Un patrimonio dal valore inestimabile

Incendio all'archivio Universal, in fumo 500mila canzoni di leggende del rock

Un'inchiesta del New York Times fa luce sull'entità dei danni causati dalle fiamme nel 2011. Sono irrecuperabili le voci di migliaia di artisti

13 Giu 2019 - 14:53

Sono ormai perse per sempre 500mila canzoni originali appartenenti ad alcuni dei più famosi artisti degli ultimi 60 anni, da Eminem a Elton John. Undici anni dopo l'incendio che distrusse l'archivio della Universal, famosa casa discografica statunitense, un'inchiesta del New York Times ha chiarito finalmente l'entità dei danni. Si stima che le fiamme del 2008 abbiano bruciato circa 100.000 nastri "master".

Un patrimonio dal valore inestimabile - Nirvana, Aerosmith, Sonic Youth, Sting, Police, Yoko Ono, Ella Fitzgerald, Ray Charles e centinaia di altri nomi leggendari della musica mondiale hanno ormai perso la voce per sempre, così come sarà impossibile recuperare le opere di migliaia di autori sconosciuti. Nel 2008 presero fuoco gli archivi della Universal Music, ma all'epoca un portavoce dichiarò che non erano state registrate perdite. Una bugia demolita da Randy Aronson, ex dirigente della casa discografica, che ha dichiarato al New York Times: "L'azienda sapeva perfettamente che sarebbe scoppiato uno scandalo se le persone avessero capito cosa era successo davvero. Abbiamo fatto un lavoro eccezionale per insabbiare tutto e adesso me ne vergogno: penso a quante canzoni dei Nirvana mai pubblicate adesso non potranno più essere scoperte"

Reazioni - Il segreto è stato custodito così bene dalla dirigenza della Universal che addirittura anche le star non erano a conoscenza del danno. Da un lato molte voci perdute appartenevano ad artisti ormai morti, così come tanti altri gruppi sono ormai sciolti; dall'altro lato, nel mondo della musica ancora in attività, sono arrivate reazioni di sdegno: i R.E.M. ad esempio hanno pubblicato un tweet in cui hanno annunciato: "Cercheremo di raccogliere ulteriori informazioni su cosa è accaduto alle nostre registrazioni e vi terremo aggiornati".

Cosa è un master? - Un po' come il manoscritto originale conservato in biblioteca, l'incisione master è un nastro multitraccia sul quale l'artista registra la voce in studio. Si tratta di un supporto capace di conservare alla perfezione ogni caratteristica della voce e dei suoni originali ed è indispensabile per "rimasterizzare" le tracce audio negli anni seguenti: basta inserire il nastro in uno specifico macchinario e, con il progredire della tecnologia, viene "estratta" la voce originale con una qualità e una fedeltà sempre maggiore. Si tratta di una pratica che tornata molto di moda negli ultimi anni, grazie alle numerose pubblicazioni di dischi e film celebrativi di artisti, ma soprattutto grazie all'avvento delle piattaforme streaming, che sono desiderose di arricchire il proprio catalogo con la musica in formato digitale dalla qualità più alta. Proprio Aronson ha spiegato la necessità di migliorare i servizi in streaming spiegando che "la qualità è così bassa che la musica sembra registrata in una lattina".

Non è solo colpa del fuoco - Secondo un'inchiesta di Bill Holland pubblicata su Billboard, in realtà, la perdita di molti nastri importanti per la storia della musica non è legata solo all'incendio della Universal. Ad esempio, negli anni della Seconda Guerra Mondiale, le etichette discografiche donarono le parti metalliche delle bobine all'industria militare. Un episodio simile accadde anche negli anni '70, quando un gruppo di dipendenti della Cbs diede numerose bobine ad alcuni rigattieri, in modo da lucrare sulle parti metalliche. E non solo: alcuni archivi non sono mai stati catalogati completamente, lasciando migliaia di titoli senza etichette. Un danno che Aronson commenta amaramente: "Chissà cosa avremmo potuto trovare su molti nastri. Non potremo mai più scoprirlo".

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