Kutso: "Non siamo solo burloni: mettiamo insieme Giorgio Gaber e Rino Gaetano"
© ufficio-stampa
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La band che ha portato scompiglio tra le nuove proposte al Festival di Sanremo ha una gavetta indie alle spalle e ambizioni importanti...
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Al Festival sono stati una travolgente anomalia, tra travestimenti e una canzone, "Lisa", che affrontava il tema sesso da un punto di vista meno etereo di quello a cui Sanremo è abituata. I Kutso si sono rivelati così al grande pubblico e il risultato è che in radio stanno andando a mille. "Attenti - avvertono loro parlando a Tgcom24 -, non siamo dei mattacchioni che cantano cavolate: i nostri riferimenti sono Rino Gaetano, Battisti e Gaber".
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Con alle spalle una robusta gavetta live (il loro tour si chiama non a caso "Perpetuo tour") e un album pubblicato nel 2013 ("Decadendo su un materasso sporco") nell'ambito indie, sono arrivati al Festival di Sanremo quasi per caso, grazie all'incontro con Alex Britti, che ne ha prodotto la canzone. "La canzone infatti non era nata per Sanremo - spiegano -. La dovevamo mettere sul precedente disco. Ma poi abbiamo pensato di non sprecarla".
Come è nata la collaborazione con Britti?
Quella con lui è una storia diluita nel tempo Nel 2006 collaboravamo con lui parallelamente alla nostra attivitò live. Ma poi noi abbiamo attivato un percorso nostro che ci ha portato a fare tante cose.
E poi vi siete ritrovati...
Noi siamo un gruppo che viene dall'ambiente indie. Il disco contiene sia brani con cui abbiamo lavorato con Alex sia cose nuove. non stavamo pensando a Sanremo perché siamo fuori dal coro e mai avremmo pensato che potesse adattarsi a questa situazione. Alex ci ha dato l'opportunità che da soli non avremmo mai avuto, perché un'etichetta che ti presenti è fondamentale.
Cos'è cambiato dal primo album a "Musica per persone sensibili"?
In questi due anni abbiamo fatto di tutto, da Caparezza a Gogol Bordello al Primo Maggio. Questo disco ripercorre la linea tracciata dal primo ma è più rock. Il paradosso è che siamo andati a Sanremo proprio adesso che avevamo un disco più rock.
Visto come vi proponete, a dispetto del titolo, la vostra non sembrerebbe musica adatta a persone sensibili...
In realtà questo doveva essere il titolo del primo disco. Poi abbiamo fatto delle foto in cui ci gettavamo su dei materassi sporchi. Ma quel titolo lo abbiamo tenuto da parte e ora è venuto utile.
Come definireste la vostra musica?
Ha più livelli di fruizione: a un primo ascolto molto semplice e superficiale, può dare un piacere irrazionale. Ma se ci si sofferma ad ascoltare le canzoni con più attenzione, magari in solitudine, ci si accorge che i testi sono l'espressione del marcio che ci circonda.
Quindi non sono così spensierati come si potrebbe pensare?
Quello che vorremmo arrivasse è che non siamo semplicemente dei mattacchioni che scrivono cavolate. Viviamo sul contrasto tra una musica solare e gioiosa e testi cupi, che spesso contengono invettive contro tutto e tutti. Ci piace l'effetto colpo di scena, ma non il comico per forza di cose. "Elisa" per esempio fa il verso al cliché del del divario tra l'uomo e la donna ma è anche un pretesto per prendere in giro le canzoni d'amore con i luoghi comuni che si portano dietro. Basta immagini auliche! Abbiamo riportato la vicenda al carnale.
Avete dei punti di riferimento?
Più di uno. Quello che abbiamo l'ambizione di fare è mettere insieme il nonsense di Rino Gaetano, con la sensibilità di Battisti-Mogol e il cinismo di Giorgio Gaber.