INTERVISTA A LA STAMPA

Kasia Smutniak dice addio al cinema: "Non voglio più fare l'attrice...è la decisione più punk che ho preso"

L'attrice e regista accolta con molto affetto dalla platea a Lampedusa, che ha applaudito a lungo il suo docu-film "Mur"

06 Ago 2024 - 11:23
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Kasia Smutinak dice addio al cinema: "Non voglio più fare l'attrice e penso sia la decisione più punk che ho preso", ha detto l'attrice polacca, naturalizzata italiana, in un'intervista a La Stampa annunciando di volersi allontanare dalle scene dopo 20 anni di carriera. Una decisione che arriva ad un anno dal suo debutto come regista con il docu-film sulle migrazioni, "Mur", presentato in questi giorni alla sedicesima edizione della rassegna 'Il vento del Nord' a Lampedusa.

"Sono cambiata"

  "Girare il documentario Mur sul confine polacco, in mezzo ad atrocità indescrivibili mi ha cambiata per sempre. Sento il bisogno di mescolare le carte e di rischiare", ha detto Kasia Smutniak al quotidiano, spiegando come si senta pronta per smettere proprio adesso, in un bellissimo momento della sua carriera e di essere entrata in una nuova fase della vita: "Ci avevo provato anche prima, ma ogni volta mi bloccavo e risalivo sulla giostra come un criceto. Non voglio più fare l'attrice...".

Kasia Smutniak dice addio al cinema

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La svolta dopo il docu-film

  Proprio l'esperienza con "Mur" è stata la svolta per l'attrice e regista, che al debutto del film, l'anno scorso al Toronto Film Festival aveva detto: "Mur è nato dalla necessità di comunicare la difficile situazione al confine Polonia - Bielorussia ma alla fine si è rivelato essere un viaggio intimo e inaspettato".

Un viaggio che l'ha portata a confrontarsi con se stessa: "Da più di 20 anni racconto storie. E ho creduto davvero, ogni volta, che valesse la pena raccontarle. Tutte. A un certo punto la realtà che mi circondava, le persone che incontravo, le loro vicende, mi sembravano più interessanti di quelle che mi capitava di interpretare. Mi sono chiesta, ma cosa sto raccontando? Come se la realtà avesse superato ogni fantasia, mentre la mia curiosità e la mia passione erano sempre più rivolte verso quello che mi circondava e diventava parte della mia vita. Ho deciso di fermarmi per seguire un puro istinto", ha raccontato a La Stampa aggiungendo come mentre recitava nella seconda serie di "Domina" nei panni di Livia Drusilla, a Cinecittà, ricevesse i messaggi dal bosco di Mur, "le foto, i video, le coordinate Gps di persone in fin di vita, con i figli accanto, in mezzo ad atrocità indescrivibili. Quel periodo ha provocato in me uno sdoppiamento che non scorderò mai. Sono esperienze che ti cambiano. Me le tengo per me. Il mondo intorno non è cambiato. Sono cambiata io".
Una decisione a cui inizialmente quasi nessuno ha creduto, come ha spiegato la stessa attrice: "Dopo l'ho detto alla mia agente, all'ufficio stampa, a chi lavora con me. Non credo che l'abbiano capito tutti. Probabilmente pensano sia una cosa passeggera".

 

"Mur"

  Il documentario scritto da Kasia Smutniak e Marella Bombini, prodotto da Domenico Procacci, Laura Paolucci e Kasia Smutniak, fa luce sulle politiche di confine del suo paese d'origine e sulla crisi dei rifugiati nell'Unione Europea. Si tratta di un diario di viaggio nel suo paese natale, la Polonia, che nel 2022, quando la Russia ha invaso l'Ucraina provocando un esodo di massa di rifugiati in cerca di asilo, si è distinto tra i paesi europei che hanno maggiormente offerto aiuti e rifugio a chi scappava dalla guerra. Paese che però è anche lo stesso che ha costruito il muro lungo l'intero confine con la Bielorussia per scoraggiare l'ingresso di migranti provenienti dalla Siria.

Fotogallery - Kasia Smutniak alla regia di un film di denuncia sui muri di tutto il mondo

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Il viaggio della Smutniak

   Anche il viaggio della Smutniak nel suo documentario è un viaggio diviso da muri: quello davanti alla finestra della casa dei nonni a Lódz, dove la regista giocava da bambina, che era il muro del cimitero ebraico nel ghetto di Litzmannstadt. E quello contro i migranti che arrivano da terre lontane attraverso il bosco più antico d'Europa, una frontiera impenetrabile in un mare di alberi, Puszcza Bialowieza, che, proprio come il mare, è un elemento nuovo per le migliaia di persone che tentano il viaggio.

Nel suo viaggio grazie all'aiuto di attivisti locali e con una leggerissima attrezzatura tecnica, la regista raggiunge il confine e filma ciò che non si vuole raccontare. Cercando di riconciliarsi con il proprio passato, Kasia torna a casa con una forte consapevolezza: l'accoglienza non deve fare distinzioni, chiunque sia in pericolo va soccorso, un continente che si definisca democratico non innalza muri. 

La carriera

  Nata in Polonia il 13 agosto 1979 cresce a contatto con il mondo dell'aviazione, visto che suo padre era comandante e futuro generale dell'aeronautica militare polacca, ereditando così la passione per il volo, tanto che a 16 anni consegue il brevetto di pilota. A soli 17 anni partecipa in Polonia a un concorso di bellezza, nel quale arriva seconda. Inizia a lavorare come modella, ricevendo ingaggi da parte degli stilisti più prestigiosi in varie parti del mondo: Giappone, Stati Uniti, Regno Unito, Italia, dove vive dal 1998.

"A 16 ero indipendente e a 18 vivevo già in un Paese diverso dal mio. Faccio parte della prima generazione che ha avuto la libertà di partire, sono arrivata in Italia, dove ho cercato subito di adeguarmi alla nuova realtà che mi circondava. Ma, facendolo, perdevo quello che ero", spiega a La Stampa-

Esordisce come attrice nel 2000 con il film "Al momento giusto", regia di Giorgio Panariello e nel 2003 recita in Radio West, dove conoscerà il futuro compagno Pietro Taricone. Successivamente alterna il lavoro cinematografico con quello televisivo: recita in varie fiction tv, tra le quali le due stagioni della miniserie tv "Questa è la mia terra" (2006-2008), regia di Raffaele Mertes, e "Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu" (2007), regia di Marco Turco, miniserie dedicata a Rino Gaetano, con Claudio Santamaria nel ruolo del cantante prematuramente scomparso nel 1981. 

Tra i suoi lavori per il grande schermo ci sono "Ora e per sempre", regia di Vincenzo Verdecchi e "13dici a tavola", regia di Enrico Oldoini, entrambi del 2004, e "Nelle tue mani", regia di Peter Del Monte (2007), con cui nel 2008 vince il Globo d'oro alla miglior attrice rivelazione dell'anno. Del 2009 sono i film "Tutta colpa di Giuda" (regia di Davide Ferrario) e "Barbarossa" (regia di Renzo Martinelli) mentre del 2010 sono "From Paris with Love" (regia di Pierre Morel) "Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio" (regia di Isotta Toso), e "La passione" (regia di Carlo Mazzacurati). Nel 2012 è stata la madrina della 69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.[3] Nel 2013 interpreta Franca Gandolfi, moglie di Domenico Modugno, in "Volare - La grande storia di Domenico Modugno", una miniserie televisiva italiana di due puntate, diretta da Riccardo Milani e prodotta da Rai Fiction, andata in onda il 18 e 19 febbraio 2013 su Rai 1.
Nello stesso periodo, a distanza di tre anni, torna al cinema con "Tutti contro tutti" di e con Rolando Ravello e poi con "Benvenuto Presidente!" con Claudio Bisio sempre per la regia di Riccardo Milani. Nel 2014 esce nelle sale il film "Allacciate le cinture"(regia di Ferzan Özpetek), per il quale vince il Nastro d'argento come migliore attrice protagonista e viene candidata al David di Donatello, senza però vincerlo. Nel 2016 recita in "Perfetti sconosciuti" (regia di Paolo Genovese) mentre nel 2017 è coprotagonista del film "Moglie e marito" diretto da Simone Godano e del film "Made in Italy" diretto da Luciano Ligabue.Nel 2019 recita in "(Nie)znajomi", remake polacco del film Perfetti sconosciuti, riprendendo il ruolo ricoperto nell'originale italiano. Nel 2021 interpreta Livia Drusilla, la terza moglie dell'Imperatore Augusto, nella serie televisiva italo-britannica creata da Simon Burke "Domina". Attualmente è sul set di "Diamanti" il nuovo film di Ferzan Ozpetek che ha tra le protagoniste ben 18 attrici italiane e sarà nelle sale dal 19 dicembre.

E' stata la compagna di Pietro Tarcone fino all'improvvisa morte di lui nel 2010 per un incidente di paracadutismo. Insieme hanno avuto una figlia, Sophie, nata il 4 settembre 2004. Nell'estate del 2011 si è legata al produttore Domenico Procacci, con cui ha dato alla luce il 20 agosto 2014 Leone e con cui si è poi sposata il 16 settembre 2019.

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