Arriva nelle sale il film di Kevin Connolly, che ripercorre 30 anni della vita del famoso mafioso di origini italiane. Guarda la clip in esclusiva
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Spietato, violento, ambizioso, ma anche vulnerabile e devoto alla famiglia. E' il ritratto del potente mafioso newyorkese (di origini italiane, ndr) capo della famiglia Gambino, come emerge dal film di "Gotti - Il primo padrino" di Kevin Connolly, al cinema dal 13 settembre con John Travolta nel ruolo del protagonista.
Ripercorrendo gli eventi cruciali che hanno definito la sua carriera criminale durante gli anni ’70, e le conseguenze di quei giorni di gloria fino a quando negli anni ’90 fu colpito dalla malattia, il film presenta il ritratto di un uomo il cui percorso è stato segnato da violenza, ambizione, e, nonostante tutto, amore per la famiglia.
“Il filo conduttore del film è una conversazione che Gotti ebbe con suo figlio nel 1999 in prigione, nella quale Gotti Jr. chiede al padre di uscire dalla sua vita, a causa del senso di dovere che ha nei confronti della propria famiglia. Kelly Preston (che interpreta la moglie di Gotti, Victoria, ndr) e io siamo stati entrambi molto riconoscenti nei confronti di John Gotti Jr. e Victoria Gotti, che ci hanno permesso di fare molte ricerche sulla loro famiglia. John Jr. è stato sul set per la maggior parte del tempo, e questo è stato grandioso. Ho anche avuto l'opportunità di indossare i gioielli e i vestiti appartenuti a Gotti Senior ", ha detto Travolta.
Intrecciati all’intensa e avvincente sequenza di eventi, che portarono all’ascesa di Gotti in quasi 30 anni, ci furono anche la decisione di Gotti Jr di lasciare la carriera da militare per unirsi agli affari della famiglia, e l’amore di Gotti per la devota moglie Victoria (Kelly Preston), la quale rimase sempre a fianco del marito.
“Il film esplora i due lati della vita del gangster: da una parte la famiglia, con le sue vulnerabilità e le emozioni profonde, dall’altra il lato più oscuro”, afferma Travolta che veste i panni di un uomo che ha scalato i ranghi della mafia italiana di New York senza pietà. Dopo aver organizzato un sanguinoso colpo nelle strade di Manhattan all’inizio degli anni ’80, il gangster diventò il capo della famiglia criminale dei Gambino, trasformandola in una delle organizzazioni criminali più potenti della storia di New York e assicurandosi un posto nei libri di storia con il nome di “Teflon Don” – il protetto del sottocapo Aniello Della Croce (Stacey Keach).
Racket, droga, gioco d'azzardo, estorsione e omicidio, divennero di uso comune per Gotti e la sua banda, rendendo così proibito il tradimento e qualsiasi coinvolgimento con la polizia. La sua notorietà e le sue azioni cruente, portarono Gotti a diventare rapidamente il sospettato principale delle indagini dell’FBI, volte a smascherare le proficue attività dell’organizzazione criminale cui faceva capo. Incapaci di incastrarlo in più occasioni, le autorità convinsero l’uomo di fiducia di Gotti, Sammy "Il Toro" Gravano, a diventare un informatore. Condannato all’ergastolo, senza aver mai patteggiato, Gotti morì per un cancro alla gola all’età di 61 anni, in una prigione Federale del Missouri.