Jovanotti, gli scatti della prima data del PalaJova 2025
© MICHELE MAIKID LUGARESI
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Dopo due anni di stop a causa dell’incidente di Santo Domingo, Lorenzo Cherubini ha debuttato a Pesaro con la data zero del suo tour nei palasport
di Antonella Fagà© MICHELE MAIKID LUGARESI
Jovanotti è tornato e alla Vitrifrigo Arena di Pesaro, data zero del suo "PalaJova 2025", è stato un vero e proprio tsunami. In frac rosso e bizzarri copricapo, che cambia di continuo, Lorenzo Cherubini ha messo in scena il suo più grande spettacolo dopo il Big Bang. Il primo dopo due anni di stop forzato a causa dell'incidente di Santo Domingo. L'inizio di un tour, che lo porterà in giro per l'Italia, cinquanta date di cui trentasette già sold out. Non suonava in un palasport dal 2018 e adesso è arrivato il momento di riprendersi il suo pubblico, un colorato popolo trasversale, che riunisce le generazioni più disparate, e la sua musica, che emoziona, fa stare bene, rende felici e spensierati. A Pesaro erano quasi in 10mila, molti di loro con cartelli in mano e la scritta "bentornato". Lo hanno aspettato per due anni e Jova li ringrazia per questo: "Bentornati a voi - dice -. Siete la mia gente".
Al centro del palco Jovanotti si gode l'applauso scrosciante del pubblico, che al suo ingresso esplode come una bomba di entusiasmo. Sul megaschermo, alle spalle del cantautore, scorrono le immagini del suo incidente, la corsa in ospedale, le cure, la fisioterapia, il volto di Jova contratto dal dolore, la disperazione, la fatica, ma anche la determinazione e la speranza, che hanno contraddistinto questi ultimi due anni e che gli sono servite per riprendere lo slancio e tornare... per rifiorire. "Tutti per uno, uno per tutti", si legge alla fine del video. E il messaggio è chiaro, Lorenzo è tornato anche grazie all'appoggio e alla vicinanza del suo popolo ed è qui per loro. "Siamo di nuovo in fiore. Si riparte", dice introducendo quello che è il leitmotiv dello spettacolo: la fioritura, ispirata da esperienze vissute mentre pensava al suo ritorno in scena. Tra queste, una parola scritta da Etty Hillesum nei suoi diari, nei giorni più tragici della sua breve esistenza, ha continuato a risuonare dentro di lui: “Fiorire!”.
© MICHELE MAIKID LUGARESI
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Il palco è sobrio ed essenziale. Un maxi schermo proietta di continuo visual e live creati dall'intelligenza artificiale con speciali elaborazioni grafiche dei contenuti, che danno una prospettiva in costante divenire, creando un'atmosfera a tratti surreale e sincopata. Volti che si trasformano, Jova che diventa Bob Marley o Elvis Presley, il pubblico che assume le sembianze di robot, e poi "medley" di immagini più disparate, fiori, pappagalli e quell'universo colorato e mistico, che tanto piace al cantautore di Cortona. E poi luci, centinaia di luci sul palco, che si accendono e spengono in synch con la musica e dieci grossi fiori con pod rotanti, che passano sopra le teste del pubblico, viaggiando lungo tutto il palasport e muovendosi in orizzontale e verticale su appositi binari. Si aprono e si chiudono, proiettando giochi di luce grazie ai fari posti all'interno di ogni foglia. Poi arrivano anche le parole della grande poetessa Mariangela Gualtieri di cui Lorenzo è grande estimatore con la poesia ”Che cosa sono i fiori?", proiettata sul mega schermo alle sue spalle.
© Michele Maikid Lugaresi
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Uno show floreale con la musica al centro. "Sarà una festa tra amici. Rock ‘n’roll", aveva scritto Lorenzo sul suo profilo Instagram, mostrando le foto dell’ultima prova generale sul palco prima dello spettacolo. E ha mantenuto la parola. Jova ha offerto un ritorno alle radici del Rock'n'roll, con musica, luci e colori, guidando i suoi fan in una nuova dimensione, oltre il classico concerto. Non si è trattato solo di musica, ma di un viaggio multisensoriale, una grande festa di energia, emozioni e condivisione.
Alla quale il pubblico ha partecipato cantando a squarciagola le sue canzoni, ballando e battendo le mani. Sarà stata l'astinenza da Jova, la voglia di riascoltare la sua musica live, sarà stata la band eccezionale, la “J street band” per la prima volta in questa inedita formazione con Saturnino, storico bassista al fianco di Lorenzo da ben 35 anni, e poi Adriano Viterbini alla chitarra, Christian Rigano alle tastiere elettroniche, Franco Santarnecchi alle tastiere analogiche, Carmine Landolfi alla batteria, Camilla Rolando alla tromba, Sophia Tomelleri al sax, Moris Pradella alla seconda chitarra e ai cori, insieme a Micol Touadi e Jennifer Vargas, Leo di Angilla e Kalifa Kone alle percussioni. Quel che è certo è che lo show di Lorenzo è stato dirompente. Sul palco lui non si ferma un attimo, salta, balla, incita il pubblico ad alzare le mani. Tra hit, ballad e medley senza respiro Jova è instancabile, elettrico, sprizza energia, brano dopo brano e il suo show non è mai stato così trascinante e potente. "Potranno tagliare tutti i fiori, ma non fermeranno mai la primavera", dice in un monologo di qualche minuto sulla "stupefacenza" dell'essere di nuovo live.
Jova apre lo show con la canzone del cartone “Conan il ragazzo del futuro” poi si parte. In scaletta oltre 30 brani intramezzati da medley funk e più lenti, da "L’ombelico del mondo", che scatena letteralmente il pubblico, a "Mezzogiorno", da "I love you baby" a "Il più grande spettacolo dopo il Big Bang", da "Le tasche piene di sassi" a "Mi fido di te", con un potente assolo di sax ad accompagnarlo e poi "Un bene dell'anima", che Jova spiega aver scritto per celebrare l'amicizia e che dedica ai suoi amici, venuti ad assistere alla sua data zero, da Alessadro Baricco a Gianmarco Tamberi e poi "L'estate addosso", che travolge il pubblico mentre sul megaschermo scorrono le immagini dei suoi due "Jova Party". Solo cinque i nuovi brani: l’apertura dello show con "Montecristo", la title track dell’album "Il corpo umano", introdotta da un breve siparietto in cui Lorenzo balla il sirtaki insieme alle coriste della band e alle spalle appaiono le immagini di "Zorba il greco", e poi "Fuorionda" e "Un mondo a parte", che parla d'amore. "Ho chiesto a ChatGPT quali fossero le parole più frequenti nelle mie canzoni e amore è al primo posto, poi c'è vita, mondo, libertà e... sole". Quel sole che Jovanotti ha fatto splendere sul palasport di Pesaro per quasi due ore mezzo di spettacolo. L'inizio della nuova era Jova.