, una volta uscito dalla sala".

Amadeus è l'ultimo impegno, ma non certo quello finale, di una carriera invidiabile: Bruni è stato regista, attore, costumista, ha lavorato alle sceneggiature vivendo il teatro a 360 gradi. Cosa c'è stato in tutti questi anni (Bruni è tra i fondatori dell'Elfo, nato nel 1973) dietro la passione per l'arte della scena?

 "La curiosità e il divertimento. Mi sono divertito a fare i costumi di Moby Dick e di Elisabetta I e mi sono lasciato incuriosire da questa ultima fatica nei panni di Salieri. Anche se le prove dello spettacolo, che abbiamo imbastito a luglio, sono arrivate in un momento per me poco piacevole: avevo un fastidiosissimo mal di schiena che non mi dava tregua. Lavorarci è stato un sacrificio. Ma hanno vinto la bellezza del testo e il piacere del teatro". Come sempre. 

All'Elfo Puccini di via Buenos Aires Amadeus di Peter Shaffer
Uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni, Daniele Fedeli, Valeria Andreanò, Riccardo Buffonini, Matteo de Mojana, Alessandro Lussiana, Ginestra Paladino, Umberto Petranca, Luca Toracca
luci Michele Ceglia, suono Gianfranco Turco
costumi Antonio Marras
assistente ai costumi Elena Rossi
realizzazione costumi Elena Rossi, Alessia Lattanzio, Monica Fedora Colombo, Grazia Ieva
realizzazione scene Marina Conti, Giancarlo Centola, Tommaso Serra
produzione Teatro dell'Elfo
Orari: martedì, mercoledì, giovedì, sabato ore 20:30, venerdì ore 19:30, domenica ore 16

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