"Apples": le immagini del film rivelazione di Venezia 2020
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La clip esclusiva dell'esordio del greco Christos Nikou che arriva direttamente sulla piattaforma MioCinema
Ci ricordiamo tutto quello che abbiamo vissuto o solo quello che abbiamo scelto di ricordare? Il tema dei ricordi al cinema ha affascinato autori come Nolan, Gondry e Hitchcock. Dopo essere stato presentato nella sezione Orizzonti del Festival di Venezia 2020, arriva in esclusiva su MioCinema "Apples", debutto alla regia di Christos Nikou, già assistente di Yorgos Lanthimos. In maniera surreale, distopica e straniante (e con una grottesca ironia), il regista greco mette in scena una riflessione sulla memoria, l'identità e il complesso meccanismo di archiviazione dei ricordi. Tgcom24 vi offre una clip esclusiva.
Nel mezzo di una pandemia mondiale che causa un'improvvisa amnesia, Aris (Aris Servetalis) è un uomo di mezza età che si ritrova iscritto a un programma di recupero pensato per aiutare i pazienti che non sono stati identificati da nessuno a costruirsi una nuova identità. Aris svolge i compiti che gli vengono prescritti quotidianamente su delle audiocassette, in modo da potersi creare dei nuovi ricordi e documentarli con una macchina fotografica polaroid; sembra tornare a una vita normale incontrando Anna (Sofia Georgovasili), a sua volta inserita in un programma di recupero.
"Quanto è selettiva la nostra memoria? Ci ricordiamo tutto quello che abbiamo vissuto o solo quello che abbiamo scelto di ricordare? Possiamo dimenticare le cose che ci hanno ferito? Potrebbe essere che in fondo non vogliamo dimenticare le esperienze dolorose, perché senza di esse perderemmo la nostra identità? Alla fine, siamo semplicemente la somma di tutte le cose che non dimentichiamo?" ha spiegato il regista per raccontare il suo primo film che si inquadra perfettamente in quel movimento chiamato "weird wave" greco, un immaginario che trae il suo impatto creativo proprio da quel Lanthimos, di cui Christos Nikou è stato assistente per "Dogtooth".
L'idea del film è stata partorita una decina di anni fa, e trae ispirazione da un periodo negativo nella vita del regista segnata dalla morte del padre, che lo ha spinto a cercare di dimenticare i momenti più dolorosi, portandolo però a riflettere sulla selettività della memoria e la funzione dell'immagine ad essa collegata. Gli autoscatti di Aris (che hanno lo stesso formato del film, 4.3) come documentazione del suo percorso verso una "nuova identità" sono una riflessione sul tempo presente, sulla memoria del vissuto (l'importanza di fotografare le esperienze piuttosto che viverle), e sull'abbraccio ferale tra tecnologia e memoria (le mele del titolo come simbolo ironico di uno dei marchi che "comandano" il nostro mondo iper tecnologico).
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